Politik | Bolzano 2016

Caramaschi e la sinistra: amore e odio?

Come ha reagito il vasto arcipelago della sinistra ecosociale alla vittoria dell'ex city manager alle primarie del centrosinistra bolzanino?

La risposta alla domanda che poniamo è alquanto variegata. Più o meno quanto varia e articolata è stata la ‘digestione’ del risultato nello stesso Partito Democratico. Ma andiamo con ordine partendo da Sel, principale sponsor di Caramaschi ed unica fetta degli ecosociali ad aver preso parte ufficialmente alle primarie. 
Guido Margheri si gode la vittoria in maniera sobria, possiamo dire, non nascondendo la persistenza delle divisioni sia nella sinistra che nel PD sulla figura di Caramaschi (“divisioni che però c’erano anche prima delle primarie”). Margheri rivendica: “La campagna elettorale è stata ‘vera’, con tanto di tentativi di condizionamento del voto, ma alla fine una buona parte del PD ha condiviso questa scelta”. E indica in Caramaschi “il tentativo di voltare pagina rispetto agli ultimi due tristi anni che hanno visto diminuire la credibilità di tutta la politica, con buona pace di Urzì che dovrebbe essere molto più umile”. 

Nel novero delle rivendicazioni di Margheri c’è poi il ‘metodo’ con il quale il centrosinistra ha fatto le sue scelte: “Il nome di Caramaschi non è scaturito in una stanza con i soliti noti che contrattano ma invece in un confronto a viso aperto al quale hanno partecipato 1800 cittadini”. L’esponente di Sel ha una risposta pronta anche per coloro che sminuiscono il numero dei partecipanti alle primarie: “Non sono tante a Bolzano le situazioni che riescono a coinvolgere 1800 cittadini, escluse le manifestazioni sportive e certi concerti”. E Margheri rincara pure la dose, approfittandone per togliersii un sassolino dalle scarpe rispetto a coloro che l’hanno accusato di sporcarsi le mani con ‘cose del PD’. 

“In ogni caso i partecipanti alle primarie sono stati in numero maggiore rispetto a coloro che si sono recati agli incontri pubblici istituzionali, pro e contro Benko”. 

Margheri non nasconde quindi le difficoltà e le sfide che ora attendono il candidato sindaco prescelto: “Siamo arrivati all’obiettivo attraverso un dibattito serrato, alcune divisioni, una posizione interlocutoria dei Verdi e di Gallo, la contrarietà di Rifondazione ed atteggiamenti personali anche molto diversi”. Ma per Margheri cruciale è stata l’indipendenza di Caramaschi che ora ha la palla in mano e deve cercare di far crescere la coalizione nella prospettiva di farla diventare maggioritaria, “per ricostruire la città”. 

Fin qui Margheri ma, come dicevamo, le altre anime della sinistra hanno reagito in altri modi e da lontano. Quella dei Verdi in particolare è stata ‘di ghiaccio’. La coordinatrice cittadina Maria Laura Lorenzini da noi contattata ha detto di non poter dire nulla in quanto stasera avrà luogo un importante incontro degli ambientalisti bolzanini per analizzare la situazione. Ma ha lasciato però trapelare la notizia che la spaccatura all’interno dei Verdi (coalizione sì, coalizione no) avrebbe raggiunto livelli tali da non consentire la prosecuzione del suo ruolo di portavoce (notizia poi confermata in serata, ndr). 

Chi invece sembra avere le idee assolutamente chiare sul da farsi e su Caramaschi candidato è Rifondazione Comunista. Questa mattina l’ex coordinatore del partito Gianfranco Maffei non ci ha pensato due volte a replicare, dopo aver sentito Caramaschi dichiarare alla Rai che “‘forse è possibile un accordo con una parte di Rifondazione”. Su Facebook Maffei ha vergato una frase che appare molto più che una minaccia: “Rifondazione è una sola e non si alleerà mai con il PD e i suoi satelliti”. Più chiaro di così… si muore, potremmo dire.  

La nostra carrellata sulle reazioni ’di sinistra’ sulla vittoria di Renzo Caramaschi alle primarie del centrosinistra bolzanino si conclude con l’ex assessore Luigi Gallo, protagonista di lungo corso degli eterni balletti municipali di governo tra centro e sinistra nell’era Spagnolli.
Gallo definisce “delicata” la situazione di queste ore. Evocando in questo modo un paradosso da più parti evocato, e cioè che tutto sommato per la sinistra divisa sarebbe andata meglio una vittoria di Repetto, per tagliare la testa al toro ed andare alle elezioni in ordine sparso, e chi s’è visto s’è visto.
In realtà i timori di Gallo sono legati al fatto che a suo avviso ora tutto lascia presagire che la vittoria di Caramaschi rappresenti niente meno che un nuovo motivo di divisione all’interno della sinistra. In sostanza tra chi appoggerà Caramaschi in un discorso di centrosinistra (come Sel) e chi invece questo passo non lo farà. Gallo si dice scettico in merito al fatto che nell’area della sinistra possa succedere un qualcosa che porti tutti a convergere nella stessa direzione. Ritenendo che anche i Verdi si trovino più o meno nella stessa situazione. 

Per Gallo si tratta di un déjà vu: “Per me si ripropone drammaticamente ora più o meno la stessa situazione di qualche mese fa, i temi infatti sono gli stessi dell’anno scorso e siamo ancora qui a dividerci tra chi dice mai col pd e chi dice invece sì”. 
E l’ex assessore come vede la situazione nel PD? La vittoria dell’esterno Caramaschi nel partito guidato da Liliana Di Fede ha fatto tornare in primo piano gli scontri interni, con ripicche e critiche feroci che sono andate per lo meno di pari passo con i proclami politically correct all’insegna del “ora tutti per Caramaschi”. 
Gallo conviene sul fatto che anche il PD non se la passi troppo bene: “A dire il vero in maniera autoflagellante, noi della sinistra tendiamo sempre a guardare alle nostre infinite divisioni interne, ma effettivamente anche nel PD un problema c’è, e la situazione da quelle parti oggi appare davvero difficile da comprendere”.

Gallo si dice d’accordo anche sull’ipotesi che se le reazioni 'scomposte' dell'ex segretario PD Antonio Frena non siano un caso isolato ma piuttosto rappresentino la punta d’iceberg dello scontento di una parte del PD (anche qui: la sinistra) che in questa fase si sente ferita.  
Ma l’ex assessore, desideroso di vedere comunque il bicchiere mezzo pieno, si affretta pure ad osservare che oggi almeno una variabile positiva c’è, nella prospettiva di una riproposizione di una centrosinistra completo e compatto. 
La novità di fatto è Caramaschi” - ricorda Gallo, aggiungendo che “il vincitore delle primarie oggi è l’unico accreditato per capire veramente quante cose, idee, forze e persone è possibile tenere insieme”.

Ma il referendum su Benko non rischia in qualche modo di vanificare la ‘mission impossible’ di Caramaschi, acuendo proprio le differenze tra le varie anime del centrosinistra allargato?
Gallo commenta sarcastico: “Intendete l’atteso plebiscito su Benko?”. 
Ma poi cerca subito di mettere ogni cosa al suo posto: “Tutta la vicenda Benko sicuramente non è addebitabile a Caramaschi che anzi ci ha sempre criticato pesantemente per come è stata gestita”. 
Insomma: la strada è in salita. Come sempre, d’altronde.