Society | Trasporto pubblico

La chiusura di via Cesare Battisti

Breve racconto di un epopea quotidiana che affrontano da qualche giorno i pendolari che si muovono di mattina nel capoluogo altoatesino.
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.
L'innocuo avviso della chiusura di Via Battisti
Foto: Screenshot/suedtirolmobil.info

Sono le 7.45 di un insolitamente tiepido martedì invernale su viale Europa, nel cuore della periferia bolzanina. Una quindicina di persone è in piedi alla fermata Passaggio Walter Tobagi, in attesa del passaggio del "famigerato" bus 5 in direzione centro. L'applicazione südtirolmobil sembra essere offline e non c'è modo di prevedere l'arrivo di un mezzo se non grazie alle ipotesi azzardate degli astanti. Dopo qualche minuto un nuovo, modernissimo autobus elettrico da 18 metri arriva nel silenzio e apre le sue porte. Tutti salgono, forse ignari di tutto quello che li aspetterà in un tratto che, per la maggior parte dei passeggeri, non supera nemmeno i 5 chilometri.

Il viaggio prosegue abbastanza tranquillo per le prime fermate, eccetto qualche rallentamento causato dal camion della raccolta rifiuti, che non può nulla se non occupare per un paio di minuti la carreggiata. Arrivati alla seconda fermata di via Roen, l'autista si alza dal sedile ed urla a gran voce che chi deve scendere nelle prossime 3 fermate dovrà prendere il prossimo mezzo: egli è obbligato a deviare su viale Druso, svoltare a sinistra in Corso Italia per poi tornare sulla rotta prevista a partire dalla fermata di Via Longon, Tutto ciò per un cantiere all'incrocio tra viale Duca d'Aosta e via della Zecca, svolta eseguita già con fatica dai mezzi da 12 metri e che con i 18 metri del bus in dotazione sarebbe un ostacolo insormontabile. Ignaro del problema, rimango sul mezzo, pensando a un ritardo di una manciata di minuti o poco più.

Il bus riprende la marcia nel traffico e senza troppe difficoltà arriva al semaforo tra viale Druso e Corso Italia, al quale gira a sinistra seguendo la normale rotta dei bus 3, 8 e 110, tra gli altri. Superato l'incrocio, il traffico diventa intollerabile e, se non si è fermi, si percorre il viale a passo d'uomo. L'"attraversamento" di Corso Italia dura in totale 19 minuti. La coda di auto, camion e pullman (in maggioranza) è imbottigliata a causa del semaforo che fa svoltare a destra all'incrocio tra Corso della Libertà e Corso Italia. Tutti i bus, non potendo svoltare poco prima in via Cesare Battisti a causa di un cantiere (evitando così l'incrocio), passano a uno a uno nei 3 secondi scarsi in cui è previsto il semaforo verde. E poi via ad un altro ciclo semaforico.

L'autista si innervosisce visibilmente (arrivando a tirare pugni sul volante), l'applicazione südtirolmobil ritorna a funzionare e scopro che il bus su cui viaggio è in ritardo di 23 minuti sulla tabella di marcia: probabilmente il conducente ha già dovuto attraversare l'ingorgo arrivando dal deposito. Superato l'incrocio, la maggioranza dei passeggeri scende tra via Longon e Piazza Domenicani tra qualche borbottio e finisce così la loro epopea tra le strade bolzanine.

Non basterebbe molto: modificare i tempi semaforici non (credo) sarebbe un grosso problema, allungando di un po' la durata del verde per permettere, durante il periodo del cantiere, uno scorrimento del traffico sì peggiore del solito, ma quanto meno tollerabile.