Politics | Dal Blog di Gianluca Trotta

Mi rivolto, dunque siamo

A cent'anni dalla nascita di Albert Camus.
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"Intanto, ecco il primo progresso che lo spirito di rivolta fa compiere ad una riflessione da principio compenetrata dell'assurdità e dell'apparente sterilità del mondo. Nell'esperienza, assurda, la sofferenza è individuale. A principiare dal moto di rivolta, essa ha coscienza di essere collettiva, è avventura di tutti. Il primo progresso di uno spirito intimamente straniato sta dunque nel riconoscere  che questo suo sentirsi straniero, lo condivide con tutti gli uomini, e che la realtà umana, nella sua totalità, soffre di questa distanza rispetto a se stessa e al mondo. Il male che un solo uomo provava diviene peste collettiva. In quella che è la nostra prova quotidiana, la rivolta svolge la stessa funzione del 'cogito' nell'ordine del pensiero: è la prima evidenza. Ma questa evidenza trae l'individuo dalla sua solitudine. È un luogo comune che fonda su tutti gli uomini il primo valore. Mi rivolto, dunque siamo."

[Albert Camus, L'uomo in rivolta (L'homme révolté, 1951), traduzione di Liliana Magrini, Bompiani, 1957, pp. 26-27]

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Stefania Squassoni Fri, 11/08/2013 - 21:29

Fantastico quest'estratto da L'uomo in rivolta! Bella l'idea della rivolta come prima evidenza di un'esistenza (dignitosa). Ho visto/ascoltato anche la presentazione di Robecchi, quella che hai indicato nel tuo commento al post: la concezione dell'Etica della resistenza umana è di grande attualità...E mi piace immaginare Sisifo felice....

Fri, 11/08/2013 - 21:29 Permalink