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Gli ultimi possono aspettare

Coronavirus, la Fiera di Bolzano ospiterà i senzatetto. Franchi (Bozen solidale): “Siamo in ritardo di tre settimane, la gente si lava nel fiume”. E la Chiesa cosa dice?
homeless
Foto: Pixabay

Ci sono voluti appelli e continue sollecitazioni perché le soluzioni prendessero infine una forma tangibile. E così, “con tre settimane di ritardo dall’inizio dell’emergenza coronavirus”, sottolinea Federica Franchi, presidente dell’associazione di volontari Bozen solidale, una sistemazione per i senzatetto è stata trovata. Le persone senza fissa dimora, migranti compresi, verranno ospitati nei padiglioni della Fiera di Bolzano, come ha confermato ieri (1 aprile) il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Dalla prossima settimana la struttura, attualmente vuota, potrà accogliere una settantina di persone e sarà gestita dalla Croce rossa. Accantonate quindi le ipotesi dei container da montare nei campi sportivi di Maso della Pieve e dell’Alimarket per questioni igienico-sanitarie (ma che comunque fungerà da centro temporaneo per una trentina di persone in attesa che l’edificio della Fiera venga predisposto a dovere).

 

Ai margini

 

Si parla di 100-150 esistenze sospese, persone che vivono attualmente in strada a Bolzano. “Prima di snocciolare proposte a mezzo stampa per sistemare in un luogo idoneo i bisognosi non era il caso di verificare prima la fattibilità di queste strutture? - Si chiede con amarezza Franchi -. Un modus operandi da parte delle istituzioni che denota per l’ennesima volta disorganizzazione oltre che una certa incompetenza, quando invece in tante altre città italiane, e non, si sono già trovate da tempo soluzioni per l’intera fase emergenziale”. Uno dei problemi più impellenti per chi vive in strada è potersi fare una doccia “molti si lavano nel fiume in questi giorni - racconta a salto.bz la volontaria -, se poi si ammalano che facciamo? Gridiamo al pericolo coronavirus?”.

A far sentire la loro voce erano state in questi giorni anche le Omas gegen Rechts, le quali avevano chiesto al vescovo Ivo Muser che la diocesi intervenisse per trovare locali adatti ad ospitare i senzatetto. Ma la risposta non è stata quella sperata: “A Bolzano e dintorni non ci sono strutture ecclesiastiche in grado di accogliere un gruppo di quasi 100 persone e garantire le condizioni igienico-sanitarie necessarie - ha detto il vescovo Muser -. Molte canoniche e monasteri sono già abitate da anziani, che appartengono alle categorie a rischio, e da persone in quarantena. 5 sacerdoti in età avanzata sono morti di coronavirus negli ultimi 10 giorni”.

Molti si lavano nel fiume in questi giorni, se poi si ammalano che facciamo? Gridiamo al pericolo coronavirus? (Federica Franchi, Bozen solidale)

La società civile, intanto, non resta a guardare. Il 30 marzo è partita l’iniziativa di Bozen solidale, la “spesa sospesa”, un aiuto per gli homeless ma anche per le famiglie bolzanine in difficoltà. Presso il negozio TerraBio di via Cesare Battisti è possibile lasciare pagato l’equivalente di una spesa di uno o più prodotti (venduti in questo caso a prezzo di costo) in una cassettina che sarà presente all’interno del locale, i volontari di Bozen solidale provvederanno poi alla distribuzione delle sporte. Per chi non ha la possibilità di passare in negozio c’è anche la raccolta fondi lanciata su Facebook. In due giorni sono già stati donati duemila euro.

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Salto User
simon tinkhauser Thu, 04/02/2020 - 13:16

Was hat das mit dem Artikel zu tun? Kommentieren Sie doch die Inhalte der jeweiligen Artikel. Wenn Sie Sonstiges loswerden wollen, dann schreiben Sie doch selbst einen Artikel.

Thu, 04/02/2020 - 13:16 Permalink