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“Parli zebrese?”

“Neppure noi. Ma altre lingue sì”. Parte la campagna comune di Provincia e associazioni economiche in favore del plurilinguismo. Oltre gli slogan c’è di più?
#multilingual
Foto: Asp

Il multilinguismo è un’opportunità, dice il buon senso, ma come fare per uscire dal reticolato della retorica e rendere realmente la società più inclusiva? La domanda non è oziosa (purché non si parli di scuola bilingue diffusa). Un approccio scelto dai tre dipartimenti alla cultura e le direzioni istruzione e formazione della Provincia, insieme agli operatori economici e linguistici locali, è ora quello del marketing comunicativo: una campagna di sensibilizzazione al plurilinguismo che partirà nelle prossime settimane.

L’obiettivo di #multilingual, questo il nome della campagna, è attirare l’attenzione sul tema. Cinque poster in cinque lingue diverse saranno affissi presso le pensiline degli autobus e nelle stazioni ferroviarie di tutto l’Alto Adige. “Parli zebrese? Sprichst du Luchsisch? Baieste Camaleonesc? Do you speak Lionish?” sono gli slogan che campeggiano sopra cinque diverse figure antropomorfe.

 

#multilingual

 

“Con questa campagna desideriamo trasmettere diversi messaggi, il primo dei quali è che parlare più lingue rappresenta un arricchimento individuale, ma anche collettivo - dice Giuliano Vettorato, assessore alla cultura italiana - il plurilinguismo permette l’incontro tra persone provenienti da diversi ambienti culturali. Chiunque guardi oltre i propri confini linguistici e culturali, potrà allargare il proprio orizzonte e aprirsi a nuove prospettive”.

In sintonia l’assessore alla cultura in lingua tedesca Philipp Achammer: “Da anni il Consiglio d’Europa ribadisce l’importanza che i cittadini europei sappiano esprimersi in almeno due altre lingue oltre alla loro madrelingua. Ma solo poche regioni in Europa raggiungono questo obiettivo. Viviamo in una terra trilingue in cui il plurilinguismo è una condizione naturale - evidenzia Achammer - e pertanto è sempre stato promosso adeguatamente. Dobbiamo saper sfruttare questa opportunità perché conoscere più lingue non solo fa aumentare la nostra autostima e le nostre competenze sociali, ma in un’Europa, in cui ognuno può liberamente scegliere dove lavorare, significa soprattutto essere più competitivi”.

Presente all’appello anche l’assessore alla cultura ladina e vicepresidente Daniel Alfreider: “Comprendere e parlare più lingue, nella nostra società è quasi diventata una consuetudine. Il monolinguismo rappresenta per lo più un’eccezione. Vorremmo incoraggiare le persone ad attivarsi maggiormente e cogliere le molteplici occasioni e offerte per migliorare le competenze linguistiche. La lingua orale è indispensabile per il plurilinguismo”.

 

Il valore aggiunto

 

Opinioni unanimi (ma sarebbe strano il contrario) anche dal mondo dell’economia e del lavoro. “Nel mondo globalizzato di oggi, il plurilinguismo è una competenza indispensabile - afferma Michl Ebner, presidente della Camera di commercio di Bolzano - se si vuole mantenere l’attrattività dell’Alto Adige in ambito commerciale, con la prospettiva di aprirsi a nuovi mercati, c’è bisogno che i collaboratori siano plurilingui”.

A fargli eco Marina Rubatscher Crazzolara, albergatrice e presidente del Comitato dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Bolzano. “Il plurilinguismo non è rilevante solo per i dirigenti o per le aziende che operano a livello internazionale, al contrario lo è per tutti i lavoratori e in tutti i settori. Soprattutto nel turismo la conoscenza di diverse lingue è estremamente importante. I clienti scelgono i luoghi in cui si sentono più a loro agio e questo comprende anche poter comunicare nella propria lingua”.

Parla di plurilinguismo come di “valore aggiunto”, infine, Hannes Mussak, presidente del Südtiroler Wirtschaftsring - Economia Alto Adige. “Chi parla più lingue ha più successo. Desideriamo rafforzare questa consapevolezza e allo stesso tempo incoraggiare le persone a migliorare le proprie competenze linguistiche”, conclude.

 

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Gianguido Piani Mon, 10/26/2020 - 15:50

La necessità di conoscere più lingue e cosi ovvia che sembra assurdo doverla sottolineare con una campagna pubblicitaria, certamente non a costo zero.
Viste le enormi problematiche attuali dovute a COVID sarebbe forse stata meglio una campagna rivolta soprattutto ai giovani e basata su slogan come “dispenser, anche uno schizzo aiuta”, “non un dispenser, ma un alleato!”, “il vero eroe porta la maschera” o “no mascherina – non parti!” Questo sarebbe particolarmente importante sui treni, dove i poveri viaggiatori con mascherina sono esposti di continuo e contro la loro volontà a lunghissimi monologhi su DCPM, obblighi sui mezzi di trasporto pubblico locale e così via. Il pessimo uso della lingua è sottolineato da tautologie quali “proteggere naso e bocca con idoneo sistema di protezione” e numerose aggiunte verbali che non forniscono alcuna informazione utile. STA e Trenitalia, l'abbiamo capita! Vogliamo finalmente tagliare?

Mon, 10/26/2020 - 15:50 Permalink