Economy | Il progetto

Stop all'analfabetismo finanziario

Il mese dedicato all’educazione finanziaria sbarca in regione. La conoscenza dei temi economico-finanziari resta appannaggio di pochi.
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Foto: Markus Spiske

Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria. Iniziato, come ogni anno, con il lancio della World Investor Week promossa da IOSCO (International Organization of Securities Commissions) – l’organizzazione internazionale che si occupa della regolamentazione dei mercati di valori mobiliari – continuerà, fino alla sua ultima giornata, con un calendario fitto d’eventi, sia online che in presenza. A livello nazionale, gli appuntamenti sono organizzati secondo una ricca programmazione che cerca di coinvolgere tutte le regioni con la partecipazione di enti locali sia pubblici che privati. La rassegna è sponsorizzata dal Governo attraverso il portale dedicato QuelloCheConta. Due date vedranno coinvolta anche la regione Trentino-Alto Adige: la prima quella del 29 ottobre a Trento curata da Pensplan Centrum SpA e la seconda del 30 ottobre, che avverrà online, organizzata in collaborazione tra Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio e Federazione Trentina della Cooperazione.

Il tema dell’educazione finanziaria richiama molta attenzione da parte delle istituzioni. Il nostro Paese non raggiunge nemmeno la sufficienza se comparato con altri Paesi quando si tratta di dimestichezza con le tematiche legate alla gestione del denaro. Secondo uno studio del 2020 effettuato dalla Banca d’Italia, gli italiani che non raggiungono un grado di conoscenza sufficiente in materie economico-finanziarie sono oltre la metà. A livello internazionale le cose non vanno certo meglio con l’Italia che si colloca penultima in classifica, ben al di sotto della media OCSE.

 

Il risultato non cambia se guardiamo ad altri studi. Nell’indagine condotta da OCSE-PISA e dedicata all’alfabetizzazione finanziaria, il Belpaese non si dimostra all’altezza e si attesta ad una 12esima piazza all’interno del campione di venti Paesi.

Eppure l’Italia è da sempre un Paese di grandi risparmiatori. Nell’ultimo anno, come mostra la rielaborazione Bankitalia dei dati ISTAT, anche per effetto del Covid, i risparmi degli italiani si sono addirittura impennati. Il Trentino Alto-Adige non fa eccezione, e anzi i depositi sui conti correnti hanno registrato una crescita, come si evince dalla relazione annuale della prima banca italiana sullo stato dell’economia regionale.

Messi uno accanto all’altro, sono dati che stridono e in apparente contraddizione, tuttavia mostrano un quadro in realtà molto preoccupante. L’incapacità oggettiva da parte degli italiani di gestire il proprio danaro, vale a dire i frutti del proprio lavoro. E se i guadagni risparmiati servono per assicurarsi un futuro stabile e tranquillo, guardando al panorama previdenziale c’è solo da temere. Il cruccio dell’insostenibilità del sistema pensionistico italiano attanaglia i programmi di governo e non sembra esserci soluzione se non una transizione verso un sistema ibrido come quello tedesco.

L’alfabetizzazione finanziaria risulta, dunque, uno strumento fondamentale per il sostegno delle famiglie italiane e dell’economia più in generale. Conoscere il significato e i meccanismi che governano l’inflazione, i tassi d’interesse, o il funzionamento di un ETF e di una gestione separata non può più rimanere una prerogativa di pochi esperti del settore, ma deve diventare l’abc di una nuova cittadinanza consapevole.

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Karl Trojer Fri, 10/22/2021 - 09:39

Più grave, mi sembra, è , que a livello mondiale la concentrazione del potere finanziario cresce vertiginosamente, e con la meta del denaro digitale, pure esso concentrato nelle mani di pochi potentissimi, il piccolo e medio "risparmiatore" ne diverrà schiavo. Qui le autorità competenti europee devono intervenire al più presto !

Fri, 10/22/2021 - 09:39 Permalink