Politics | Alessandro Huber è il mio sindaco di Bolzano, e dovrebbe essere anche il vostro.

Ho 16 anni, voterò Huber

A noi non interessa la politica. I miei amici non votano, non è importante, dicono. Stavo pensando anche io di non votare. Poi ho incontrato Alessandro Huber, voterò.
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Gordon Gekko, in Wall Street - Il denaro non dorme mai, ci guarda negli occhi. Ci scruta, il volto di Michael Douglas, e poi esclama:

"siete la generazione dei tre niente: niente lavoro, niente reddito, niente risorse. Davvero un gran bel futuro".

È una cosa che sappiamo tutti, a scuola. Nessuno ne parla, mai. Non so se esiste un paragone con il tempo in cui voi eravate sedicenni, ma immaginatevi un argomento, una questione che tutti conoscono, ma di cui nessuno vuole parlare. Perché? Mi sono dato due risposte.
Abbiamo paura del nostro futuro, probabilmente. Oppure riteniamo che non ci sia più nulla da fare. Sono tristi risposte entrambe, non trovate?
La politica è per noi il simbolo del nostro antagonista, è il colpevole. Osserviamo il mondo politico dall'esterno, non lo sentiamo nostro, e riteniamo tutti i politici responsabili di aver rovinato il nostro futuro.
Qualcuno di noi viene conquistato dalle urla di chi è stufo e non propone soluzioni, da Matteo Salvini e da Beppe Grillo, e da altri come loro. La politica come cosa pubblica noi ragazzi l'abbiamo dimenticata, anzi, non l'abbiamo mai conosciuta.
Vagavo nel buio in questi mesi, osservando ciò che ci aspetterà alle comunali di maggio 2016 e alla consultazione/referendum sul progetto Benko. 
È vero, per altri due anni non voto, ma ormai è tempo di avere delle idee. È tempo di esprimere la mia opinione, quella che per i miei amici non conta nulla e per alcuni miei insegnanti è fondamentale. 
Non voterò quello che urla più forte, non è andando contro che si costruisce qualcosa. È l'unica cosa che sapevo, fino a qualche mese fa. 
Ma allora chi può significare per me desiderio di cambiamento, passione e al tempo stesso competenza?
Per quanto strano potesse sembrarmi, una soluzione c'era, e militava in un partito che, a livello provinciale, pensavo non avesse più molto da proporre.
Il Partito Democratico a Bolzano vive un periodo di crisi, lo sanno tutti. Due correnti contrapposte con pari potere impediscono che si crei quel clima di passione e di produzione. Quel clima di cambiamento, dove tra tutti c'è la consapevolezza di contribuire al miglioramento della città, del nostro mondo. 
La nuova segreteria provinciale è un esperimento senza precedenti, è la volontà di ripartire da capo. 
Allo stesso modo i tre candidati di queste primarie sembrano più degli outsider che dei possibili candidati del partito più influente della provincia.
Repetto parte favorito, Caramaschi sembra avere buone capacità. Ma né uno né l'altro possono significare per me il cambiamento che mi aspetto.

Alessandro Huber. Ventinove anni, lauree in filosofia e storia. Membro dell'assemblea nazionale del PD e presidente di circolo. È un giovane sognatore, presidente nazionale di un'associazione (Deina) di promozione sociale che realizza percorsi educativi per giovani, scuole ed adulti. 
Oggi è tornato in treno da Cracovia, dopo aver raccontato a centinaia di ragazzi la tragedia dell'olocausto. Hanno visitato Auschwitz, hanno affrontato in modo nuovo tematiche che a scuola significano solamente studiare un altro capitolo. Un'esperienza dalle emozioni fortissime, me lo dicono tutti gli amici che tornano. Ti cambia dentro.
Io ancora non ci sono andato, ho solo sedici anni. Non vedo l'ora che tocchi anche a me percorrere assieme ad altri quell'avventura. Voglio sapere.

Alessandro Huber ha tenuto un discorso formidabile alla Leopoldina (l'Alto Adige che verrà), un discorso che mi ha fatto venire i brividi.

"Sono stato in vacanza su una bellissima spiaggia qualche anno fa. C'era un cartello che mi ha fatto pensare tantissimo. C'era scritto: non portate via la sabbia rosa da questa spiaggia, perché è diritto delle generazioni future poter godere di questa sabbia. 
Se noi svuotiamo, granello per granello, la nostra terra da tutti i valori e da tutte le componenti di diversità e bellezza, che terra lasciamo a chi viene dopo?

Ho deciso di parlargli, e mi ha impressionato subito.
Ho avuto modo di discutere con lui del progetto del Kaufhaus, della viabilità e degli spazi per noi ragazzi a Bolzano. Ho trovato il mio sindaco.
Gli ho chiesto se potevo dargli una mano con le attività del circolo, mi ha accolto a braccia aperte, quanto tempo che non vedevano un ragazzo in quelle stanze. Ho trovato il mio sindaco, e mi resta un compito solo ora, cercare di essere per gli altri come Alessandro è stato per me. Spiegare ai miei amici che la politica è una cosa bella, una cosa che ci riguarda e che dobbiamo salvare. Dopo questa settimana di vacanza tornerò a scuola più carico che mai, cercando di convincere più amici possibile a presentarsi alle primarie del Pd, aperte anche a noi sedicenni.
Non dovrò convincerli a votare Alessandro Huber, dovrò convincerli a considerare per un minuto l'ipotesi che politica significa cambiare il mondo, e ci appartiene.
Una volta che avranno considerato questa ipotesi, arriveranno da soli, come sono arrivato io, ad Alessandro Huber. 
Perché, come lui, a Bolzano, non c'è nessuno.