Society | Save the children

Bolzano in cima per servizi Maternità

Il rapporto "Le Equilibriste" di Save the Children mostra una mappa delle regioni italiane in cui è più facile avere figli: "Paese a due velocità".
Maternità
Foto: Pixabay

"La denatalità ai minimi storici, la disoccupazione femminile a materna, le segregazioni orizzontali e verticali fortemente radicate nel mondo del lavoro, l'asimmetria tra padri e madri e la mancanza di conciliazione tra vita privata e lavoro”.

Questo è quello che si legge nelle conclusioni del rapporto Le equilibriste. Maternità in Italia di Save The Children, pubblicato in vista di questa domenica, per la Festa della Mamma. Il rapporto, attraverso dati raccolti dal Mother's index elaborato su base regionale dall'ISTAT, mostra un'Italia a due velocità: al Nord primeggiano, anche se con alcuni dati in calo, i tre fattori fondamentali individuati dall'Index: la cura della famiglia, i servizi erogati a sostegno della maternità e i dati sull'occupazione.

Le Province di Bolzano e Trento sono ai primi posti in tutte le classifiche stilate per argomento e materia, in netta controtendenza rispetto a quello che succede al Sud. “Non è un paese per mamme”, come scrive Repubblica, riguarderebbe in particolare le regioni Calabria, Sicilia e Basilicata, con la maglia nera della Campania, in fondo alla lista delle regioni che non sono virtuose. A Bolzano e a Trento, invece, la situazione non è solo stabile ma si registrano ulteriori miglioramenti. Mentre altre regioni nel Nord, come l'Emilia Romagna, retrocedono in alcuni settori: la già citata regione, infatti, è passata da un primo posto nel 2008 al quarto in classifica. Il trend generale invece segnala una situazione differente.

"La condizione della madri può migliorare innanzitutto solo se si mira a una crescita sociale del paese"

Una delle prima informazioni fornite riguarda il momento in cui si concepisce un figlio: la media è di 31 anni, ovvero l'età è in aumento. L'altro è quello del lavoro, secondo cui il 37% delle madri tra i 25 e i 49 risultano inattive dal punto di vista lavorativo, a causa – soprattutto – di una scarsa o inadeguata rete di servizi a sostenere la famiglia, in particolar modo ci si riferisce ai bambini sotto i 3 anni che non riescono ad accedere alle strutture pubbliche e private per l'educazione dell'infanzia: oppure addirittura mancanti. Se al Nord-Est si registra una copertura del 30%, al Sud le cifre si aggirano tra i 10 e i 14 punti percentuali. Un altro dato allarmante riguarda le differenze lavorative, infatti 25.000 neomamme si sono licenziate dal proprio posto di lavoro, secondo gli ultimi dati disponibili, colpa della mancanza di possibilità di coniguare la propria carriera con la cura dei figli.

All'interno del rapporto si legge anche: “La complessa realtà che accompagna oggi le madri in Italia oggi, in conclusione, pone diversi obiettivi sfidanti di cambiamento, primo tra tutti quello culturale. La condizione della madri può migliorare innanzitutto solo se si mira a una crescita sociale del paese”. E' per questi motivi che Save The Children auspica un Piano Nazionale strutturale a sostegno della genitorialità. L'organizzazione ancora non sa a quale governo potrebbe rivolgersi per ora, in attesa di sviluppi per la sua costruzione. Ancora dieci giorni?