Gesellschaft | Accoglienza

“Sono inoffensivi”

Clochard trovano riparo ogni notte all’ospedale di Bolzano. Il direttore di comprensorio Tait: “Dovere umano accoglierli”. Giovedì Kompatscher incontra Minniti.
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Foto: Salto.bz

È un freddo intenso quello che investe l’Italia in questo periodo, stretto in una morsa di temperature polari è anche il capoluogo altoatesino; non è raro infatti vedere persone infagottate in un bozzolo di coperte e qualche cartone agli angoli delle strade. Alcuni per scelta, altri perché non trovano riparo nelle strutture adibite per la cosiddetta “Emergenza freddo” spesso al completo. Per la maggior parte si tratta di profughi “fuori quota” che non possono accedere alle strutture provinciali perché non possiedono i requisiti necessari. Altra criticità riguarda il distributore dismesso di piazza Verdi, edificio messo a disposizione dal Comune, dove in media, secondo quanto riferito dall’assessore comunale alle politiche sociali Sandro Repetto, 14 persone restano in lista di attesa per un posto che si rende disponibile entro 48 ore. All’ex Alimarket di via Gobetti - che si vorrebbe attivo tutto l’anno e dunque anche oltre il 31 marzo, così come prospettato dal sindaco Renzo Caramaschi - i posti letto sono stati aumentati da 70 a 100 e altri 25 sono stati messi a disposizione al Palasport per un totale di 125 persone accolte. 

 

Nel frattempo alcuni senzatetto trovano ospitalità, ogni notte, anche all’ospedale di Bolzano, “si tratta in media di una decina di clochard al massimo, del tutto inoffensivi, che cercano riparo nei corridoi adiacenti al pronto soccorso di Bolzano, e non posso escludere che fra loro ci siano anche dei profughi ma è un fenomeno che accade tutti gli anni quando arriva il freddo e non è legato alla questione dei flussi migratori in città”, spiega il direttore del comprensorio di Bolzano Umberto Tait. “Credo sia corretto, proprio da un punto di vista umano, in un periodo dell’anno in cui le temperature all’esterno raggiungono i meno 10 gradi, accogliere queste persone”, prosegue Tait sottolineando che i senza fissa dimora non ostacolano in alcun modo l’attività di routine del pronto soccorso. “Teniamo anche conto che se venissero allontanati potrebbero rientrare in ospedale con la polmonite, quindi il danno sarebbe anche maggiore, del resto parliamo di persone che evidentemente non hanno molte alternative su dove andare”, così il direttore del comprensorio bolzanino. 

 

Il 19 gennaio, intanto, il presidente della Provincia Arno Kompatscher sarà a Roma per partecipare alla Conferenza Stato-Regioni. Al centro dell’incontro il tema dell’immigrazione, con il Ministro degli interni Marco Minniti che presenterà obiettivi e misure che il governo intende attuare. Il responsabile del Viminale, come noto, vuole estendere i CIE (Centro di identificazione ed espulsione) su tutto il territorio nazionale, tranne che in Valle d’Aosta e Molise, per motivi logistici. Anche il Trentino-Alto Adige, a quanto pare, è chiamato quindi a fare la sua parte, ma giovedì se ne saprà di più. Nei CIE, che d’ora in poi si chiameranno CPR (Centro di permanenza per il rimpatrio), potranno essere detenute in un regime di detenzione amministrativa al massimo cento persone - immigrati irregolari che siano anche pericolosi socialmente - in attesa di essere rimpatriate e verrà nominata un’autorità garante che si occuperà di assicurare il rispetto dei diritti umani.