Politics | Le reazioni

Femminile esteso, “destra non capisce”

La senatrice Unterberger sostiene la scelta dell’università di Trento. Per Ambrosi (Fdi): “Scemenza colossale”. La ministra Bernini: “Rispetto la decisione”.
Julia Unterberger
Foto: SVP
  • “I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”, questa la regola introdotta dal nuovo regolamento dell’università degli studi di Trento, approvato giovedì 28 marzo all’unanimità. La rettrice, la segretaria, le professoresse, la direttrice del Sistema bibliotecario di Ateneo, la candidata, la decana… questi i termini ripetuti più volte all’interno del documento che fanno riferimento a tutte le persone a prescindere dal genere. 

  • Università degli studi di Trento Foto: Università degli studi di Trento

    La scelta, spiega il rettore Flavio Deflorian, nasce dalla necessità di rendere il testo fluido ed inclusivo: “Un atto simbolico per dimostrare parità a partire dal linguaggio dei nostri documenti. Leggere il documento mi ha colpito. Come uomo mi sono sentito escluso. Questo mi ha fatto molto riflettere sulla sensazione che possono avere le donne quotidianamente quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali. Così ho proposto di dare, almeno in questo importante documento, un segnale di discontinuità”. 

  • Le reazioni

    C’è chi applaude alla scelta di Trento, come la senatrice Svp Julia Unterberger: “Sostengo la scelta dell’Università di Trento di introdurre il femminile sovraesteso. In Italia di solito il femminile viene usato per i ruoli e le professioni più umili, mai per i ruoli di potere e le posizioni apicali. Ha ragione il Rettore nel rivendicare il valore simbolico di una proposta che ha ottenuto il consenso unanime del Consiglio d’Amministrazione dell’Università: un’inversione linguistica per far comprendere a tutti il senso di subalternità ed esclusione che la lingua può generare”. 

    Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie, si rammarica delle reazioni a destra che criticano la scelta di Trento: “Peccato che la destra non lo capisca e parli di inutile provocazione. Si tratta invece di una decisione coraggiosa e intelligente, che spero possa essere seguita anche altrove.”

  • La deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi Foto: ANSA

    A destra c’è chi si sente addirittura offesa dal femminile sovraesteso, la deputata FdI Alessia Ambrosi arriva a definirlo una colossale scemenza: “Ma che male abbiamo mai fatto noi donne per ritrovarci coinvolte in scemenze del genere? Dovremmo davvero ribellarci tutte, perché simili uscite sono non solo inutili e mancano di rispetto alla nostra identità di persone, ma soprattutto pericolose, perché confinano le sacrosante battaglie per la parità nel ridicolo, in un ambito macchiettistico, grottesco, da operetta, e rischiano purtroppo di rendere le nostre rivendicazioni minoritarie e isolate nella società”. “Il rettore - o la rettora? - ci chieda scusa e ripristini immediatamente un minimo di buon senso”, afferma infine la deputata trentina. 

  • Un accoglimento, anche se un po’ rassegnato, arriva invece dalla Ministra dell’Università Anna Maria Bernini, intervenuta a Radio24: “Non posso che rispettare la decisione. È però importante che sul tema delle pari opportunità non ci si concentri solo sui fattori lessicali. Servono fatti concreti. È importante lavorare sul rispetto delle parità di genere in ambito universitario, ad esempio finanziando centri anti-violenza”.

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Manfred Klotz Sat, 04/06/2024 - 07:09

In reply to by Stereo Typ

Sind Sie empört? Nun sehen Sie vielleicht, was es bedeutet, wenn man die Beschränkung der Sprache auf den männlichen Genus damit rechtfertigt, dass Frauen mitgemeint seien. Das wird doch immer besonders von den Rechten so deklariert, oder?

Sat, 04/06/2024 - 07:09 Permalink
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Salto User
lino topo Sun, 04/07/2024 - 14:25

Abbiamo tutti ereditato la lingua e ci è stata insegnata in un modo, che oggi si ritiene inadeguato. In realtà è l' insignificante punta dell' iceberg. Sì, faccio fatica a mollare gli ormeggi sicuri per termini continuamente variabili e indecisi, per esempio avvocatessa l'ho sempre sentito, ma oggi suona offensivo (non so perché), meglio avvocata o perfino avvocato. Le frasi diventano ingestibili, ripetendo tutto due volte. In tutto ciò la categoria donne non fa un concreto passo avanti. Ci si concentra sul dettaglio di forma. Poi se si crea una giunta, siamo daccapo. Non va cambiata la lingua artificialmente, temo, vanno cambiate le teste, le priorità e i ragionamenti. Invece basta vedere le foto sui giornali, esaminare le decisioni, contare le presenze, per capire che gattopardescamente ci hanno servito un' illusione. Comunque la soluzione trentina ha senso ed è efficace, almeno sulla carta, e non violenta la lingua.

Sun, 04/07/2024 - 14:25 Permalink