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Cani anti-Covid, stop in Alto Adige

Lo annuncia a sorpresa l'assessore alla sanità Thomas Widmann. Il progetto, avviato lo scorso inverno, è costato 150mila euro. Urzì: “Chi risponderà dei soldi spesi?”.
Cani anti-Covid
Foto: MDD

Con una spesa che si aggira attorno ai 150mila euro, e un impegno complessivo di 600 ore, finisce l'esperimento dei cani da fiuto anti-Covid impiegati nelle scuole superiori sudtirolesi per mantenere sotto controllo l'incidenza delle infezioni da coronavirus tra gli studenti. Rispondendo a un'interrogazione del consigliere provinciale del Team K Franz Ploner, l'assessore alla sanità Thomas Widmann ha fatto sapere che i cani non sono più stati utilizzati a partire dall'introduzione dei test nasali nelle scuole, ai primi di aprile. In Sudtirolo vige infatti l'obbligo di effettuare due test nasali “fai da te” alla settimana, altrimenti lo/la studente passa in didattica a distanza. In 544 scuole sono stati effettuati sinora 570.511 test rapidi, dei quali 443 sono risultati positivi e 238 confermati con PCR.

Il progetto “cani anti-covid” risulterebbe così ufficialmente interrotto. Interpellato oggi dalla Tageszeitung, l'assessore Widmann difende il progetto: “All'epoca non avevamo modo di effettuare un pre-screening e i test nasali non erano ancora ammessi”, ha spiegato, ricordando che i cani erano anche stati previsti come supporto per i controlli durante i mercatini di Natale, che poi però non si sono svolti. I cani, conclude, erano l'unico modo per consentire il ritorno alla didattica in presenza. Un contratto in tal senso era stato firmato a fine dicembre, ma subito dopo è arrivata la nuova chiusura delle scuole, mentre in primavera sono stati introdotti (non senza polemiche) i test nasali rapidi.

 

41 i positivi individuati 

 

Appena venerdì scorso (21 maggio), Widmann aveva risposto a un'altra interrogazione di Alessandro Urzì, consigliere di Fratelli d'Italia, spiegando come fossero state testate nelle scuole (e nel “drive in” dell'ospedale di Bolzano) un totale di 2883 persone attraverso i cani da fiuto anti-covid. Di queste, 119 sono state trovate positive o con un dubbio di positività, e a loro volta 41 sono stati confermati positivi con un test PCR. Tutto questo è avvenuto, denuncia Urzì, nonostante l'assessore ammettesse che “al momento il metodo di test con i cani da fiuto Covid-19 non è ancora approvato dal Ministero della Salute” e “non esiste un organismo di certificazione di terza parte”: la verifica dei risultati era infatti effettuata dal supporto fornito dall'Azienda Sanitaria. “Chi risponderà del denaro pubblico speso?” domanda il consigliere provinciale di FdI. Una nuova – forse altrettanto sorprendente – risposta della Provincia non tarderà ad arrivare.