Economy | lavoro

Ammortizzatori sociali per ricollocarsi

Le bandiere del sindacato dovrebbero sventolare durante tutto il ciclo di vita attiva delle persone.
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

L'ennesimo caso di un'azienda che chiude i battenti, come quello ripostato ieri su queste colonne relativamente alla "Fucine Alto Adige" di Cortaccia,  conferma che il sindacato deve rapidamente cambiare strategia se vuole continuare a garantire la tutela collettiva delle persone. In questa lunga crisi economica di sistema e quindi non ciclica, la mera tutela dei posti di lavoro non basta più. 

Oggi è necessario pensare ad una tutela del lavoratore estesa a tutto il ciclo della vita attiva e pertanto anche durante i periodi di disoccupazione.  Siamo stati abituati per decenni a vedere le bandiere sindacali sventolare fuori dalle fabbriche in crisi, ma quelle stesse bandiere sono state sempre ammainate al termine della vertenza lasciando le persone coinvolte al loro destino. Per introdurre nell'ordinamento provinciale una legislazione di sostegno a questa nuova impostazione delle tutele, aiutati dall'accordo di Milano e dalla successiva norma di attuazione dello Statuto di Autonomia ottenuto grazie alla volontà poltica del Trentino, abbiamo chiesto alla classe dirigente locale d'intervenire.

Siamo partiti dalla piattaforma sindacale presentatata a tutte le forze poltiche che si erano candidate alle elezioni del 2013 per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Successivamente l'assessore competente ha costituto un gruppo di lavoro nell'ambito della Commissione Provinciale per l'impiego che proprio nel giorno della manifestazione di Cortaccia ha discusso il testo che era stato elaborato nei mesi scorsi. Il 2015 dovrà essere l'anno nel quale questa norma diventerà operativa per dare risposte al numero crescente di disoccupati di lungo periodo rilevati ormai anche in Alto Adige. Attraverso questi nuovi strumenti, potranno finalmente essere avviati dei percorsi di riqualificazione professionale mirati alla ricollocazione delle persone e quindi analizzando le richieste che ci sono nel mercato del lavoro. Questo anche attraverso il ricorso ad agenzie provate che saranno pagate solo se troveranno un lavoro stabile a chi gli verrà affidato.

Un risultato di questo genere sarà raggiungibile se ci sarà un riordino del finanziamento alla formazione continua che ancora mentre scriviamo è frammentato in 7 leggi provinciali e in altrettante ripartizioni. Serve una visione d'insieme e un coordinamento per utilizzare al meglio le risorse, sempre più scarse, a disposizione. Inoltre servirà un incientivo al contratto di apprendistato per lavoratori in mobilità e in ASPI (la nuova indennità di disoccupazione) e il riconoscimento nell'ambito della valutazione della qualità per  le imprese che aderiscono a questo modello e che partecipano agli appalti pubblici. Il disegno di legge contiene anche altre misure che, per ragioni di spazio, qui non riportiamo. L'insieme di queste misure saranno fondamentali per iniziare a guardare al futuro con rinnovato ottimismo. Il sogno di chi oggi fa ancora sindacato con passione e crede ancora che la tutela collettiva sia necessaria per invertire il trend negativo della ditribuzione funzionale dei redditi, rimane quello di poter essere presente anche nel momento di maggior difficoltà dei propri rappresentati: quello durante il quale, perdendo l'occupazione, si rischia anche di perdere la dignità di cittadino.