Wirtschaft | Mobilità

“Mi serve questo aeroporto?”

Questa la domanda che secondo gli ambientalisti dovrebbero porsi i cittadini in vista del referendum sullo scalo bolzanino. Ci sarà anche l’opuscolo “super partes”.

Mancano poco più di tre mesi al referendum consultivo (fissato per il prossimo 12 giugno) sull’aeroporto di Bolzano che si terrà su tutto il territorio provinciale. Nel fragore propagandistico, fra pagine Facebook nate ad hoc e incontri informativi, favorevoli e contrari distillano le loro rispettive visioni sul tema. Ieri, 4 marzo, è toccato al fronte del “no”, nello specifico al neo comitato no-airport.bz, composto dal Dachverband für Natur und Umweltschutz, Alpenverein, Heimatpflegeverband, l‘associazione Ambiente e Salute, Südtiroler Schützenbund e altre iniziative locali, illustrare le ragioni del dissenso. Si tratta di motivazioni di carattere ecologico, politico-democratico, economico e tecnico, rilevando però in primis l’enorme peso che - con la ripresa e il potenziamento del traffico aereo - verrebbe a gravare sull’ambiente e sugli abitanti di una zona “già molto colpita dall’inquinamento ambientale”, spiegano i detrattori.

Inquinamento
Rumore ed emissioni di CO2- e di Ossido di Azoto emanate da almeno un decollo e un atterraggio ogni 10 minuti sono i fattori che più preoccupano gli ambientalisti; “è scientificamente dimostrato che i residenti in prossimità di un aeroporto presentano una maggiore incidenza di malattie cardio-vascolari e ipertensione arteriosa e sono esposti a un maggiore rischio di infarto e di ictus” chiosa Klaus Peter Dissinger, presidente del Dachverband, il quale auspica, piuttosto, una politica di mobilità che punti sul traffico ferroviario. L’emissione di CO2 per passeggero e per chilometro nei viaggi aerei, del resto, è tre volte superiore rispetto all’automobile, 10 volte superiore rispetto al treno e addirittura 20 volte maggiore rispetto a un passeggero arrivato in pullman, sottolinea la compagine degli ecologisti.

Spesa pubblica
Al centro della discussione anche i finanziamenti allo scalo: finora - osserva Georg Simeoni, presidente dell’Alpenverein, l’aeroporto è già costato 120 milioni di euro ai contribuenti altoatesini e da qui al 2035 questa cifra arriverebbe a un totale di 204 milioni di Euro. In sintonia anche Argante Brancalion di Ambiente & Salute secondo cui l’aeroporto è troppo caro e con tali cifre si potrebbero pagare oltre 500 infermieri e 200 medici per i prossimi dieci anni, elettrificare la linea ferroviaria della Val Venosta, oppure realizzare quella per l’Oltradige. “L’aeroporto è un’opera inutile, troppo cara, dannosa e pericolosa”, sentenzia Brancalion. “Solo la politica è capace di sostenere con i soldi dei contribuenti un progetto, che senza i finanziamenti pubblici sarebbe destinato a fallire”, si accoda Heinrich Seyr, comandante degli Schützen.

Una politica approssimativa
Nel mirino anche la “scarsa credibilità delle promesse della politica”; stando a quanto riferito da Christoph von Elzenbaum dell’associazione Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland “lo screening ambientale della società aeroportuale consiste in 70 pagine di opinioni, ipotesi e supposizioni e mancano invece dei rilevamenti inequivocabili”.

Da sinistra: Heinrich Seyr (Schützenbund), Argante Brancalion (Ambiente&Salute), Klauspeter Dissinger (Dachverband für Natur- und Umweltschutz), Georg Simeoni (Alpenverein), Peter Ortner (Heimatpflegeverband), Christoph von Elzenbaum (Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland), Sepp Bacher (per i confinanti interessati). Foto: AVS

Salute
Dei rischi per la salute ha parlato anche il rappresentante dei residenti della zona aeroportuale Sepp Bacher: fino al 2020 nel corridoio di volo si formerebbe un inquinamento aggiuntivo derivante dalla combustione di 1,36 milioni di chili di cherosene. “Ciò equivale a 220mila camion aggiuntivi sulla tratta autostradale fra Bolzano e Salorno”, interviene von Elzenbaum.

Turismo
Parla di danno di immagine certo Peter Ortner, presidente del Heimatpflegeverband: “Noi pubblicizziamo l’Alto Adige come luogo di pace e salute, in cui regnano relax, ricreazione e sport, tutto questo è incompatibile con le problematiche di inquinamento dell’aeroporto, che quindi significherebbe la fine di questo tipo di turismo”.

Informazione “super partes”
Mentre nella sede centrale dell’Alpenverein a Bolzano sud andava in scena la conferenza stampa degli ambientalisti, in consiglio provinciale veniva approvata la mozione del Gruppo Verde per la pubblicazione di un opuscolo informativo bilingue (con una appendice il ladino per la distribuzione nei comuni delle valli Gardena e Badia) relativo alla consultazione popolare sull’aeroporto. “Un successo per la democrazia”, il commento del consigliere Riccardo Dello Sbarba. Nella brochure in questione i pro e i contro l'aeroporto dovranno avere un uguale spazio per poter presentare la propria posizione. A tal fine viene istituito un gruppo di lavoro composto da sei consiglieri provinciali tre per il “sì” e tre per il “no”, individuati dal collegio dei capigruppo. Inoltre, in quanto alle pagine (massimo 2) dedicate alle informazioni tecniche generali sul referendum, dovranno essere predisposti dalla Ripartizione Servizi Centrali contenuti in un linguaggio facilmente comprensibile. Infine l’opuscolo sarà inviato gratuitamente a domicilio a ogni famiglia almeno 20 giorni prima della consultazione, mettendolo anche a disposizione in forma digitale sul sito web del Consiglio, in modo che sia ben visibile nella home page.