Chronicle | La svolta

Appiano, il concorso per la villa romana

Si sblocca il progetto di museo mai decollato. Indetta la gara di progettazione per l’area archeologica scoperta nel 2005: la casa del ricco Appius con terme e mosaici.
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Foto: Provincia Bolzano

Una scoperta fatta nel 2005, per un progetto di musealizzazione deciso nel 2010 e mai realmente avanzato a causa della mancanza di finanziamenti. Ora però la svolta - o quella che appare come tale - anche se i tempi non saranno immediati. La Provincia di Bolzano ha indetto il concorso di progettazione per realizzare un percorso espositivo sugli scavi della villa romana rinvenuta (ormai 15 anni fa) in via Aica a San Paolo di Appiano. I lavori di sbancamento per la costruzione di un nuovo edificio avevano fatto affiorare i resti, datata dagli esperti attorno al III-IV secolo dopo Cristo, di un’abitazione dotata di tre stanze decorate a mosaico (di cui due intatti), un sistema di riscaldamento sotto il pavimento e un impianto di bagni. Nel 2016 l’area era stata posta sotto tutela dalla giunta provinciale, assieme all’analoga struttura affiorata nel frattempo al Grieserhof (Bolzano). Ma il progetto non è mai decollato, anche se nel settembre 2019 è stato incluso tra gli interventi da finanziare nel programma triennale della Ripartizione edilizia provinciale, posta sotto l’assessorato di Massimo Bessone.

 

Via alla gara di progettazione

 

L’oggetto del concorso, pubblicato il 6 agosto, è l’elaborazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, a basso impatto ambientale (i partecipanti devono indicare come intendono utilizzare il legno), per la musealizzazione degli scavi. Possono partecipare liberi professionisti singoli o associati, società di professionisti, società di ingegneria, raggruppamenti temporanei, consorzi ordinari e via dicendo. L’istanza di partecipazione va consegnata entro il 2 ottobre 2020, gli elaborati ai fini della preselezione entro il 5 febbraio 2021, mentre per i progetti la scadenza è il 28 maggio 2021

 

 

Particolare di rilievo, le proposte dovranno considerare un costo netto di costruzione stimato dalla Ripartizione edilizia in due milioni e 270.000 euro, oneri della sicurezza inclusi. Non si potrà sforare: “Non sono disponibili ulteriori finanziamenti, pertanto tale limite massimo non può essere superato durante l’elaborazione del progetto di fattibilità” avverte il disciplinare di gara. 

 

 

La villa del ricco Appius

 

Il progetto verte naturalmente sul ritrovamento archeologico effettuato a San Paolo, località a sud-est di Bolzano posta sulla strada del Vino, a 243 metri sul livello del mare, già teatro di insediamenti preistorici come provano i siti archeologici presenti. In diversi luoghi del territorio di Aica, si legge nella ricostruzione storica inserita nel disciplinare, sono stati rinvenuti strati e strutture dell’età del ferro, che testimoniano un insediamento diffuso nella prima metà del primo secolo a.C. La villa in questione si trova lungo una strada ritenuta di accesso alla via Claudia Augusta in una posizione sopraelevata, “dalla quale è possibile controllare facilmente l’area circostante”.

La villa è attribuita al proprietario terriero Appius, da cui potrebbe derivare il nome Appiano-Eppan menzionato nel 590 d.C. dal monaco e storico longobardo Paulo Diacono

Gli storici attribuiscono l’abitazione - attorno a cui sono stati rinvenuti i resti di un insediamento e tombe sempre di epoca romana - al proprietario terriero Appius, “dal quale potrebbe derivare anche il nome Appiano-Eppan menzionato per la prima volta in un documento nel 590 d.C dal monaco e storico longobardo Paulo Diacono”. L’origine della villa a quanto risulta cade in un periodo difficile dal punto di vista economico. La pressione fiscale ed economica aveva spinto un’ampia fetta della popolazione a mettersi sotto la protezione di un signore locale. Il potere si è così concentrato nelle mani di pochi proprietari terrieri. Uno di questi, probabilmente Appius, ha vissuto lì. 

 

Terme e mosaici

 

La zona d’interesse archeologico si differenzia in base alle funzioni della casa. La parte più a sud è costituita dalle terme con le vasche e sarebbe stata presente anche una fontana. Il consistente strato d’intonaco in “cocciopesto” fa infatti supporre che questi ambienti potessero essere a contatto diretto con l’acqua. Resti di lastre di marmo documentano inoltre un rivestimento del pavimento e delle pareti in marmo. Seguono i locali con riscaldamento a pavimento ad hypocaustum, il sottofondo con tubi in laterizio nei quali circolava aria calda che veniva probabilmente prodotta nella zona del forno. I restanti ambienti furono in gran parte distrutti durante un saccheggio. Per questo si sono mantenuti solo i fossati delle fondamenta dei muri. 

 

 

La zona nord è quella più pregiata, per via degli ambienti di particolare bellezza, con mosaici e affreschi, nei locali un tempo riscaldati e adibiti a residenza e funzioni di rappresentanza. Ancora, nel sito ci sono i resti dei canali per l’acqua in entrata e quella di scarico.

 

Il progetto di museo

 

Obiettivo della musealizzazione, prosegue il disciplinare, è rendere quanto più possibile visibili gli scavi e comunicare la relativa storia.

L’opera di protezione, è la prescrizione, deve comprendere e proteggere l’intera zona di rinvenimento dei reperti. Secondo le indicazioni dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro nella zona del pavimento a mosaico si devono prevedere temperature costanti fra 18 e 22 gradi Celsius ed umidità relativa fra il 60 e l’80%. Tutte le altre zone devono essere temperate in inverno e in estate non devono superare i 30 gradi. 

 

 

La costruzione della copertura deve essere chiusa, tutte le aperture delle finestre devono avere un filtro di protezione (filtro UV, filtro infrarossi) per non danneggiare i colori dei mosaici. Un’illuminazione artificiale deve mettere in risalto in modo mirato singole parti dello scavo. 

Il museo dovrà essere pensato per essere gestito presumibilmente da una sola persona. Sarà visitato da singole persone o da gruppi di 25 persone circa, che si muoveranno all’interno su passerelle e avranno a disposizione bacheche, pannelli espositivi e sedute per il riposo. L’apertura sarà prevalentemente stagionale fra Pasqua e novembre, in inverno solo per i gruppi su prenotazione. Previsto uno spazio per un piccolo negozio con la possibilità di bar e tavolini. 

 

L’area diventa pubblica

 

Dal punto di vista urbanistico l’area è ancora inserita nel piano urbanistico come verde agricolo e come zona di rispetto per le Belle arti e a breve sarà destinata a zona pubblica.