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Foto: SALTO - Ismaele Pianciola
Politics | Bolzano

Bene comune: due pesi e due misure

Caramaschi e Andriollo invitano i cittadini di via Visitazione ad "accettare" la comunità alloggio. Giusto, ma lo stesso zelo non viene messo in altre zone della città.
  • Il sindaco Caramaschi e l’assessore Andriollo hanno tutto il diritto di dire ai residenti di via Visitazione che una casa di comunità alloggio, in quella via, s’ha proprio da fare. A Bolzano c’è poco spazio, si sa, e una volta che il Comune ha identificato un fazzoletto di terra dove si può edificare - con il vantaggio di non trovare opposizione tra le forze di maggioranza - è meglio procedere, in fretta, anche se si va ad aumentare la già altissima densità abitativa del quartiere più densamente popolato di Bolzano. 

    Il fine poi, è encomiabile - comunità alloggio destinata alla disabilità - con in più la promessa che parcheggi interrati rimpiazzeranno quelli che scompariranno in superficie. Di cosa si lamentano quindi gli abitanti del quartiere? Sindaco e Assessore vanno oltre queste semplici spiegazioni nella lettera che firmano sull’Alto Adige di domenica. Parlare di via Visitazione, scrivono, “significa parlare di bene comune, un concetto che nasce da molto lontano.” 

  • A peso d'oro: Per realizzare i 600 metri di ciclabile "alle spalle" di via Druso il Comune spenderà 1,4 milioni. Originariamente doveva essere larga 7 metri ma i proprietari hanno protestato e si è ristretta. Foto: (Foto: salto.bz)

    Non so quanto lontano nasca questo concetto, ma sembra che in alcune zone della città gli abitanti abbiano bisogno di un ripasso - o forse proprio impararlo da capo. Verrà adottato d’ora in poi per affrontare tutti i problemi che affliggono la nostra cara Città di Bolzano (come la chiamano nella lettera)? “È il bene comune a renderci comunità,” scrivono giustamente Caramaschi e Andriollo, e adottare questo concetto potrebbe essere molto utile per affrontare con un po’ di visione le sfide della città. Sarebbe stato molto utile anche in discussioni recenti, come quelle sui cancelli in via della Vigna che hanno sbarrato l’accesso a pedoni e ciclisti - un bene comune per chi senza inquinare (pensando anche al bene comune!) passeggiava o andava all’ospedale in bici. Ma in quel caso si tratta di terreni e consorzi privati, si obietterà. Ricordo infatti appelli pubblici al buon senso da parte di Sindaco e amministrazione comunale ai proprietari di verde agricolo e di grandi ville. Se poi in privato abbiano abbiano fatto appello anche al concetto di bene comune per convincere gli abitanti di quelle ville (che, dopotutto, vivono nella nostra cara Città di Bolzano) a mantenere un diritto di passaggio per bambini e biciclette, non sembra abbiano avuto molto successo. 

  • I cancelli sono diventati più alti e tecnologici e la soluzione trovata - costruire una nuova ciclabile per aggirare via della Vigna mentre i cancelli restano ben sigillati - costa al contribuente un milione e 400 mila euro, di cui 800 mila per i rimborsi di espropri. (Nota obbligatoria: evviva ogni nuovo metro di ciclabile. Evviva tutte le ciclabili costruite da questa Giunta). Per i proprietari “la cifra sembra coprire una rendita presunta del meleto per i prossimi 50 anni,” come ha scritto Fabio Gobbato. Il progetto della nuova ciclabile era partito come parco lineare di sette metri ma i proprietari dei meleti hanno protestato: il terreno espropriato è diminuito, anche se il costo dell’esproprio è aumentato. Avranno ricevuto questi proprietari una bella lettera che dice che è urgente recuperare il concetto di bene comune contro la visione individualista dell’uomo? Non lo sappiamo, ma certo hanno fatto un affare.

    Se è il bene comune che ci rende comunità, questo dovrebbe valere anche per chi ha la fortuna di vivere nell’ormai ex Cuneo Verde, lo spazio cittadino che era stato pensato, quello sì, come bene comune - un concetto, scrivono ancora Caramaschi e Andriollo ai residenti di via Visitazione “che dobbiamo tenerci ben stretto tra le mani” - tranne se quelle mani possono chiudere i cancelli.

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Andrea Terrigno Mon, 11/27/2023 - 14:13

Purtroppo ad oggi non è stato inventato il vaccino contro l'ipocrisia, che mi faccia venire un nodo alla lingua se parlo in modo disonesto.
Purtroppo non si possono elargire sonori sberloni-sveglia a chi continua a vivere nella propria bolla.
Quindi avanti con le fandonie, tanto il popolo è occupato a sbarcare il lunario, mentre chi già possiede più di quello che gli spetta continua ad arraffare.
Poi tutti a piangere merenda quando i reazionari-pseudo-fascisti-pratico-razzisti guadagnano voti.

Mon, 11/27/2023 - 14:13 Permalink
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Massimo Mollica Mon, 11/27/2023 - 17:31

Io comunque continuo a non capire perché in una città piena di stabili abbandonati o inutilizzati vi sia la necessità di costruirne di nuovi. Uno a caso il grande mega stabile in via Zara visibile dal ponte Talvera. È uno stabile inutilizzato da parecchio tempo! Perché nkn può essere riutilizzato e riqualificato?

Mon, 11/27/2023 - 17:31 Permalink
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Simonetta Nardin Tue, 11/28/2023 - 12:26

In reply to by Massimo Mollica

Assolutamente d'accordo (anche per le minori emissioni di riqualifica che costruzione ex novo con consumo di suolo)!
In una città con emergenza abitativa come Bolzano i palazzi sfitti sono un bene comune! Qui volevo sottolineare l'ipocrisia di bollare di egoisti cittadini che abitano in un quartiere già densamente costruito senza aver mail chiesto lo stesso slancio etico ai ricchi abitanti di quello che era il Cuneo Verde. E sarebbe il caso che anche la Habitat di Tosolini ora riceva una ramanzina da sindaco e assessore sul significato di bene comune contro l'individualismo dell'uomo e un invito a "sentirsi comunità" - magari riqualificando qualche edificio e affittando a prezzi decenti qualche appartamento vuoto...

Tue, 11/28/2023 - 12:26 Permalink
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Gianguido Piani Mon, 11/27/2023 - 18:12

"di cui 800 mila per i rimborsi di espropri [...] la cifra sembra coprire una rendita presunta del meleto per i prossimi 50 anni”

Perche' quando privatizzano telefoni, ferrovie, centrali elettriche considerano invece il valore materiale residuo di impianti gia' ammortizzati? Una locomotiva? Ferro vecchio. Una centrale elettrica? Solo un ammasso di vecchie travi e cavi. Mai che dismettano servizi pubblici in base al loro valore previsto per il futuro, 50 anni sarebbe un ottimo riferimento.

Mon, 11/27/2023 - 18:12 Permalink