Politica | Nominati i membri delle Commissioni paritetiche

Riccardo Dello Sbarba: “Ignorate le prerogative del Consiglio provinciale”

La nomina della Commissione dei dodici e dei sei fa storcere la bocca ai Verdi, che denunciano l'espropriazione delle competenze relative al Consiglio provinciale e l'indebolimento della rappresentatività degli italiani.

Ieri (17 dicembre) il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, ha nominato le Commissioni paritetiche delle Regioni a statuto speciale: Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Per quanto riguarda la nostra regione i nomi sono: Lorenzo Dellai, Gianclaudio Bressa, Brunhilde Platzer, Daniel Alfreider, Franca Penasa, Michele Nicoletti (di nomina governativa), Siegfried Brugger e Roberto Pinter (nominati dal Consiglio regionale), Karl Zeller e Alberto Zocchi (nominati dal Consiglio provinciale di Bolzano), Mario Magnani e Diego Pintarelli (nomitati dal Consiglio provinciale di Trento).

Il metodo della nomina è stato immediatamente contestato dai Verdi, i quali si sono rivolti alla presidente del Consiglio provinciale di Bolzano, Martha Stocker, con una comunicazione urgente. Il punto: la nomina, che equivale a una riconferma, di Karl Zeller e Alberto Zocchi – di pertinenza del Consiglio provinciale secondo quanto afferma l'articolo 107 dello Statuto di Autonomia – corrisponderebbe a una mera “ratifica” di una scelta compiuta dal precedente Consiglio, oltrepassando dunque le prerogative precipue dell'attuale. “Non vorrei – commenta Riccardo Dello Sbarba – che questa indicazione fosse venuta dal Presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder. Sarebbe una gravissima espropriazione dei poteri dell'organo legislativo dell'autonomia!”. I Verdi chiedono perciò che vengano chiarite al più presto le circostanze che hanno portato a questa scelta – mediante una relazione scritta da presentare nella riunione dei Capigruppo che si terrà lunedì 23 dicembre – e pretendono che venga inoltre ribadito il ruolo del Consiglio provinciale allorché si tratterà di giungere a una nuova nomina (l'attuale ha infatti soltanto un carattere provvisorio e dovrà essere aggiornata tra qualche mese).

Le critiche dei Verdi non si limitano peraltro solo a questo aspetto “formale”. Le nomine governative, infatti, hanno privilegiato il ladino e uomo Svp Daniel Alfreider rispetto a un secondo italiano. Un atto che, se da un lato mostrerebbe attenzione per la questione delle minoranze, mentre la Svp aveva sempre ignorato i ladini, depotenzia ulteriormente la componente italiana in un momento storico in cui proprio la loro scarsa rappresentatività politica in provincia costituisce un problema per gli equilibri interni dell'autonomia. A pensarla così è Florian Kronbichler, deputato Sel/Verdi, che commenta: “Der italienische Staat musste sich minderheitenfreundlicher aufführen als das SVP-beherrschte Land Südtirol. Dazu ist zu bemerken, dass der Staat dies tut zu einem Zeitpunkt, zu dem dieser Schritt kaum sprachgruppenbefriedend wirken wird. Die Südtiroler Italiener sind in ihrem Vertretungsanspruch seit den letzten Landtagswahlen bereits schwer geschwächt. Ihre Zusammenkürzung auf künftig nur mehr einen einzigen Landesrat ist der Sprachgruppe schwer zu vermitteln und erschüttert ihr Selbstwertgefühl. Jetzt wird ihnen, auf Betreiben der SVP, auch noch zugemutet, auf einen ihrer beiden Vertreter in der Sechserkommission zu verzichten. Die ethnopolitische Opferbereitschaft wird einer schweren Belastungsprobe ausgesetzt“. Insomma, anche questa volta Delrio ha agito non consultando il rappresentante sudtirolese presente in Parlamento che, non essendo targato Svp, evidentemente non riesce ad ottenere molta attenzione negli ambienti ministeriali, nonostante una volta si sia autodefinito consigliere di Delrio.