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Sempliciottificazione

Semplificazione: 1. si hanno fenomeni di semplificazione quando una struttura più complessa è sostituita da una più semplice, cioè «più facile, più agevole>>
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Chi parla di semplificazione, per il momento e in Italia dovrebbe prima di tutto leggere una qualsiasi definizione  del termine, su un qualsiasi dizionario, che più o meno recita così:

"Quando una struttura più complessa è sostituita da una più semplice, cioè più facile, più agevole" e io aggiungerei meno costosa.

Traccerò un piccolo quadro, della "semplificazione" con cui sono venuta in contatto negli ultimi tre anni, certa di aver toccato con mano, solo alcuni piccoli aspetti. E pur avendo provato con impegno a salutare con favore la tecnologia nell'amministrazione pubblica,  mi rendo conto che è stata pensata, non da persone che lavorano nel mondo reale, ma da sempliciotti di spirito, che provengono da una cultura della burocrazia, che hanno trasferito dall'amanuense al digitale, con un aggravio di costi indescrivibile per i cittadini.

Prima di nominare ancora quella parola, sarebbe opportuno accertarsi di averne compreso la definizione esatta, perchè come diceva Bruno Munari "semplificare è la cosa più difficile, perchè devi sapere cosa togliere, mentre complicare è facile perchè puoi aggiungere ciò che credi".

Glossario per non addetti:

1. Intrastat: il ministro Tremonti rende obbligatoria la presentazione del documento ogni 3 mesi. E' una dichiarazione che prima era annuale sotto i 100.000 euro di fatturato e oggi è trimestrale, a prescindere dall'importo e racconta allo Stato se hai fatto fattura all'estero. Che di per sè già glielo racconti con i registri IVA, ma non gli basta...

Il problema nasce dal fatto che se mi chiamano per 200,00 euro ad un convegno ad Innsbruck, e devo pagarne 50,00 €  di consulente, per farmi fare la dichiarazione Intrastat, che si realizza passando attraverso accessi e canali complicatissimi,  declino educatamente l'invito  Se vado alla conferenza, ci devo aggiungere alcune ore di lavoro per la trasmissione dei documenti al consulente e una fattura in più.

2. Durc: Documento Unico di regolarità contributiva, viene richiesto in caso di rapporti economici con la Pubblica Amministrazione, per attestare la regolarità contributiva dell'azienda. Prima era sufficiente aver pagato i contributi. Ora si devono assolvere una serie di adempimenti (per la trasparenza e la semplificazione), per cui se manca una comunicazione ("per chi" sono stati versati i contributi), il Durc resta bloccato, tanto quanto se non fossero stati versati i contributi. Quindi altro versamento al sacerdote della burocrazia per l'adempimento comunicativo, che si fa attraverso i soliti canali "preferenziali". Risultato? 3 mail di chiarimento con l'INPS, che vede i dati solo una settimana dopo il caricamento, ritardi nei pagamenti da parte degli enti, e interessi passivi bancari che salgono se i pagamenti non entrano puntualmente, oltre alla fatturina del commercialista, che aumenta...

3. F24: modulo online con cui versare le tasse. Prima se eri a saldo zero, cioè se avevi pagato più tasse del necessario e le compensavi con altre da pagare, ti arrangiavi  con l'home banking. Un clic ed era fatta. Ora no, si deve passare ai canali preferenziali, attraverso i nostri sacerdoti della burocrazia, che senza colpa perchè in realtà tutto questo non lo hanno deciso loro, ti aiutano a districarti e ti addebitano un altro tantunque per il  districamento... Risultato 3 telefonate col commercialista e una fattura in più.

4. E-proc: procedure di acquisto online da parte della Pubblica Amministrazione. Prima di mandavano un fax, tu confermavi l'ordine, mandavi la merce o prestavi il servizio, pagavano e chiudevi la partita. Ora c'è l'avviso di gara pubblico, devi scaricare e stampare una serie di documenti PDF, che però l'Amministrazione non predispone SCRIVIBILI, quindi li compili a mano, li firmi digitalmente, li ricarichi sul portale, aspetti il risultato della gara, ricevi l'ennesimo PDF, che scarichi, stampi, compili a mano (mordendoti le mani per aver smaltito tra i rifiuti ingombranti la sana e vecchia macchina per scrivere... perchè nell'era del computer che ci fai?), firmi digitalmente, ricarichi. Risultato 1 gg di lavoro, contro 10 minuti. 

5. Dulcis in fundo... LA FATTURA ELETTRONICA... Ancora non è d'obbligo nell'isola felice dell'Alto Adige Südtirol, ma presto lo diverrà. In compenso in Italia, per una volta prima della classe rispetto a noi, va già di moda. Uno cosa pensa? "Beh, mandi una fattura in PDF, attraverso la posta certificata ed è fatta, no?" eeeeehhhh, sembra facile. No devi accedere al sistema S.I.D.I attraverso il codice univoco ufficio, comunicando il CIG e il CUP, poi devi anche tenere l'archiviazione separata, ossia le fatture di carta, fatte alle aziende private da una parte, registrate in un posto e quelle elettroniche dall'altra, registrate in un altro posto. Oppure puoi decidere di avere un registro unico, e pagare comodamente il commercialista, che ti trasferisce tutte le fatture di carta, in formato elettronico, così hai un archivio unico. Risultato? Prima per registrate una fattura ci mettevi 3 minuti, oggi 1 ora, finchè passi tutti i documenti allo scanner e li mandi al commercialista, che stacca fattura....

La  sempliciottificazione, perchè di questo si tratta non serve a nessuno, non fa crescere le imprese, non toglie costi, non cambia i paradigmi, non ci farà uscire dalla crisi.