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"Ospedale amico del bambino", ma...

Il primo Ospedale in Alto Adige ad essere nominato "Ospedale nemico del papà". Da me...
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Presto avremo il nostro secondo bambino. Dovrà nascere a Merano all’Ospedale Franz Tappeiner.

Anche il nostro primo figlio è nato lì. Siamo molto contenti per come era andato tutto e siamo ancora grati per l’accompagnamento professionale ed amichevole. 

Sapevamo già allora della certificazione ricevuta dall’Unicef "Ospedale amico del bambino" che riguarda principalmente l’aiuto all’allattamento, ma anche in generale avevamo sentito parlare solo bene del reparto nascita e puerperio dell’ospedale di Merano.

Avevamo preso in considerazione un parto in casa. Però un po’ per la sicurezza, un po’ per i soldi, ci siamo sentiti più tranquilli con la scelta ospedale.

Questa seconda volta invece il problema della sicurezza non ce lo poniamo più tanto, nel senso che abbiamo meno incertezze. Anche i soldi non sono più un problema per fortuna. Però alla fine abbiamo scelto l’ospedale di nuovo. Soprattutto perché la prima esperienza era così buona ed anche perché a casa, tra vicini, primo figlio e via e vai di gente in cortile per un cantiere dai vicini, non ci sembrava il caso.

Detto tutto ciò, vorrei fare il punto su due questioni: 

La prima questione mi preme già da quando ci siamo informati per la prima volta sull’argomento:

 come mai un aiuto finanziario al parto in casa da parte della provincia è un rimborso di soli 500 euro (il parto in casa ti costa intorno ai 2000 per le o la ostetrica che ti segue prima, mentre e dopo il parto) se in ospedale il costo per la provincia ammonta a circa 7000 euro a parto? 

Dovrebbero almeno pagartelo tutto. Visto che per la nascita un ambiente familiare ed intimo è di fondamentale importanza e il rischio di complicazioni statisticamente non è maggiore per una nascita a casa ben seguita (anche durante la gravidanza). 

Per approfondimenti: http://www.nascereacasa.it/domande-sul-parto-in-casa/

Seconda questione:

al momento, a Merano, il papà che ha giustamente diritto di assistere al parto del suo bambino o della sua bambina e che tendenzialmente è di fondamentale sostegno alla donna nel momento così speciale che è il parto, deve arrivare con un certificato di tampone antigenico negativo al Covid non più vecchio di 48 ore. Se non ce l’ha, viene mandato via. 

Questo nella pratica, che al momento è la mia realtà, significa che il papà deve idealmente dalle tre settimane prima della data presunta del parto, iniziare a tamponarsi ogni due giorni. Teoreticamente può andare avanti fino a due settimane dopo quella data presunta, perché in queste cinque settimane la nascita viene considerata "a termine". Dopo viene indotto il parto. 

Diciamo che dobbiamo metterci il cuore in pace e recarci in farmacia ogni due giorni per spendere forse intorno ai 250 euro se il nostro parto sarà verso la fine di questo periodo. Ma mettiamo da parte la questione soldini che sono anche detraibili dalle tasse e mettiamo da parte lo fastidio di dover recarsi in una farmacia ogni 48 ore, stando attenti di non essere neanche mai “scoperti” per una notte. Preoccupazione seria, visto che in sala parto ci dicevano al telefono l’altro giorno che il secondo bambino arriva al 90% durante la notte.

E certamente ci sarà una ragione per questa regola strana, che solo la futura neomamma e non il papà (o altra persona di fiducia che può accompagnare la donna al parto) viene testato all’arrivo effettivo in ospedale prima del parto.  

Abbiamo chiamato in sala parto a Merano per sentire la ragione e ci è stato detto questo: „...è la politica dell’ospedale e no, non lo facciamo mai hai partner, neanche la notte se il test è scaduto di poche ore, perché se no dovremmo farlo a tutti...”

Si certo. Ma allora? Cosa vi costa mi chiedo io? Più di 15 euro? Visto che lo state già facendo alla donna, uno in più non può essere complicato. 

Sinceramente questa “decisione politica”, organizzativa o quella che vuoi, sinceramente mi fa un po’ arrabbiare. Perché uno impara al corso preparto che per la donna è fondamentale sentirsi a suo aggio quando partorisce e che di solito la presenza del proprio partner è fondamentale per questo. Inoltre, uno sente fortemente il bisogno suo e della sua donna di vivere insieme questo momento. Poi magari non è così per tutti. Posso parlare solo per noi. 

In ogni caso a Merano all’ospedale Franz Tappeiner a quanto pare non la vedono esattamente così, o almeno lo sforzo di organizzare la possibilità del tampone all’ospedale per il papà era troppo.

Sul sito dell’Azienda sanitaria si legge che l’ospedale di Merano è stato il primo Ospedale in Alto Adige ad essere nominato dall'Unicef "Ospedale amico del bambino". 

Io aggiungerei che al momento si merita pure il certificato "Ospedale nemico del papà" e in conseguenza anche della mamma e del bambino in realtà. Un giudizio un po’ duro forse, ma mi sento veramente svalutato come papà e partner, da questa politica. 

Inoltre, si legge sulla stessa pagina dell’azienda sanitaria: "Siamo contenti se il Vostro partner o un'altra persona di fiducia Vi accompagna durante il parto." 

Ma se per caso non riuscite ad avere il certificato del tampone negativo nel momento giusto, son cachi vostri, anche se sono le due di notte. Dovrebbero aggiungere.