Society | Ordine pubblico e sicurezza

I droni per garantire la sicurezza a Bolzano?

Ecco le opinioni diversificate dei consiglieri comunali Margheri e Tomada. Nessuna preclusione ma prevale il desiderio di andare alla radice del 'problema'.

Arrivano i droni-spia per la sicurezza? Parrebbe proprio di sì.
Il quotidiano Alto Adige riferisce che già nel marzo scorso (2013) il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli avviò contatti con il bolzanino Alex Galtarossa dell'azienda ravvenate Italdron. Obiettivo: verificare la praticabilità di questi minielicotteri computerizzati dotati di telecamera per affrontare l'emergenza sicurezza manifestatasi a Bolzano, soprattutto nel centro città, negli ultimi tempi. 
Ma questi attrezzi futuribili godono di un qualche credito in consiglio comunale a Bolzano, dove ogni volta che si dibatte in tema di sicurezza e microcriminalità scoppia la bagarre? 

Interrogata in merito, la consigliera di Fratelli d'Italia Maria Teresa Tomada scoppia a ridere. Ma subito dopo esprime tutta la sua amarezza: è reduce dalla giornata in cui ha soccorso il suo compagno di partito Paolo Bertolucci, picchiato sotto casa dopo un diverbio con alcuni condomini. E dichiara di non avere preclusioni anche se non ha la minima idea sui costi dei droni e sul loro funzionamento, reputandoli comunque migliori rispetto alle telecamere fisse. "Bisognerebbe sapere se funzionerebbero 24 ore su 24, se sarebbero più di uno, ecc. ecc.", dice. E i problemi di privacy? "Non è di certo un problema se si tratta di luoghi pubblici", risponde. 
Per Tomada sarebbe senz'altro opportuno un periodo di sperimentazione nel luoghi più 'caldi' di Bolzano, come il centro storico, la zona della stazione ed i prati del Talvera. Magari utilizzando i droni anche in supporto ai vigili urbani per la sicurezza stradale. 

Guido Margheri, consigliere comunale di Sinistra e Libertà, invece non ride. E dice che "qualsiasi strumento può essere di per sè sperimentato per verificarne l'utilità. Ma aggiunge anche che "occorre sempre fare un calcolo costi-benefici, evitando la guerra tra i quartieri su quale sia il più insicuro ed evitando di illudere la gente.".
Margheri si dice anche preoccupato per i ritardi relativi ad interventi che già da tempo erano stati concordati, come il risanamento dei quartieri, una presenza mirata delle forze dell'ordine anche e soprattutto per contrastare lo spaccio di droga, il gioco d'azzardo e l'abuso di alcol. Per Margheri "gli interventi di prevenzione sociale in sostanza segnano spesso il passo, dando spazio ad iniziative sicuramente spettacolari come quelle dei droni, ideate per avere il consenso delle persone, ma dalla dubbia o limitata efficacia". 
Margheri si dice scettico anche sulla diffusione delle telecamere in città: "abbiamo 160 chilometri di marciapiedi e non sappiamo quante telecamere dovrebbero essere messe, come dovrebbero essere usate, chi dovrebbe gestirle e a che cosa dovrebbero servire". 
Iniziative come quelle dei droni, conclude Margheri, "forse drenano risorse economiche ed umane che invece andrebbero spese sul territorio là dove servono". Per il consigliere di Sel è anche da evitare che l'opinione pubblica percepisca un clima di 'insicurezza diffusa' che pregiudicherebbe di poter identificare i problemi per quello che sono.