Environment | In consiglio

Fucili a salve contro i lupi

Respinta la mozione Freiheitlichen per usare “ogni mezzo” a protezione degli allevamenti. Sugli strumenti per la dissuasione c’è già l’intesa. Si attende l’ok dell’Ispra.
Lupo, Wolf
Foto: Flickr/_ Liquid

No al dispositivo in cui si proponeva il ricorso a tutte le “misure deterrenti necessarie” in attesa di ottenere i permessi legali per “attuare in autonomia il prelievo e l’uccisione di lupi”. Sì invece alle altre azioni utili a proteggere il bestiame dei pascoli alpini, a partire dall’utilizzo dei fucili a salve sul quale la Provincia di Bolzano aspetta il parere nazionale dell’Ispra. Dopo un confronto che ha coinvolto le opposizioni e la giunta il consiglio provinciale ha bocciato con 21 no, 10 sì e un astenuto la mozione dei Freiheitlichen sulla questione del lupo in Alto Adige. Arno Kompatscher e Arnold Schuler hanno aggiornato l’Aula sugli ultimi sviluppi riguardo ai grandi carnivori. Sia sul tentativo, difficile “ma possibile”, di modificare tramite l’Euregio la direttiva europea Habitat del ’92, sia riguardo alle possibili misure di dissuasione (da affiancare a quelle di prevenzione) che non siano “cruente” per gli animali.

 

Una linea “più coraggiosa”

 

Presentando la propria mozione, i Freiheitlichen sono partiti da alcune considerazioni. Il successo negli ultimi anni delle misure di protezione, che ha permesso un significativo ripopolamento in tutta Europa. Ancora la presenza in Italia “di ben il 20% di tutti i lupi europei” e quella nella provincia di Bolzano. Infine, la linea definita “più coraggiosa” annunciata in materia di lotta ai predatori dal vicino Tirolo.

“L’ufficio caccia e pesca - è il messaggio dei consiglieri Andreas Leiter Reber e Ulli Mair - ha confermato che in Alto Adige ci sono almeno 13 lupi e che in alta val di Non almeno un branco si è stabilito in modo permanente. Anche in altre zone della provincia gli avvistamenti di lupi sono sempre più frequenti e aumenta il numero di capi di bestiame da essi sbranati. Va tenuto presente che il Sudtirolo è un territorio densamente popolato anche al di sopra delle medie altitudini. E che la stessa esistenza dell’agricoltura di montagna dipende dall’utilizzo degli alpeggi per il pascolo”.

I consiglieri hanno quindi chiesto di insistere sulla strada aperta dalla legge provinciale 11 del 2018, che permette al presidente della Provincia, dietro parere positivo dell’Ispra, di autorizzare cattura o uccisione dei predatori problematici. La richiesta diretta all’esecutivo era appunto quella di adottare “le misure deterrenti necessarie fintanto che non saranno messe a punto le basi normative per attuare in autonomia il prelievo e l’uccisione di lupi”.

 

 

Il dibattito con minoranze e Svp

 

Nel dibattito in Aula i primi ad intervenire sono stati i Verdi. È vero, hanno sostenuto i rappresentati del gruppo ecologista, che il presidente del Tirolo vuole modificare lo status di protezione del lupo, ma di conseguenza, hanno aggiunto, il commissario europeo per l’ambiente ha comunicato chiaramente che ciò non può essere fatto. “Per modificare le linee guida sugli habitat ci vuole il voto unanime di tutti gli Stati Ue. È invece possibile dissuadere il lupo - hanno aggiunto i consiglieri - affinché abbandoni certe zone, così come tutelare le greggi, per esempio con i cani pastore. Bisogna abbandonare l’approccio emotivo e passare a uno più ragionevole”.

Dopo l’apertura sulle misure di dissuasione precisata dai Verdi, i consiglieri di Süd-Tiroler Freiheit hanno manifestato una posizione più vicina a quella dei Freiheitlichen. “Questi animali causano gravi danni all’agricoltura, e non basta dire che la Ue impone di non intervenire. Ci vuole una gestione comune nell’arco alpino; gli animali andrebbero prelevati e messi in aree non problematiche, altrimenti i contadini si aiuteranno da soli”.

Josef Unterholzner, ex Team K e ora unico rappresentante del gruppo Enzian, ha ricordato che “in Svizzera il lupo viene rimosso perché le persone possano continuare ad abitare i monti: bisogna chiedersi se si vuole proteggere l’agricoltura di montagna oppure si preferisce che tutto torni allo stato selvaggio”.

Il gruppo Svp ha manifestato una posizione mediana. “È vero che ci sono le linee guida degli habitat flora e fauna, ma anche le nazioni possono prendere decisioni in merito, tanto che in alcuni Paesi della Ue si va a caccia di lupi. La situazione crea grande insicurezza tra gli agricoltori: è necessario affrontare la questione e trovare una soluzione, utilizzando le possibilità date dall’autonomia”.

 

“Direttiva Habitat, modificarla è possibile”

 

Dopo l’intervento del Team K (contrario alla mozione, in quanto “chiede cose già possibili, come la dissuasione con fucili a salve o sensori”) sono intervenuti il governatore Arno Kompatscher e l’assessore alla fauna Arnold Schuler.

Gli esponenti della giunta hanno ricordato le norme giuridiche in vigore, non solo la direttiva Habitat ma anche la Convenzione internazionale di Berna che vale anche per la Svizzera. “La situazione è più complessa di quanto ritengano i cittadini - hanno sostenuto presidente e assessore -. La protezione ha garantito un notevole aumento della popolazione dei lupi, che ora sono secondo le stime 2.500-3.000 in Italia, di cui il 10-15% viene prelevato in maniera illegale. In problemi in Alto Adige ci sono, soprattutto in periferia, ma è difficile modificare questo status di protezione. Ora, su incarico dell’Euregio, è in elaborazione un parere legale per intervenire sulla direttiva europea: ci sono buone possibilità di riuscire, ma ci vorrà del tempo. In quanto alla dissuasione, essa comprende fucili a salve, ma anche in questo caso è necessario il parere dell’Ispra, che si sta attendendo”.