Economy | Reddito

“I pusteresi sono bravi”

Nella classifica del reddito Brunico si piazza al primo posto, Martello all’ultimo. Ne scaturisce l’immagine di un Alto Adige assai differenziato sul piano socio-economico.

Qual è il reddito medio nei comuni altoatesini? I dati per il computo delle addizionali comunali all’Irpef, relativi al 2011, sono stati pubblicati sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ne risulta che il reddito imponibile medio nazionale è pari a 23.482 euro. Il più alto tasso di benestanti vive a Basiglio, in provincia di Milano (53.589 euro). In Lombardia pure il comune i cui cittadini godono del reddito medio più basso: Valsolda, in provincia di Como (11.998 euro).

In Alto Adige ai vertici della classifica troviamo Brunico, con un reddito medio di 29.064 euro e 300 dichiarazioni da 100mila euro e più. All’ultimo posto il comune di Martello, nell’omonima valle, laterale della Venosta. Qui la media non supera i 17.269 euro e di ricchi over 100mila non c’è la minima traccia.

Gli altri principali centri urbani altoatesini? I bolzanini hanno un reddito medio di 27.673 euro (in 1.697 dichiarano più di 100mila euro), i meranesi di 26.933 euro (586 oltre 100mila), i brissinesi di 27.715 (316 nella fascia massima).

Il sindaco di Brunico, Christian Tschurtschenthaler, non nasconde una certa soddisfazione. “Già in passato il nostro comune si era piazzato ai primi posti. Questa è la conferma di un dato che già si conosce”. Il motivo? Semplice: “Abbiamo dei bravi imprenditori, parecchie piccole e medie imprese e poi… i pusteresi lavorano molto bene”. I primo cittadino (appena eletto in Consiglio provinciale, passerà presto il timone al vicesindaco Renato Stancher) cita ad esempio la GKN, “un’azienda che quest’anno ha compiuto cinquant’anni, ha più di 1.200 dipendenti e ottanta persone che lavorano nel medio e alto management dell’azienda in tutto il mondo. Per me questo è il segnale che i pusteresi sono molto bravi: quando c’è da pensare, pensano e quando c’è da lavorare, lavorano. Da anni – prosegue Tschurtschenthaler – si vede che anche nei momenti difficili noi mettiamo mano alle cose e cerchiamo i migliori risultati…” Quindi la crisi nel capoluogo pusterese dunque non si sente? “Questo no, la crisi si percepisce anche a Brunico. Facciamo pur sempre parte di un contesto più ampio. Ma abbiamo la fortuna di avere un turismo che funziona ancora discretamente bene. Abbiamo previsto investimenti importanti per il prossimo futuro. Il 30 settembre abbiamo deliberato la realizzazione di un nuovo villaggio turistico, con una spesa di 21 milioni a carico della società funiviaria Plan de Corones. Poi abbiamo approvato un progetto di hotel a cinque stelle per un costo di trenta milioni di euro. Sono investimenti nel futuro – ripete il sindaco – che porteranno benessere. Il turismo per me è il fattore trainante per gran parte dell’economia. Se il turismo funziona tutti gli altri settori ne hanno beneficio”. Verrebbe da pensare che i trecento che dichiarano più di 100mila euro siano dunque albergatori. “Non penso, al momento, perché il turismo richiede appunto investimenti costosi. Ci sono però molti liberi professionisti, come i commercialisti, che a Brunico trovano sicuramente un ottimo ambiente di lavoro…” Capito.

Da Oriente a Occidente: è sempre Sudtirolo, ma pare un altro mondo. Nemmeno il sindaco di Martello, Georg Altstätter, è sorpreso nel vedere il suo comune vestire la maglia nera nella classifica dei ricconi. Sono cose che si sanno, dice. Del resto “tutto il nostro territorio è al di sopra dei mille metri, c’è poca popolazione, non c’è tanto turismo, c’è invece molta agricoltura…”

Ma in sostanza, c’è la percezione di una situazione di disagio economico oppure, tutto sommato, si vive bene comunque? Il sindaco esita un po’. Poi mormora: “Io dico che si vive bene comunque, ma non ci sono le risorse come forse ci sono a Brunico…” Ride. “Manca l’economia… e quei posti di lavoro dove uno riesce a guadagnare di più”. I giovani se ne vanno altrove a cercare occupazione? “Sì, come in tutti i luoghi che sono lontani dai centri urbani. Hanno dei problemi. E in futuro i problemi diventeranno sempre più gravi. Perché attualmente tutto il gioco si fa nelle città, Merano, Bolzano, Bressanone, Brunico… Il lavoro si trova lì, non certo nelle valli…” La Venosta è zona storicamente depressa sul piano economico. “Se guarda la statistica – suggerisce Altstätter – troverà altri comuni venostani, penso, no?” In effetti  Tubre e Laces sono in condizioni simili a Martello. I comuni principali della valle sono Silandro (23.892 euro), Malles (21.319) e Naturno (21.824). Quali siano i motivi del divario, per il sindaco, è difficile dirlo: “Martello ha sei abitanti per chilometro quadrato. Siamo pochi su un grande territorio e questo territorio è sopra i mille metri. Non è facile  sopravvivere. Ma i motivi sono più d’uno. È sempre stato così nella storia e le cose non cambiano da un giorno all’altro”. È forse la stessa Provincia, come si sente spesso dire, a trascurare la Venosta? Altstätter non si sbilancia: “Noi speriamo che la Provincia ci aiuti, come ha fatto fino adesso, in modo da poter recuperare la situazione, arrivando al livello degli altri comuni”.

Se c’è un insegnamento da trarre dai dati del reddito è che anche in questa terra le disuguaglianze sono quanto mai presenti e che il Sudtirolo è tutt’altro che un blocco monolitico. A cominciare proprio dagli aspetti economici e sociali.