Politik | Immigrazione

Al lavoro (gratis)!

Firmato il protocollo d’intesa con cui i migranti in Alto Adige potranno svolgere lavori socialmente utili in forma volontaria. “Un altro passo verso l’integrazione”.

Un Protocollo d’intesa che permetta ai migranti accolti in Alto Adige di svolgere, dopo una specifica attività informativa e formativa, attività di volontariato e di pubblica utilità (potranno occuparsi del decoro di parchi pubblici, aiuole, ciclabili e, in generale, di tutte le aree verdi di competenza delle Amministrazioni comunali, oltre della manutenzione di strade comunali, di piccole opere di manutenzione di immobili comunali e fornire prestazioni connesse al servizio ambientale); il via libera è stato ufficializzato oggi (2 dicembre) a Palazzo Ducale a Bolzano. A firmare il documento il Commissario del Governo Elisabetta Margiacchi, l’assessora provinciale alle politiche sociali Martha Stocker, la Vicecommissaria vicario Francesca De Carlini, il sindaco di Merano Paul Rösch, il presidente della comunità comprensoriale del Burgraviato Alois Peter Kröll, il presidente dell'associazione Volontarius (in collaborazione con River Equipe) Claude Rotelli e il direttore della Caritas Diocesana Franz Kripp (presente anche Luca Critelli, direttore della Ripartizione provinciale politiche sociali). “Se il sistema di accoglienza funziona - ha esordito il prefetto Margiacchi - è grazie alla stretta collaborazione fra associazioni, comuni e provincia. L’obiettivo è favorire il più possibile l’integrazione sul territorio”. I migranti - ha precisato ancora il Commissario del Governo - presteranno servizio su base volontaria e gratuita a beneficio della collettività e solo se saranno determinati a farlo

Il protocollo d’intesa era stato siglato già lo scorso luglio fra Volontarius, Prefettura e Comune - come ricorda la Vicecommissario De Carlini -, oggi viene ripreso con l’entrata in scena di un nuovo partner, la Caritas. “È chiaro che l’iniziativa è finalizzata all’inserimento graduale nella società dei migranti e finora, va ricordato, non si sono registrate criticità di alcun genere”. Un secondo protocollo che riguarderà la città di Merano è stato firmato oggi dal sindaco Rösch e dal presidente della comunità comprensoriale del Burgraviato Kröll. “Sono molto fiero della mia terra per l’accoglienza dimostrata e in particolare sono orgoglioso della cittadinanza meranese per come ha reagito dopo la scoperta della cellula jihadista nel nostro comune”, ha detto il primo cittadino.

La stragrande maggioranza dei profughi - ha osservato Stocker - vuole rendersi utile, “oltre ai corsi di lingua e alle attività culturali e sportive pensati per loro, i migranti possono anche lavorare, autorizzati da una base giuridica. Non dimentichiamo poi che dopo tre mesi queste persone possono ottenere il permesso di soggiorno valido per l’attività lavorativa”. Dopo aver concluso il protocollo relativo al Comune di Val di Vizze ora l’intenzione - annuncia l’assessora - è quella di firmare documenti simili anche in altre strutture della Provincia.

Soddisfatti per questo “progetto di sviluppo della comunità”, anche il direttore della Caritas Kripp e il presidente di Volontarius Rotelli, “la Caritas ha messo finora a disposizione 10 case - ha sottolineato Kripp -, permettere a queste persone di poter contribuire alla comunità all’interno di una cornice legislativa e supportate da una copertura assicurativa è una notizia molto positiva, per il futuro si potrà pensare anche di trovare per loro alcuni lavori precari magari retribuiti tramite voucher”. Kripp ha inoltre assicurato che - come già specificato a Merano - non ci sono profughi fra i mendicanti che si incontrano per le strade delle città altoatesine, “attenzione, quindi, a non cogliere ogni voce di corridoio”, ha esortato infine Kripp rivolgendosi ai media presenti in sala. 

Tutto sotto controllo, dunque? “Finora registriamo quasi 900 profughi sul territorio altoatesino, cerchiamo di dare una risposta dignitosa al problema, è evidente che i Comuni non fanno salti di gioia all’idea di dover accogliere queste persone ma tutti hanno dato piena disponibilità per la causa”, ha concluso Stocker.