Chronik | Caso Gröber

Fatali ipotermia e mancati soccorsi

Sentito in aula Raniero, il medico che fece l’autopsia alla donna trovata in fin di vita e morta in ospedale a Merano. Nel processo è imputato il compagno della vittima.
 Caso Gröber aula Tappeiner
Foto: Seehauserfoto
  • “Se fosse stata subito soccorsa, se non ci fosse stata un’ipotermia di mezzo, probabilmente si sarebbe salvata”, queste le parole di Dario Raniero, il medico che eseguì l’autopsia di Sigrid Gröber, la cameriera di 39 anni, ritrovata all’alba del 19 febbraio 2023 in fin di vita e poi morta poco dopo in pronto soccorso. Oggi (20 marzo) in Corte d’Assise a Bolzano si è tenuta la terza udienza del processo a carico dell’imputato Alexander Gruber, accusato dell’omicidio preterintenzionale della compagna. 

    La corte, presieduta dal giudice Stefan Tappeiner, ha ascoltato il medico Dario Raniero e il consulente della difesa il dottor Piergiorgio Tubaro, che hanno cercato chiarire le cause del decesso di Sigrid Gröber. La donna era stata trovata abbandonata al freddo seminuda e con evidenti lesioni presso l’alloggio di servizio che era del compagno, accusato di averla uccisa. L’imputato, all’epoca custode della scuola alberghiera Kaiserhof di Merano, era presente in aula. Presenti anche la madre e la sorella della vittima, costituite parte civile assieme alla figlia minorenne della vittima, rappresentate dall’avvocato Martin Fill, e l’avvocato Lukas Plancker, che rappresenta la Provincia Autonoma di Bolzano, anch'essa parte civile nel processo

  • Le valutazioni del medico

    Axel Bisignano: Il pubblico ministero Axel Bisignano, procuratore della Repubblica, durante il processo. Foto: Seehauserfoto

    Il pubblico ministero Axel Bisignano ha chiesto al dottor Raniero di ripercorrere le tappe dell’autopsia compiuta il 21 febbraio del 2023. “Dall’ispezione esterna è stato rilevato un buon numero di lesività traumatiche, per lo più ecchimosi ed escoriazioni distribuite su capo, torace, arti inferiori, collo. Le uniche zone risparmiate erano dall’ombelico alle ginocchia”. Sono state poi mostrate alla corte le immagini scattate durante l’autopsia delle svariate lesioni ed ecchimosi della donna che, secondo il medico, sarebbero attribuibili ad un mezzo contundente come un martello o un bastone, pugni, gomitate, calci ecc. “Il numero e la distribuzione delle lesioni non le rendono compatibili con una caduta accidentale” queste le parole di Raniero che ha rilevato anche lesioni costali, determinate da una pressione sul torace. 

  • “Non si può escludere che queste fratture siano state causate dalle manovre di rianimazione avvenute in seguito ad un arresto cardiaco in sede di soccorso. Il massaggio cardiaco per essere efficace deve essere forte, quindi potrebbe essere questa la ragione delle lesioni costali, ma non si può escludere che riguardino traumi di tipo contusivo”. Questo punto sarebbe particolarmente rilevante, ai fini del processo. Se il pubblico ministero, infatti, dovesse decidere di modificare il capo d’imputazione, escludendo le costole rotte, si riaprirebbero i termini per la difesa per chiedere che il processo si svolga con rito abbreviato. 

    Il medico legale ha poi riferito delle condizioni della vittima, determinanti in questo specifico caso. La donna infatti è stata trovata con un fegato malfunzionante, affetto da cirrosi derivante dall’abuso di alcol. Anche dall’esame del sangue della vittima è stata rilevata il giorno del decesso una concentrazione alcolica molto importante di 3,48. 

  • Il medico Dario Raniero che eseguì l'autopsia. Foto: Seehauserfoto

    Raniero si è infine concentrato sulla causa finale della morte, ossia l’arresto cardiocircolatorio irreversibile sostenuto da una serie di concause che hanno portato alla morte di Gröber: “È stato un concorso di cause, c’erano condizioni patologiche di partenza, era anemica, aveva una cirrosi. Il fatto di avere meno sangue e problemi a coagulare sono già fattori predisponenti, a cui si sono aggiunti da una parte l’intossicazione alcolica che porta ad una ipoventilazione e dall’altra l’esposizione a basse temperature”. La vittima è stata infatti trovata mezza svestita nel mese di febbraio ed è stata segnalata dai soccorritori una grave ipotermia. “Lesioni ed intossicazione non sono sufficienti a spiegare il decesso, l’apporto causale dell’ipotermia è importante”, prosegue il medico, che interrogato sulle tempistiche dei soccorsi risponde: “Se fosse stata subito soccorsa, se non ci fosse stata un’ipotermia di mezzo, probabilmente si sarebbe salvata”.

  • La difesa

    Le legali di Gruber, Alessandra D’Ignazio e Claudia Benedetti hanno cercato di evidenziare i fattori pregressi che, come Raniero stesso ha rilevato, hanno contribuito alla morte di Gröber. In particolare, è stato fatto riferimento all’anemia di cui la vittima soffriva e ai problemi al fegato della donna, che erano già presenti in alcuni referti medici del 2012 e si erano aggravati poi in una epatite alcolica riscontrata nel 2020. 

    La difesa si è poi concentrata sull’origine delle molte lesioni presenti sul corpo della vittima, con l'obiettivo di ricondurle non ad una colluttazione con il compagno ma ad una caduta accidentale. Raniero, interrogato dalla difesa, ha però affermato che erano presenti sul corpo più lesioni a forma di “cerniera lampo”, riconducibili probabilmente ad uno stesso strumento che prima è stato appoggiato e poi strisciato. “È possibile che si tratti di un grattamento, ma è più probabile che siano lesioni da parte di terzi”. 

  • Alessandra D’Ignazio: L'avvocata della difesa oggi in aula. Foto: Seehauserfoto

    È stato poi esaminato dalle parti Piergiorgio Tubaro, il medico consulente della difesa, la cui ricostruzione delle cause della morte di Gröber si concentrerebbe sulle condizioni di salute pregresse della vittima. Il danno cronico da alcol, l’anemia e la cirrosi epatica sarebbero secondo Tubaro molto gravi, e sommate all’ipotermia avrebbero causato la morte della donna. 

    Sulle lesioni e le ecchimosi sul corpo della vittima Tubaro afferma che queste potrebbero essere compatibili anche ad una caduta, in parte esclusa da Raniero in favore dell’ipotesi di lesione di terzi. La vittima, prosegue Tubaro, soffriva di crisi epilettiche e si era recata diverse volte in pronto soccorso per questo motivo. L’epilessia della donna e soprattutto il massiccio consumo d’alcol avrebbero potuto, secondo il medico, causare la caduta dalle scale adiacenti all’abitazione del compagno e spiegherebbero le lesioni sul corpo della vittima, che non sarebbero riconducibili ad un calcio o un pugno. Tubaro ha poi affermato che le fratture delle costole siano riconducibili al massaggio cardiaco, mentre rispetto alle ferite simmetriche sotto le ascelle potrebbe trattarsi, per la simmetria e la forma, del tentativo dei soccorritori di trasportare la donna sulle scale. Un’ulteriore analisi medica sulle cause che hanno portato alla morte di Gröber verrà effettuata dal consulente di parte civile il 24 aprile, data della prossima udienza.