Risposta all’editoriale di Roberto Magurano “Questione di stile – I candidati imparino da San Martino”

Corriere dell’Alto Adige del 20 ottobre 2013
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Gentile Signor Magurano, mi permetta di dire che condivido in pieno le Sue considerazioni in merito a come i politici si pongono nei confronti dei cittadini, in particolare nei periodi di campagna elettorale. Lei ha perfettamente ragione quando dice che i politici dovrebbero prendere esempio da San Martino, patrono assai caro ai credenti della nostra terra.

Fin da quando è nato il nostro movimento, noi del M5S sosteniamo che in politica si debba innanzitutto procedere ad una riduzione delle spese per la campagna elettorale e che sia assolutamente necessario abolire le pratiche, a nostro avviso assai poco nobili, di acquisire i consensi attraverso l’offerta di cene elettorali o quant’altro. Tutte spese che, in ultima analisi, gravano sulla collettività, visti i lauti rimborsi elettorali cui i partiti si sono sempre riservati il diritto di accedere, in barba alla volontà popolare espressa nel referendum del 1993. Come dire: “ti regalo questo, tanto paghi tu”.

Ma questa è storia vecchia, diciamo un nostro cavallo di battaglia, un brano da Hit Parade, che potrà suonare un po’ ripetitivo e persino fastidioso a certe orecchie, abituate al suono delle trombe dei partiti, ma che noi non intendiamo assolutamente smettere di suonare. E così sono a ribadire che anche il Movimento 5 Stelle Alto Adige Südtirol, come tutte le liste presentate dal Movimento in occasione di altre elezioni, rinuncerà ai rimborsi elettorali, fossero anche milioni o centesimi di euro: non importa. E rinuncerà non per demagogia o populismo, come ci viene spesso e da più parti rinfacciato. No, noi rinunciamo per rispetto della volontà popolare. Si potrebbe anche ipotizzare, in linea teorica, che i finanziamenti pubblici ai partiti siano, per qualche ragione che magari potremmo anche condividere, necessari. E sono certamente lecite le posizioni politiche di chi sostiene con forza che lo siano. Noi però abbiamo come faro la volontà popolare, quella di un popolo che li ha aboliti con una maggioranza schiacciante del 90% e quindi, per così dire, la questione per noi è chiusa, a meno che non si riapra coinvolgendo nuovamente i cittadini in un referendum propositivo. È innanzitutto una questione di rispetto delle leggi ed in seconda battuta anche di coerenza. Perché uno dei mali di cui soffrono il nostro Paese ed in qualche misura anche la nostra Provincia, è proprio questo: il continuo e persistente aggiramento delle norme, attraverso giochetti politici, in funzione di esigenze che poco hanno a che vedere con le reali necessità della collettività. Lo stiamo vedendo anche in questo periodo in Parlamento, con la triste sceneggiata della decadenza di Berlusconi. Queste, e non altre, sono le nostre ragioni, dopodiché ognuno potrà giudicare le nostre scelte come meglio ritiene, posto che ancora esiste, per fortuna, la libertà di pensiero. Ci giudichino pure quindi: noi andremo avanti per la nostra strada, seguendo il consiglio di un uomo saggio - forse non un santo per noi occidentali, ma per il suo popolo certamente sì - che ha cambiato le sorti della sua nazione e del mondo: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Gandhi. Essere, appunto, anziché avere. Nel caso dell’India ha funzionato, per quale motivo non dovrebbe funzionare anche da noi? Ed in ragione di questo modo di essere rinunceremo anche a metà dell'indennità consiliare, prendendo soltanto 2500 euro netti. Diciamo che questo è il nostro piccolo mantello, non certo confrontabile con quello di San Martino – non siamo dei santi - ma è quello che possiamo fare. Giudicateci pure e ricamateci su tutti gli articoli e le riflessioni che riterrete opportune. A noi semplicemente non interessa, perché l’essere a posto con la propria coscienza è la base su cui ciascuno di noi potrà costruire un futuro migliore del presente che stiamo vivendo.

Rinunciare ai rimborsi ed a metà del compenso migliorerà la nostra società? Siamo consci che la sola riduzione dei costi della politica non è minimamente sufficiente a risolvere i problemi che abbiamo. Non solo: siamo consci del fatto che a gran pearte dei cittadini importi poco o nulla di questi tagli, se poi nelle loro tasche non arriva comunque niente. Agli elettori interessa, e giustamente, una politica che risolva i loro problemi. Ma è con il buon esempio e con idee nuove e talvota andando controcorrente, essendo anche "politicamente scorretti" che si potrà risollevare la nostra società dal baratro economico, culturale e sociale in cui è drammaticamente precipitata.

Noi non offriamo e non offriremo mai pasta o brioches a nessuno. Non offriremo nemmeno soluzioni preconfezionate. Ciò che ci interessa di più è coinvolgere la gente in un'idea nuova di concepire la vita pubblica. Per la campagna elettorale ci siamo autotassati per cinquanta euro a testa, più i contributi volontari, sempre di modestissima entità, da parte di attivisti e simpatizzanti. Tutto sarà rendicontato a dovere, nell’ottica della più totale trasparenza. Ci impegnamo a dare voce ai cittadini in Consiglio Provinciale ed è per questo motivo che il nostro programma elettorale, pur impostato sui temi che riteniamo più importanti ed urgenti per la nostra terra è - e sarà sempre - “in corso d’opera”.

Cordiali saluti

Claudio Volcan