Gesellschaft | L’opinione

A ognuno il suo mestiere

Nei giorni scorsi è tornato in primo piano il tema della raccolta dei rifiuti nel capoluogo altoatesino e della gestione del termovalorizzatore di Bolzano.

A ben vedere si tratta di un doppio tema che evidenzia altrettanti orientamenti nella gestione della questione.
Qualcuno naturalmente potrebbe obiettare, affermando che alla gente non interessa il tema dell’inceneritore e dei rifiuti in quanto complesso e certamente meno ‘affascinante e glamour’ rispetto alla cronaca nera, gli scandali giudiziari e le storture della politica. 
Ebbene: il sottoscritto è convinto del contrario, per lo meno considerando l’ottica dei bolzanini che, lo ricordiamo, rappresentano pur sempre il 20% della popolazione complessiva dell’Alto Adige. Avendo sulle proprie spalle oltre alle gioie legate alla residenza nel ‘capoluogo’ anche i necessari dolori, naturalmente speculari ma non necessariamente scontati. 
Possiamo dunque dire che per i bolzanini il tema della raccolta dei rifiuti, delle tariffe della stessa e della gestione (tecnica ed economica) dell’inceneritore interessa eccome. 
Per questo molti recentemente hanno seguito con interesse il dibattito suscitato dal lavoro messo in atto dal neosindaco di Bolzano Caramaschi per prendere in mano la situazione identificando le principali criticità ed avviando un confronto con Seab ed Ecocenter, principali partner nella gestione dell’intero comparto. 

Naturale è stato anche che abbia suscitato un certo dibattito sulla stampa la discussione svoltasi in consiglio comunale nel capoluogo, a proposito della richiesta ‘espressione di un parere’ in merito al terzo aggiornamento del piano gestione rifiuti elaborato dalla Provincia in prospettiva appunto ‘provinciale’ ma con importante ricadute su Bolzano e sulle altre località limitrofe alla conca. 
In merito al parere, la neoassessora verde Maria Laura Lorenzini ha proposto un documento di 5 pagine con una serie di linee guida che soprattutto nella visione a lungo termine hanno suscitato discussioni, nonostante l’ampia maggioranza che poi ha approvato il documento. Un dibattito che appunto si è poi protratto anche fuori dall’aula del consiglio comunale, evidenziando i caratteri delle due differenti linee di pensiero che vengono a confrontarsi. 

Il discorso in linea di principio è piuttosto semplice. 
Da una parte vi sono coloro che ritengono che l’obiettivo ultimo sia quello dei ‘rifiuti zero’, partendo da una riflessione sulla sostenibilità ambientale che allarga la prospettiva a livello planetario e mettendo in campo un impegno volto a fare di tutto anche a livello individuale affinché questo obiettivo venga prima o poi raggiunto. 
Dall’altra ci sono coloro che invece in sostanza partono dal presupposto che i rifiuti ci saranno sempre, che preoccuparsi di ridurli a livello personale sostanzialmente è una seccatura inutile e che anzi i rifiuti possono diventare utili come combustibile per il termovalorizzature e che quindi “che senso ha sforzarsi di ridurli?”. 

La discussione naturalmente proseguirà, e starà ai principali attori che alimentano le due posizioni argomentare per cercare di tirare acqua al proprio mulino e cercare di convincere la controparte. 
Ma la discussione in consiglio comunale a margine delle linee guida dell’assessora Lorenzini sono servite per lo meno a porre alcune questioni in modo chiaro. 
In realtà maggioranza e opposizioni in sostanza si sono ritrovate nella critica dello status quo. Insomma: la differenziata non funziona ancora in maniera ottimale, le tariffe non sono calate nonostante le promesse che avevano accompagnato l’introduzione dei cassonetti condominiali qualche anno fa ed in più l’inceneritore (che oggi pare almeno funzionare a dovere dopo i numerosi problemi tecnici della fase iniziatale) fa ancora discutere sulla necessità/possibilità o meno di farlo funzionare a regime ‘importando’ rifiuti da fuori. 

L’assessora Lorenzini ha colto l’occasione non solo per ribadire la priorità di ridurre sempre più la quantità del residuo di rifiuti solidi urbani ma anche per riaffermare il fatto che la riduzione futura delle tariffe non potrà essere collegata con un passaggio alla raccolta di rifiuti ‘porta a porta’. Perché solo questo sistema consentirà di fatto di ‘premiare’ chi differenzia di più e ‘punire’ con una tariffa più elevata chi differenzia di meno. 
Com’era prevedibile la proposta ha suscitato critiche non solo nell’opposizione ma da parte da parte dei partiti principali che sostengono la giunta Caramaschi. Che attraverso i capogruppo Huber e Seehauser hanno messo le mani avanti. “In linea di principio ok, ma il porta a porta in una città di 100mila abitanti è tecnicamente impossibile”, hanno osservato in sostanza. 

Oltre alla questione del sistema di raccolta dei residuo nel capoluogo, Lorenzini ha posto poi giustamente la questione molto più politica del ruolo dell’inceneritore nel sistema. 
Anche qui la questione è semplice: chi è che comanda e dove sta al priorità? Qual è l’obiettivo ultimo che bisogna raggiungere? E’ lavorare a livello culturale e sociale verso una progressiva riduzione nella produzione dei rifiuti oppure continuare a produrne per alimentare l’inceneritore descritto come la panacea per l’efficientamento energetico nel capoluogo attraverso il teleriscaldamento?

Le questioni poste sono quelle giuste ed era giunto il momento che le carte venissero finalmente messe sul tavolo. 
E a ben vedere naturalmente ognuno fa il suo mestiere. Il sindaco cerca di venire a capo almeno di alcuni dei nodi ricevuti in eredità dal suo predecessore. La giunta cerca di consolidare i suoi delicati equilibri. L’assessora verde fa naturalmente l’ambientalista cercando di non forzare troppo la mano. PD e SVP cercano di mediare cercando di tener buono il loro inquieto elettorato, categorie economiche e parti sociali. Le opposizioni si muovono in ordine sparso, spesso animate più da battitori liberi che da un’organicità di posizioni. La Seab cerca di tenere botta, dicendo tecnicamente la sua e cercando di capire in quale misura il suo ruolo dovrà cambiare in futuro. Ecocenter spinge come sempre con l’unica prospettiva di far lavorare a pieno regime il termovalizzatore (che, lo ricordiamo, ha una durata di vita di 20 anni ma che finirà di essere ‘pagato’ fra 30). 

Restano i cittadini. A loro  spetta il compito di farsi un’idea più possibile articolata e matura della situazione e delle prospettive reali per affrontare questo problema nelle sue varie articolazioni. Posso effettivamente ridurre i miei rifiuti? Quelli che restano dove li metto? Il sistema di Seab e Comune funziona? Se non funziona come posso inoltrare i miei suggerimenti al di là delle invettive? Quale partito politico premiare o penalizzare per il lavoro svolto? Il termovalorizzatore che a regime servirà (fra 10 anni) un terzo dei condomini di Bolzano è davvero al contempo la soluzione del ‘problema dei rifiuti residui’ e del fabbisogno energetico delle caldaie di Bolzano? Dulcis in fundo: prima o poi su questi temi Provincia e Comune capoluogo riusciranno a ‘lavorare insieme’, invece che - come sempre avvenuto finora - prendere solo periodicamente atto l’uno di quanto deciso dall’altro?

Non resta che rimboccarsi le maniche.