Politics | NOMI IN CAMPO

"Parlamento, ci sono. Come in nazionale"

Pd, Diego Zanella è pronto a correre per le politiche su Bolzano e Bassa Atesina. "Bene un economista a Roma. Italiani svantaggiati. Renzi? Il migliore per lo sviluppo".
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Foto: Diego Zanella

Diego Zanella c’è. Ed è pronto a essere chiamato dal mister (Renzi), a entrare in campo. In quel terreno di gioco che è la massima istituzione democratica della Repubblica, il Parlamento. Un’arena perfetta per far valere le sue qualità di calciatore, ops, professionista prestato alla politica, a favore dell’Alto Adige e del territorio (Bolzano/Bassa Atesina) in cui potrebbe essere schierato e che professa di conoscere molto bene. È lui stesso, assessore a Merano, a utilizzare la metafora calcistica mentre sottolinea senza le solite ritrosie di rito la propria disponibilità alla candidatura per il collegio valido per la Camera, alle prossime elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il suo nome è tra quelli che per il Pd Alessandro Huber sottoporrà al segretario nazionale a cui spetta l’avallo finale: per far quadrare finalmente il cerchio nell’intricato schema dell’alleanza Svp-centrosinistra regionale sui collegi del Trentino Alto Adige.

Saltobz: All’interno dei democratici prende piede l’ipotesi della sua candidatura per uno dei collegi che l’Svp “lascia” al Pd nel quadro di un faticoso accordo nel quale tutti i partiti dell’alleanza regionale rivendicano un riconoscimento. Lei è disponibile?

Diego Zanella: Sicuramente questa trattativa di cui si stanno occupando il mio segretario e una commissione ad hoc ha una complessità estrema che deriva dagli equilibri politici dei partiti della coalizione e dalla legge elettorale nuova, che va anche studiata. Alcune prospettive spaventano un po’ e il nervosismo è sicuro. È chiaro che Carlo Costa e Alessandro Huber che conducono le trattative devono tenere conto degli equilibri non solo in Alto Adige, ma anche con il Trentino e il nazionale. Se la decisione ultima spetta a Roma, il partito auspica una rappresentanza forte del territorio. E vengo al mio caso. Sono sorpreso e lusingato che sia stato fatto il mio nome.

Secondo il Corriere dell’Alto Adige, il suo profilo tecnico – lei a Merano è assessore a innovazione, semplificazione, lavoro tra le varie competenze – piace all’Svp. Per l’Alto Adige invece il suo spostamento da Merano alla Bassa risulterebbe “improprio”. Come risponde?

L’Svp vuole candidati conosciuti nei territori. Io sono assessore a Merano da un paio d’anni, ad avvicinarmi alla politica fu proprio Costa a cui, non è mistero, sono vicino. Ricordo che sono di Bolzano, nato, vissuto nel capoluogo dove ho studiato e passo quasi tutti i giorni per lavoro. Professionalmente faccio il consulente di innovazione per il Politecnico di Milano e seguo aziende avanzate del settore robotica e dei sistemi avanzati per la sanità, presenti anche nel capoluogo. Qui ho un ufficio e mi muovo spesso su Milano. D’altro canto conosco bene anche la Bassa Atesina. Mia moglie è di Termeno e sono 22 anni che frequento la zona. Ho buoni rapporti a livello politico e conosco i problemi delle forze produttive locali, dei contadini, di chi fa il vino: burocrazia, necessità di semplificazione, problematiche sui controlli e sulla sicurezza. Questioni che vivo tutti i giorni. Il problema all’inizio del fare l’assessore a Merano era proprio che risultavo di Bolzano.

Ad avvicinarmi alla politica fu proprio Costa a cui, non è mistero, sono vicino. Ricordo che sono di Bolzano, nato, vissuto nel capoluogo dove ho studiato e passo quasi tutti i giorni per lavoro. Mia moglie è di Termeno, frequento da 22 anni la Bassa Atesina.

Un’ottima risposta a chi la vede come “forestiero”. La candidatura quindi le interessa?

Sì. Mi fanno sorridere i politici che dicono di non voler andare a Roma. È come andare in nazionale per un calciatore. Se uno ha argomenti per farlo, è giusto che si metta in gioco. Dicono che mi individuano come assessore tecnico, io in realtà ho un profilo da economista statistico, la mia formazione universitaria. Credo che una persona che faccia impresa e conosca i problemi dell’economia sia una risorsa per rappresentare l’Alto Adige in Parlamento. Quasi tutti i candidati sono di formazione giuridico-legale. Avvocati, giuristi. Bressa e Schullian ad esempio. Sono competenze importanti, ma il mondo non si ferma qui. Serve anche uno che legga un bilancio e che abbia confidenza con i numeri.

Un invito a non rimpiangere troppo Francesco Palermo, il senatore uscente, docente universitario di diritto pubblico comparato, che ha deciso di non ripresentarsi aprendo il toto-nomi per il collegio sud della Camera, mentre a quello per il Senato con tutta probabilità verrà schierato Gianclaudio Bressa?

Palermo è mio amico personale, ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo profili diversi. Come dicevo, è importante avere anche chi è in grado di calcolare il ritorno di un investimento, oppure chi conosce da vicino i problemi dell’economia e del lavoro. Questo è il plusvalore che riesco a dare al collegio, all’Alto Adige in generale e all’autonomia. Sono un convinto autonomista e mi sento di rispondere a chi continuamente semplifica e banalizza il senso del nostro autogoverno, una risorsa fondamentale.

Mi fanno sorridere i politici che dicono di non voler andare a Roma. È come andare in nazionale per un calciatore. Quasi tutti i candidati sono di formazione giuridico-legale. Avvocati, giuristi. Credo che una persona che faccia impresa e conosca i problemi dell’economia sia una risorsa per rappresentare l’Alto Adige in Parlamento.

Stando a dei rumors, Costa non la vorrebbe in Parlamento perché ambirebbe a vedere al suo posto Claudio Corrarati, percepito come un potenziale concorrente di Christian Tommasini alle prossime elezioni provinciali. Esiste un fondamento in questa ricostruzione?

Non credo che Costa sia negativo verso di me. Fu lui ad avvicinarmi al Pd. Quanto a Corrarati, non l’ho mai sentito tra i papabili. È una persona nota, si sta muovendo molto ma non è del Pd. Spero quindi che non sia così.

Si cerca anche un profilo “renziano”, perché Bressa è “franceschiniano”. Lei ha i requisiti?

Io ho iniziato a fare politica con Renzi, mi era piaciuto quello che diceva. Partecipo alla Leopolda e sono stato capolista alle primarie per l’attuale segretario. Il suo modello su sviluppo e innovazione è da recuperare. È innegabile che questi cinque anni di governo, seppur faticosi, hanno portato risultati eccezionali in termini di riforme ed a livello economico.

Ma il segretario non ha sbagliato più di un passaggio, ritrovandosi isolato e con un quadro di alleanze quanto mai fragile?

Più che sbagliare passaggi Renzi ha affrontato riforme epocali e chi fa riforme in Italia spacca gli equilibri e viene mal digerito. Ma non vedo onestamente alternative a questo suo agire coraggioso e per me Matteo Renzi è l’unica soluzione per il nostro paese.

Sono un esempio di convivenza, mia moglie è tedesca, i miei figli parlano bene il tedesco e lo stesso faccio io. Siamo il risultato di quello che questa provincia dovrebbe essere. Certo, bisogna lavorare di più su alcuni temi. Parte della popolazione italiana si sente svantaggiata e forse lo è.

Quindi ha fiducia che il segretario nazionale sceglierà il suo nome per il collegio?

Renzi avrà problemi ben più grossi della mia candidatura. Ho fiducia in Costa e Huber che stanno portando avanti la trattativa al meglio. Come curriculum, penso di averlo corretto. Ho elementi di novità, competenza e la voglia di contribuire a dare valore ai territori. In questi 50 anni ho conosciuto bene l’Alto Adige, Merano, Bolzano, la Bassa Atesina. Sono un esempio di convivenza, mia moglie è tedesca, i miei figli parlano bene il tedesco e lo stesso faccio io. Siamo il risultato di quello che questa provincia dovrebbe essere. Persone che hanno sfruttato l’autonomia e il mix di culture. Ringrazio la mia terra per il risultato professionalmente valido che ho conseguito. Certo, bisogna lavorare di più su alcuni temi. Parte della popolazione italiana si sente svantaggiata e forse lo è. Secondo meè necessario coinvolgerla maggiormente negli aspetti positivi che l’autonomia garantisce.

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Esio Zaghet Mon, 01/08/2018 - 17:31

Diego Zanella rappresenterebbe senz'altro una figura valida, in quanto radicato sul territorio e da sempre attivo, sia sul territorio provinciale che su quello di Bolzano, soprattutto in ambito della cultura e della formazione, oltre che dell'innovazione, settori oggi centrali per la crescita e la promozione della nostra realtà. La sua professionalità e la disponibilità dimostrata in questi anni nel rendersi protagonista allo sviluppo di contesti nuovi e innovativi in una città non facile come Bolzano, fanno di lui un candidato autorevole e serio.
In tale contesto, colgo l'occasione per ringraziarlo nell'aver contribuito, in prima persona, allo sviluppo e all'implementazione dell'offerta formativa del Liceo scientifico sportivo Toniolo di Bolzano (oggi realtà conosciuta a livello nazionale e modello di offerta formativa nella gestione degli studenti-atleti per il Coni) e per augurargli un grosso in bocca al lupo per la candidatura.

Mon, 01/08/2018 - 17:31 Permalink