Politik | Primarie PD

"Altrimenti la Svp guarderà a destra"

Alessandro Huber tra i big del partito e “la socialdemocrazia” da attuare: «Dobbiamo crescere e non finire come l’Spö in Austria. A Roma bene Palermo e Bressa”
Alessandro Huber
Foto: alessandrohuber.it
Un Pd forte, che cresce anche elettoralmente, capace di portare avanti «le idee della socialdemocrazia». Alessandro Huber, trent’anni, mescola il renzismo e la vicinanza ai big del partito locale – Christian Tommasini, Carlo Costa – a un’immagine innovativa, per proiettare i dem oltre il perimetro tradizionale di una stampella, seppure di lusso, all’Svp nel governo della provincia. Perché – dice il favorito alla corsa alle primarie per la segreteria (e per assemblea e circoli) del 12 novembre – il partito ha soprattutto una responsabilità di fronte a sé. "Non dobbiamo farci schiacciare tra due destre, come l’Spö in Austria" afferma guardando alla recente avanzata dalle destra radicale in Austria, dove ha vinto il giovane Sebastian Kurz. Nato nel 1987, Huber è insegnante di storia e filosofia al liceo scientifico Toniolo di Bolzano e organizza il Viaggio della memoria, inoltre collabora con Eurac. Componente della segreteria uscente diretta da Liliana Di Fede, gareggerà molto probabilmente contro Uwe Staffler, candidato della minoranza sostenuto da Roberto Bizzo e Luisa Gnecchi, ed altri eventuali competitor.
 
Salto.bz: Il termine per correre alle primarie è giovedì 20 ottobre. È pronto per presentare la propria candidatura?
 
Alessandro Huber: Stiamo raccogliendo le firme, le depositeremo mercoledì, un giorno prima della scadenza. Sabato mattina invece presenteremo candidatura e squadra. Sto lavorando per coinvolgere tutti i territori. Salorno, Bronzolo, Vipiteno, Brunico. Ci sono molte idee e questioni aperte sul territorio. Questa è un’impostazione che, se vincerò, voglio mantenere. Il Pd non rappresenta solo una certa parte dell’Alto Adige. Contano le persone e i problemi, a prescindere dai gruppi linguistici.
 
Il plurilinguismo non è solo una facciata, sarà effettivo?
 
È un tema vero. Il Pd futuro dovrà essere più orientato a quelle questioni del territorio e del capoluogo a prescindere dalle appartenenze. Se c’è un problema in un ospedale di una valle ce ne occuperemo senza guardare se dentro ci lavorano persone che parlano il tedesco, l’italiano o il ladino. La prospettiva è tutto l’Alto Adige. Altrimenti giocheremmo al ribasso.
 
Chi ci sarà nella squadra?
 
È ancora presto per fare i nomi. Avremo rappresentanti di Laives, Merano, Bassa Atesina, Bressanone. Una lista in rappresentanza di tutti i centri.
 
Ha incassato il sostegno dei rappresentanti delle mozioni Renzi e Orlando?
 
Sì, per il gruppo di Renzi ho avuto un incontro con Carlo Costa e Mauro Marchi, per la mozione Orlando con Mauro De Pascalis. Il sostegno c’è. Ho ricevuto l’appoggio anche dei giovani democratici e del loro segretario Paolo Sticcotti. Nei prossimi giorni fuori dal mondo politico con esercenti, artigiani, sindacati.
Un Pd debole non serve a nessuno. Consegneremmo Bolzano a Lega nord e Casapound.
Riguardo al programma?
 
Su quello siamo più avanti, perché penso che venga prima. Come ho detto, daremo attenzione al policentrismo. Siamo più forti nelle zone urbane ma guardiamo fuori. I giovani delle città, è emerso nelle indagini, vivono uno spaesamento, una sofferenza. Daremo attenzione agli under 35 che hanno il problema enorme del caro vita. Poi pensiamo a innovazione, tutela dei lavoratori, a una società inclusiva, all’accoglienza.
 
La vicenda di Adan, il profugo curdo-iracheno morto in seguito a una caduta dalla sedia a rotelle, ha rappresentato una pagina nera per il sistema dell’accoglienza altoatesina. Alla sua famiglia, curdo-irachena, è stato rifiutato l’aiuto. Cosa ne pensa?
 
Ho una posizione molto netta. Episodi così non dovevano succedere e non dovranno mai più succedere. L’Alto Adige è uno dei territori più ricchi d’Europa. Vanno trovate le modalità per accogliere persone che hanno problemi di salute, così come tutti coloro che sono costretti a dormire per strada. Noto però che mentre Bolzano risponde, ad esempio predisponendo 150 posti letto per l’emergenza freddo, ci sono valli che non accolgono nessuno. Questo non è accettabile.
 
Lei ha cambiato diverse posizioni nella galassia Pd. È stato civatiano, renziano, renziano critico. Amico di chi conta nei dem locali. Si riconosce in questa descrizione?
 
Ci sono cose vere. Ho cambiato mozione, da Civati a Renzi, ma va ricordato che i promotori della prima Leopolda erano Civati, Renzi e Serracchiani. Il primo poi ha cambiato strada, mentre io concludo i lavori che inizio. La mia osservazione a Renzi era sull’accoglienza migranti. Quando ci fu quel messaggio, del tipo “aiutiamoli a casa loro”, ne uscii in modo critico. Ma poi emerse che l’errore stava in un comunicato del suo staff a opera di una persona che è stata in seguito sostituita.
Noi del Pd siamo bravi a spaccare il capello in quattro, ma teniamo presente che contro abbiamo uno che si veste da pompiere e altri che predicano onestà e democrazia mentre fanno le primarie truccate.
Condivide la strategia politica di Renzi basata su una presunta autosufficienza?
 
Noi del Pd siamo bravi a spaccare il capello in quattro, ma teniamo presente che contro abbiamo uno che si veste da pompiere (Berlusconi, ndr) e altri che predicano onestà e democrazia mentre fanno le primarie truccate. Vogliamo una sinistra minoritaria? Consegnando il Paese a Grillo, Berlusconi, Salvini? Il nostro segretario politico sta cercando di tenere botta. Quanto agli amici nel Pd, è vero che ho il sostegno di Tommasini e Costa. Ma torno a dire, un Pd debole non serve a nessuno. Consegneremmo Bolzano a Lega nord e Casapound.
 
Con l’Svp siete veramente partner o vi accontentate dei posti disponibili?
 
Anche qui il discorso è lo stesso. Se cresciamo diamo forza alle nostre idee e possiamo attuarle. Con i voti possiamo pesare al tavolo delle trattative. Sui temi. La scuola trilingue ad esempio, non quella bilingue di cui parla Uwe che mi sembra un’idea anni Ottanta. E c’è da superare il proporzionale nella sanità. Mancano medici in maniera disastrosa e bisogna reperirli premiando solo il merito. Insomma, io non do addosso all’Svp solo in campagna elettorale. Se guadagniamo voti diventiamo più forti, per rendere concrete le idee socialdemocratiche e non fare la fine dell’Spö in Austria, stretta fra due destre. Altrimenti la stessa Svp altoatesina guarderà a destra cercando altri partner.
La scuola trilingue ad esempio, non quella bilingue di cui parla Uwe che mi sembra un’idea anni Ottanta.
Alle elezioni politiche, previste forse ai primi di marzo, manca poco. Per le candidature, quali persone possono rappresentante al meglio questa “mission” del Pd, al netto delle valutazioni sui collegi individuati dal Rosatellum?
 
Per il Senato a quanto mi risulta il collegio Bolzano e Bassa Atesina è confermato. Su questo esiste un accordo nazionale con l’Svp e gli accordi andranno rispettati. Direi che Francesco Palermo (senatore, ndr) a Roma ha fatto un ottimo lavoro a Roma. Ha dimostrato preparazione, operosità, eccellenza, incarnando al meglio l’idea dell’Alto Adige. Anche Gianclaudio Bressa (sottosegretario in materia di affari regionali, eletto in regione, ndr) ha rappresentato una forte garanzia per l’autonomia, essendo un membro autorevole del governo.
 
Nessun emergente?
 
Non vedo altri posti per Roma. Se il partito a livello nazionale lo deciderà si potranno fare delle primarie per le candidature, per far emergere nuove figure. Ma solo se verrà deciso dal nazionale.