Society | In margine alla presentazione di Salto

Paura dell'acqua alta

Siamo troppo spesso vittime d'irragionevoli paure. Dovremmo dotarci di ragionevole coraggio.

Solo un paio di considerazioni veloci. Mi sono venute in mente durante la presentazione di Salto alla conferenza stampa di venerdì scorso. Come suggerisce il titolo, il tema riguarda la paura di annegare, di essere sommersi.

Io vengo da una città di mare e so bene di cosa parlo. “Non andare nell’acqua alta” era un consiglio assai diffuso. Lo enunciavano le madri apprensive – i padri si limitavano a pensarlo –, ma ce lo dicevamo anche da soli, quando ci azzardavamo un po’ in là, per poi tornare subito indietro, non appena i piedi non riuscivano più a toccare il fondo.

Due degli appunti preventivi che ho sentito rivolgerci, mi riferisco ancora alla conferenza stampa, sono stati questi: non avete paura che, una volta aperta la vostra community all’universo mondo, vi arrivino in casa personaggi sconvenienti? Non avete paura che emerga qualche gruppo di potere e vi costringa a sottostare al suo controllo, alla sua volontà? Qui lo schema seguito è che le cose siano naturalmente inclinate al peggio. Sempre e solo al peggio. Nasce un nuovo portale d’informazione basato, come il nostro, anche sulla partecipazione di chi lo legge? Bene, immaginiamoci cosa potrebbe farlo fallire. Farlo annegare, appunto.

A questo punto propongo un cambio di prospettiva. Un “salto gestaltico”, per così dire (anzi, l’ho detto, e hanno riso tutti). A chi esprime paure di quel tipo consiglierei di non attendere che sopraggiunga il peggio, ma d’impegnarsi concretamente al fine di aumentare la superficie delle cose buone da trovare qui (ma anche altrove). Certo, ci vuole un po’ di coraggio e d’iniziativa per saltare il fosso e passare dal lato di quelli che attendono a quello di coloro che fanno. Ma non dobbiamo avere paura dell’acqua alta e non possiamo illuderci di svuotare il mare col nostro piccolo bicchiere. Buttiamoci e impariamo a nuotare sul serio.

 

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Barbara Benetti Sun, 03/24/2013 - 19:51

Caro Gabriele, sono con te. Sono i nostri pensieri a determinare la nostra realtà: allora decidiamo che realtà desideriamo e iniziamo a crearla con il pensiero.

Sun, 03/24/2013 - 19:51 Permalink