Politics | Dopo la tragedia

"Bolzano apra il Palasport ai migranti"

Deeg replica al Comune: "Tutti gli esperti dicono che le persone in transito devono restare nel capoluogo". Rabini: "I 150 posti in periferia non bastano".
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Foto: Hannes Prousch

“Il Comune di Bolzano apra il Palasport”, dice l’assessora Deeg. “La Provincia apra i Centri di assistenza straordinari in periferia, il capoluogo non può fare da solo”, replica il Comune. Attualmente è un dialogo tra sordi quello fra Palazzo Widmann e il Municipio. La tragica, inaccettabile morte per freddo di un ragazzo egiziano di 20 anni in transito verso nord, ha innescato uno scambio di accuse fra enti, ma intanto le persone continuano a dormire in strada e le temperature sono in picchiata.

Prova ad essere costruttiva, l’assessora alle politiche di integrazione del Comune di Bolzano, Chiara Rabini. “Gli interventi della Provincia devono essere strutturali e permanenti per far fronte a flussi migratori costanti, ripristinare i Centri di assistenza straordinari chiusi nel 2020, prorogare il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati SIPROIMI - ex Sprar - e se possibile ampliarlo; prevedere inoltre case per lavoratori senzatetto in tutti i comuni”. La Provincia, come annunciato da Kompatscher, chiederà ai comuni e comunità comprensoriali di aprire 150 posti entro due settimane. “Questo – afferma l’assessora - è un primo passo necessario, ma non sarà sufficiente. Il numero di posti va a mio avviso commisurato all’attuale bisogno (che pare essere più elevato dei 150 posti previsti, Caritas parla di 330 pasti in più alla loro mensa) e ai flussi giornalieri di arrivi/transito”. Bolzano è una città di confine lungo la linea del Brennero e inevitabilmente le persone vi transitano. Secondo Rabini nel capoluogo “dovrebbero essere previsti i posti per quelle persone che sono di passaggio o che non hanno i requisiti per accedere al sistema provinciale e infatti da anni si chiede infatti un centro di transito a bassa soglia”. Bisognerebbe inoltre utilizzare il modello usato anche con l'emergenza Ucraina dello sportello unico con tutti i primi servizi per l’accoglienza.  “Visto l'abbassamento delle temperature è necessario un intervento immediato della protezione civile per non lasciare le persone in strada nell’attesa dell’ampliamento della rete di accoglienza”, conclude Rabini.

“Mi astengo da ogni commento sugli attacchi personali – afferma l'assessora Waltraud Deeg, in particolare rispondendo al sindaco Renzo Caramaschi che l’aveva attaccata dai microfoni Rai -  e mi limito a dire che due settimane fa all’interno del Consorzio dei comuni è stato instaurato un gruppo tecnico che coinvolge tutti i dipartimenti provinciali coinvolti, i Comuni, il commissariato del governo. Sarebbe meglio smetterla con le polemiche e pensare alle persone che dormono in strada.  Il Comune nel 2015 mise a disposizione il Palasport, e anche ora dovrebbe fare la propria parte”. Ma il Municipio vuole proprio evitare la concentrazione dei migranti di passaggio nel capoluogo, viene da obiettare. “I Cas li abbiamo chiusi perché per i migranti di passaggio non avrebbero aiutato. In questo siamo confortati dalle opinioni di tutti gli esperti. I migranti in transito è preferibile stiano nel centro principale fino alla ripartenza. Avviene così dappertutto. I migranti non si muovono dal centro principale per ragioni logistiche. Quello che aiuta è fare punti di accoglienza con stanze riscaldate come avveniva in stazione nel 2015. Che questa sia la soluzione migliore lo dicono tutti e io lo vado ripetendo da settimane, è tutto protocollato e documentato. Agli attacchi personali non rispondo, ma chiedo che il Comune apra le strutture di emergenza e faccia la propria parte. Con le polemiche tra enti non aiutiamo le persone in strada”.

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Karl Trojer Mon, 12/12/2022 - 11:20

Es kann doch nicht sein, dass ein junger Mensch in Bozen zu Tode erfriert ! Hier, so meine ich, ist die zuständige Landesrätin Frau Deeg zur unverzüglichen Hilfeleistung verpflichtet !

Mon, 12/12/2022 - 11:20 Permalink
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Erich Daniel Mon, 12/12/2022 - 13:49

Der heutige Aufruf des Bischofs (Dolomiten) zu Solidarität mit Flüchtlingen und Obdachlosen ist angebracht. Aber wenn ich bedenke, wie viele Immobilien die Kirche in ganz Italien besitzt, wie viele weitgehend fast leer stehende Häuser sie in Südtirol besitzt (Klöster, Pfarrhäuser), dann stellt sich mir die Frage, ob da nicht auch noch Raum - "Raum" im wahrsten Sinn des Wortes - für praktizierte Nächstenliebe wäre.

Mon, 12/12/2022 - 13:49 Permalink