Culture | SLOWTORCH

Rockers da esportazione

Del disco nuovo, della musica dalle nostre parti, della musica nel mondo: rock, dal locale al globale.
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Prologo

Pronti, attenti, via. Si parte, stasera, giovedì nove ottobre, con la nuova rassegna Unclevanja in Sudwerk.

Quest’anno le serate saranno accompagnate da interviste che curerò personalmente su Salto, per presentare gli artisti nel modo più completo possibile, facendoli parlare. Una chiacchierata, fatta tra persone appassionate di musica, al bar, reale o virtuale, sapendo che poi qualcuno leggerà quanto trascritto, ma tentando di dimenticarselo.

Ho incontrato Bruno Bassi (chitarrista e deus ex machina) e Fabio Sforza (batterista), il 50% degli Slowtorch, in una nota osteria di via San Quirino a Bolzano. Ho tentato di farli ubriacare inventando scuse che giustificassero il mio essere temporaneamente astemio, è finita che se non avessi registrato l’audio avrei dimenticato metà dell’intervista.

Intervista

VZ Partiamo dal concerto, e dal disco che presenterete: sarà un concerto speciale come lo è ogni presentazione di un nuovo figliolo. Sono passati tre anni dall’ultimo lavoro, tanti.

BB Tantissimi. Ci sono stati molti cambiamenti. Tre anni fa è arrivato un nuovo cantante, Mela, che non aveva partecipato alla scrittura dei pezzi precedenti, quindi se li è dovuti imparare. E una volta che Mela era a posto, abbiamo cambiato batterista.

FS E a mia volta ho dovuto imparare quasi tutto ex-novo, anche se seguivo già la band come fonico e in qualche maniera ero pronto a subentrare.

B Prontissimo, ma abbiamo dovuto ripetere di nuovo il processo d’imparare le canzoni, ristudiando di nuovo tutto e togliendo così un po’ di tempo alla parte creativa.

F Yes, anche perché siamo batteristi differenti, chi mi precedeva suonava a doppio pedale, più metal, io ho dovuto adattare il mio suono ai pezzi passati, cercando di non perdere la dinamica che contraddistingue la band.

B In ogni caso, è stato anche un periodo di paternità per la band, bassista prima e cantante poi (non a caso i due assenti all’intervista) ci hanno fatto zii, quindi attendere che qualche tempo passasse è stato quasi dovuto.

VZ Il tutto mentre il vostro ultimo lavoro girava anche fuori dall’Italia

B Sì, recensioni buone dappertutto, due tour UK, eravamo belli caldi, ed era solo un EP. Chiaramente a chi non vive direttamente la situazione pregenitoriale un po’ brucia, ma col tempo si comprende. Si rallenta un processo che è in moto e che vorresti sempre al massimo della velocità. In compenso meno concerti ma più fighi. E membri della band felici come bimbi a Natale.

VZ Questo dunque è il primo disco con questa lineup, ed il secondo ufficiale LP della band, c’è voluto tanto a metterlo insieme?

F Mah, sì e no. E’ stato un processo, dopo le variazioni nella line up eravamo sempre più stufi di dire “Con questa formazione siamo altro”, era strano fare i live con alle spalle un cd che suonava diverso. E’ cambiato tanto, c’è un amalgama nuovo. Dopo un po’ abbiamo deciso di registrare, e 10/11 pezzi sono usciti in un periodo relativamente breve. E abbiamo pronti anche già pezzi nuovi.

VZ Bella traccia di vitalità. Il disco si troverà ai concerti e poi?

B Abbiamo stampato 100 copie in edizione speciale, numerate, a disposizione a partire da stasera al release party. Appena vanno esaurite penseremo ad altro, probabilmente ad un vinile.

VZ Nulla online originale comunque?

B No, le altre volte lo abbiamo fatto, ma questa volta preferiamo il contatto fisico con i fans ai concerti. Peraltro abbiamo mandato i nostri pezzi a qualche mirata casa discografica, è tutto ancora in fase evolutiva.

VZ E se i dischi vanno esauriti stasera?

B Magari, investirem(m)o subito in altro: è un momento in cui se non fai cover non ti pagano gran che, produrre oculatamente e vendere le proprie produzioni è fondamentale per fare ulteriori investimenti. Abbiamo fatto un CD di cui per la prima volta sono veramente contento al 100%, sono molto fiero del prodotto, ma è chiaramente tosta fare una cosa del genere, anche economicamente.

VZ Filiera del prodotto?

F Registrato al NoLogo di Carmelo Giacchino, Mixato da Fabio Sforza me medesimo e masterizzato da Alex Balzamà “Bombale” allo Swiftmastering di Londra.

VZ A proposito di mercato e costi, cosa vi pare della musica indipendente attuale, intesa come no major, no cover/tribute bands?

B Io vedo che i gruppi iniziano a viaggiare alla grande dopo tanto tanto sbattimento. Clutch ed Orange Goblin, per fare due nomi di band che seguo molto da vicino, iniziano piano piano a campare di quello che fanno, gestendo praticamente tutto il proprio mercato dalla concezione del prodotto alla sua distribuzione ed ovviamente esecuzione live. Vent’anni gli ci son voluti, ma ce l’hanno fatta.

F Per me è importantissimo selezionare bene il proprio ambiente, inteso come collaboratori a trecentosessanta gradi. Troppi oggigiorno spammano ovunque se stessi senza filtro alcuno, mentre io vedo molto più vicino un futuro fatto da settori ben definiti, ognuno sviluppato al meglio.

VZ Ma se per esempio vi proponessi 3000€ a concerto per rifare pari pari gli Allman Brothers?

B No grazie, io voglio fare cose mie. Per il pubblico certo anche, ma per me prima di tutto. Mi fanno contemporaneamente tenerezza e tristezza quelli che smettono perché nessuno se li fila al primo colpo.

F Dipende sempre da cosa a una persona interessi fare. Se ti interessa stare in mezzo alla gente ed avere qualcosa di tuo da dire, avere la possibilità di farlo, a prescindere da quanti ti ascoltino, non rinuncerai mai a fare la tua cosa. Se invece ti interessa suonare per arrotondare, o anche semplicemente perché ti piace suonare lo strumento, allora suonare cose altrui può essere gratificante comunque. Ma è tutto un altro sport.

VZ Siete entrambi musicisti attivi da molti anni, secondo voi che è cambiato nella musica come lavoro, come valore, negli ultimi 15 anni?

B Si punta più all’effetto che alla qualità. Sento cose strepitose che non trovano successo, e cose veramente sciatte che fanno il boom.

F Internet ha messo a disposizione discografie intere che si scaricano più per dire “Ce l’ho” che per ascoltarle. Ma credo sia una fase transitoria, perché vedo rispuntare gli appassionati della musica come cultura, anche in episodi della vita di tutti i giorni. Da poco in vacanza a Siviglia sono entrato in un negozietto di dischi e mi è sembrato un flashback ai 90s. Ma ho anche visto che c’è passione e attenzione, proprio il ritorno del vinile come opera d’arte lo testimonia.

VZ Parliamo di Bolzano e scena locale, è più difficile suonare qui?

B Ci sono tantissimi festival, probabilmente una concentrazione tale come in nessun altro posto al mondo, possibilità di suonare ce n’è. Ma una volta che li hai fatti, li hai fatti. I locali sono effettivamente pochi, ma c’è più di qualcuno che fa a vario titolo belle cose. L’opera meritoria tua, di Maurice Bellotti, i concerti al Temple e varie offerte fuori città.

Non si può dire che non passino buoni artisti da queste parti. Chiaramente si tratta di produzioni ridotte rispetto a ciò che offrono altre città. Anche perché va detto che spesso è colpa nostra - parlando da fruitori - che il concerto ce lo facciamo scappare, e finisce che chi prova ad allestirli in mezzo a mille sbattimenti prima o poi smette.

F C’è una grossa voglia di espandere ciò che già c’è, lavorando in studio di registrazione vedo passare molte famiglie musicali piccine che scalpitano per allargarsi, c’è entusiasmo. Però bisogna crescere, sia come produzioni che come pubblico.

B Esatto, è una brutta parola, ma deve ancora crescere l’industria che sta dietro al mercato della musica, dalle nostre parti. Le etichette italiane, ed il loro interesse, si fermano a Verona. Quelle tedesche ad Innsbruck. Noi stiamo in mezzo, nella zona grigia. Devi darti da fare e può funzionare lo stesso.

F Tanti si aspettano che qualcuno venga da te, che con un singolo concerto possa succedere qualcosa. Invece bisogna lavorare, bisogna confermarsi di giorno in giorno, secondo me. Dev’essere uno sprone il fatto che Rick Rubin non verrà mai a sentirti.

VZ Chiusura: miglior disco degli ultimi anni?

B Clutch - Earth Rocker

F Father John Misty - Fear Fun

VZ Miglior live visto a Bolzano?

B I Lento, al Pippo

F Gli Zu, al Pippo

VZ Tre migliori dischi della storia, risposta entro 10 secondi.

B - Ramones Loco Live, Black Sabbath Black Sabbath, Dark Funeral DArk Funeral

F - Iron Maiden Seventh Son Of A Seventh Son, The Cult The Cult, Led Zeppelin Houses Of The Holy