Politik | CONTI IN ROSSO

Pd, il piatto piange

Niente soldi per la campagna elettorale, il tesoriere Calò avvisa chi non paga le quote. Staffler: "Tanti versano, ma abbiamo perso sindaci". Tommasini: "Io in regola".
Pd
Foto: Facebook/Huber

Problemi di finanze per il Pd altoatesino. In un quadro già critico, come riporta il Corriere dell’Alto Adige, e senza soldi in cassa per la campagna elettorale (Maria Elena Boschi risulta ospite fissa dell'Svp), il tesoriere Pietro Calò nell'assemblea di lunedì si è rivolto ai rappresentanti eletti che sono indietro con i pagamenti delle quote. Non ci sono cifre ufficiali, ma l’ammanco è quantificato in 48.000 euro e secondo voci non confermate sarebbe imputabile a quattro persone.  

Uwe Staffler, candidato della minoranza alle primarie di segreteria vinte da Huber, difende il partito: “Non è una notizia che qualcuno si stia mettendo in regola con i pagamenti. E non c’è una forza come il Pd alla quale così tante persone contribuiscono alla sua vita e al suo funzionamento. È vero anche che soprattutto chi ha incarichi di rilievo, ad esempio in consiglio provinciale, deve sostenere le spese per le cause legali associate alla propria attività. Già un anno fa siamo venuti incontro a queste esigenze votando all’unanimità l’abbassamento dell’aliquota sul lordo mensile dei consiglieri, da 18 a 16,5%. Inoltre, a me piace come ha sempre fatto Luisa Gnecchi che ha sempre pagato tutto e quando ha potuto ha regalato soldi al partito».

Riguardo alle difficoltà finanziarie complessive, Staffler fa riferimento alla riduzione degli amministratori eletti, con il conseguente venir meno dell’apporto di una parte delle quote. “Avevamo il sindaco di Bolzano e altri primi cittadini, ora non è più così”. Poi c’è il capitolo consiglio provinciale. Mentre l’attenzione si sposta su Roberto Bizzo, in rotta con il resto dei democratici - che al Corriere risponde di essere “quasi in regola” - a stretto giro interviene Christian Tommasini. Il vicepresidente della giunta provinciale precisa di essere perfettamente in regola. “Ci sono, è vero, spese legali connesse all’espletamento del mandato. Per esempio sulla questione “rimborso Iva-Sad” il tribunale ha dato completamente ragione all’operato della giunta e della Provincia, ma abbiamo dovuto pagarci comunque gli avvocati. Si tratta di una cifra intorno ai 10.000 euro, nonostante la competa assoluzione. Ho pagato anche sulla questione “parcheggio di Braies”, nonostante, anche lì, siamo stati completamente assolti. Ma questo – chiarisce – non c’entra nulla con i versamenti al partito. Noi abbiamo un regolamento per gli eletti che prevede il versamento del 16,5% dell’indennità lorda. Questo significa che io devo versare 2.400 euro al mese al Pd ed è esattamente quello che faccio. Sono in regola con i versamenti ed il tesoriere lo ha detto esplicitamente lunedì sera”. 

L’elenco dei morosi non è stato divulgato in pubblico. Suona come un ammonimento per chi è tenuto a sistemare la propria posizione e ha tempo meno di una settimana. Gianclaudio Bressa, a quanto si dice, pare abbia saldato un debito di circa 2.000 euro dovuto a banale dimenticanza. A chi fra i "dem" chiede lumi sulla posizione di Carlo Costa viene fatto notare in risposta come lui non sia un eletto ma tecnicamente un “nominato” e quindi non soggetto agli stessi obblighi di un amministratore. Infine Mauro Marchi, presidente del consiglio di sorveglianza di Alperia, è dato tra quelli “che hanno sempre pagato”.