Culture | Teatro & scienza: Il principio dell'incertezza

Vi presento Skippy!

Una lezione di fisica quantistica ispirata a Richard Feynman che Andrea Brunello dedica a suo figlio. A ciò si aggiunge una confessione che ci rivela un segreto. Uno spettacolo di teatro scienza ovvero il tentativo di coniugare la conoscenza scientifica con il lavoro teatrale.

Alcuni giorni fa, alla Biblioteca provinciale italiana, si è svolta l'anteprima in forma di monologo di Il principio dell'incertezza, l'ultima produzione della compagnia Arditodesìo /Teatro Portland di e con Andrea Brunello. La prima avrà luogo il 23 aprile al Dipartimento lettere e filosofia dell'Università di Trento, dove in scena ci sarà anche il musicista Enrico Merlin.

Fin dall'inizio il professore ci esorta a non cercare di capire tutto.

Lui vuole insegnare la meraviglia, la conoscenza viene dopo.

Alla lavagna ci disegna i risultati dei vari esperimenti della doppia fenditura. "La storia della scienza è piena di risultati che hanno cambiato tutto." Ci illustra il principio dell'indeterminazione che lui preferisce chiamare dell'incertezza. Per parlare di probabilità prende una scatola e ci racconta del gatto di Schrödinger. Piano piano ci accompagna quasi per mano fino all'affermazione che c'è un altro universo oltre al nostro. E anche una "non-scientifica" come colei che scrive riesce a seguire i ragionamenti.

Nei ricordi d'infanzia del professore impariamo a conoscere il pino centurione e un altro modo di porci davanti alle cose e di guardarle. (E qui inizia la parte forse più prettamente teatrale, narrativa, artistica … - ma nell'uomo ci sono spesso più nature coesistenti!) Ci legge una poesia scritta per la figlia in cui parla di "atomi con una coscienza".

Poi la confessione di un dolore profondo e alla fine tutto si tiene (visualizzato da un nastro giallo sgargiante).

Silenzio (sospeso) in sala ... Il pensiero scientifico non è arido e freddo.

Nello spettacolo in biblioteca la lavagna, sulla quale il professore ha continuato a segnarci formule e grafici, assieme al luogo stesso hanno favorito la dimensione raccolta, quasi intimista e il ritmo invitava ancor più a seguire il filo. Nello spettacolo "completo" la scenografia sarà in parte diversa e la musica avrà un ruolo molto più importante e presente.

E' stato senz'altro un gustosissimo assaggio!

(Per chi volesse leggere e scoprire: Sei pezzi facili e Sei pezzi meno facili di R. Feynman, ed. Adelphi)