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Industria da high five

5 le priorità per Assoimprenditori: Innovazione, Internazionalizzazione, Infrastrutture, Investimenti, Intelligenza. Giudiceandrea: “Le sfide del futuro ci attendono”.
Assoimprenditori
Foto: Salto.bz

L’effetto volano dell’industria altoatesina si fa sentire. “La situazione delle nostre imprese associate è decisamente buona e i dati sono in crescita, grazie anche ai fattori propulsivi su cui puntiamo, innovazione ed export, ad esempio”. È quanto afferma nel corso della conferenza stampa di fine anno il presidente di Assoimprenditori Federico Giudiceandrea - affiancato dal consiglio di presidenza, Vinicio Biasi, Flora Kröss, Heiner Oberrauch, Nikolaus Tribus, dall’ex numero uno di Assoimprenditori Stefan Pan, dal Presidente della Piccola Impresa Oswald Eller e dal Presidente dei Giovani Imprenditori Christian Krapf - specificando che quello ottenuto è un risultato “non scontato perché l’impegno per uscire dalla crisi è stato notevole, vogliamo che questa crescita continui, perciò dobbiamo concentrarci sulle sfide che ci attendono in futuro e in questo senso - aggiunge inviando un chiaro messaggio alla politica - anche la legge urbanistica provinciale deve permetterci di lavorare nelle migliori condizioni possibili”.

E ancora: “Occorre investire di più sulle infrastrutture e alleggerire la spesa corrente oltre che il peso fiscale sulle imprese”. L’ex presidente di Assoimprenditori e vicepresidente di Confindustria Stefan Pan pone l’accento sul modello altoatesino: “Le nostre imprese hanno una dimensione europea, la chiave per aumentare la base sociale è l’industria e non c’è settore che generi un valore aggiunto come l’industria. Lo descrive bene quello che in Europa viene chiamato 'processo di Bolzano' che significa riscrivere il bilancio europeo nell’ambito di un’industria intelligente. Non dobbiamo dimenticare che siamo un ponte, una cerniera per l’Europa, siamo una best practice e, a dirla con il Landeshauptmann Kompatscher, siamo una piccola Europa e non c’è Europa se non ci sono imprese aperte”.

Il ruolo dell’industria altoatesina in cifre

Il compito di snocciolare i numeri spetta a Mirco Marchiodi, responsabile del Centro Studi di Assoimprenditori, che evidenzia il contributo fondamentale delle aziende locali allo sviluppo economico e sociale del territorio attraverso il bilancio sociale. 461 sono le imprese associate in Alto Adige con oltre 37mila dipendenti, ciò significa che 1 dipendente su 5 lavora in una di queste imprese che esportano merci e prodotti in più di 170 Paesi nel mondo per 2,5 miliardi di euro (circa il 60% dell’intero export provinciale è generato da imprese associate) e generano 3,1 miliardi di euro di valore aggiunto per l’Alto Adige. L’89% dei contratti è a tempo indeterminato e i dipendenti sono pagati circa il 40% in più rispetto alla media provinciale. Da segnalare inoltre il fatto che nell’anno passato le imprese hanno versato a titolo di IRES, IRAP e IRPEF sulle retribuzioni dei propri dipendenti 545 milioni di euro di tasse finanziando in tal modo oltre il 100% della spesa provinciale per il capitolo politiche sociali e famiglia. 

Le 5 “i” 

La chiave per il futuro delle aziende italiane è nell’aggiornamento continuo, con uno sguardo ai prossimi passi da intraprendere Assoimprenditori stabilisce 5 priorità per il 2018, che cominciano tutte per “i”: Innovazione, Internazionalizzazione, Infrastrutture, Investimenti, Intelligenza, spiegate in dettaglio da Giudiceandrea:

I come Innovazione: l’innovazione si fa nelle aziende. Per questo è centrale la produzione, dove vengono messi in pratica i risultati della ricerca. Un’industria senza innovazione non ha futuro, così come non ha futuro un’industria senza produzione. Per creare posti di lavoro e finanziare il welfare servono i centri di ricerca e servono le fabbriche. Siamo convinti che il Parco tecnologico NOI possa avere successo solo se saprà dialogare con le imprese e orientarsi ai loro bisogni. L’innovazione nasce grazie ai cervelli, non grazie ai muri. In questo contesto il processo che punta a rafforzare la collaborazione con l’università è molto positivo. 

I come Internazionalizzazione: per permettere loro di affermarsi su nuovi mercati, dobbiamo garantire alle nostre imprese le stesse condizioni competitive dei nostri concorrenti all’estero. La riduzione del peso fiscale è il miglior aiuto per famiglie e imprese. Altri ambiti di intervento riguardano i costi dei terreni, quello del lavoro o dell’energia, così come le procedure burocratiche. 

I come Infrastrutture: l’Alto Adige ha bisogno di infrastrutture moderne. Più siamo raggiungibili, più siamo aperti verso il mondo. Per permettere alla mano pubblica di investire in queste infrastrutture, così come di ridurre le tasse bisogna liberare risorse tagliando la spesa pubblica inefficiente e promuovere lo sviluppo economico per aumentare consumi, produzione, occupazione e di conseguenza le entrate fiscali. 

I come Investimenti: le nostre imprese continuano a scommettere sul territorio investendo in nuovi stabilimenti, macchinari e persone. Lo sviluppo economico è sempre stato sostenibile: le zone produttive, dove è insediata gran parte delle nostre imprese, occupano appeno lo 0,25 per cento dell’intera superficie dell’Alto Adige. Anche l’efficienza energetica è aumentata nel tempo: rispetto agli anni Settanta l’industria locale produce 10 volte tanto, ma i consumi energetici sono calati del 30 per cento. Diventa decisivo un ambiente normativo chiaro e prevedibile che favorisca investimenti e innovazione. Le discussioni relative a temi come la riforma urbanistica o i piani comunali di classificazione acustica devono tenerne conto. 

I come Intelligenza: Industria 4.0 ha bisogno di competenze 4.0. Il rapporto con le scuole e con l’università diventa sempre più fondamentale, l’istruzione tecnica è decisiva pensando alla forte carenza di personale qualificato. Altrettanto importante è la formazione continua di chi è già occupato: le collaboratrici e i collaboratori delle nostre imprese sono preziosi e vogliamo farli crescere insieme alle nostre aziende.