Politics | Il nodo

Lago di Caldaro, “la natura è di tutti”

Il Comune chiude l’accesso pubblico al bacino lacustre a causa degli eccessivi assembramenti. I Verdi: “Chi paga però entra, che amara ironia”.
Lago Caldaro
Foto: Costruttori di futuro

C’entra il Covid-19 ma la questione ha radici più lontane. Il 5 giugno il Comune di Caldaro - tramite una ordinanza della sindaca Gertrud Benin Bernard valida fino al prossimo 31 luglio - ha deciso di chiudere l’accesso pubblico al lago nella zona tra l’impianto balneare Lido e il Club velico. Il motivo: troppi assembramenti, come ha riportato nel fine settimana il quotidiano Alto Adige. È stata concessa un’eccezione per i residenti di Caldaro che potranno recarsi liberamente al lago ogni giorno tra le 6.30 e le 8.30 ma anche tra le 19 e le 21 sul pontile del lido. C'è di più. “Gli accessi a pagamento sono stati aperti, e questa è un’amara ironia”, fanno notare i Verdi.
 

Un caso ancora aperto
 

Di soluzioni strutturali all’annoso problema degli accessi si era già parlato a più riprese in passato. L’ipotesi di una seconda entrata gratuita al gettonato lago balneabile altoatesino è infatti sul tavolo del dibattito da anni. Già nel giugno 2015 il consiglio provinciale aveva dato il via libera a una mozione degli stessi Verdi in cui si chiedeva alla giunta di attivarsi presso il municipio di Caldaro, nella fase di consegna del terreno, al fine di utilizzare la superficie di 3.500 metri come spiaggia pubblica. Iniziativa che faceva seguito alla petizione online promossa l’anno prima dall’allora funzionario provinciale Antonio Lampis. Il nodo, aveva detto nel luglio del 2019 il presidente della Provincia Arno Kompatscher rispondendo a una interrogazione degli ambientalisti, è il passaggio dell’ex sito militare dal ministero della difesa alla Provincia che dovrebbe poi “spostarlo” al Comune di Caldaro. “L’amministrazione provinciale non è in grado di determinare i tempi del passaggio, poiché il trasferimento dipende dal ministero della difesa e dall’Agenzia del demanio”, aveva specificato a suo tempo il governatore.


Il colmo


A tornare sul tema sono ancora i Verdi, “al lago di Caldaro sta succedendo quello che abbiamo sempre temuto e denunciato. L’accesso pubblico al lago è stato chiuso ‘per evitare gli affollamenti di massa’. Invece gli accessi a pagamento sono stati aperti”, sottolineano Brigitte Foppa, consigliera provinciale della Bassa Atesina, e Marlene Pernstich, co-portavoce del partito ecologisti e consigliera comunale di Caldaro. “L’accesso libero alle acque del lago è possibile solo grazie a una misera scaletta che porta dal porto nel lago. Il passaggio è stato sempre tenuto molto piccolo per renderlo meno attrattivo possibile. Così per i bagnanti e gli ospiti era più semplice servirsi delle strutture a pagamento. Nei primi giorni dopo la fine del lockdown, il piccolo spazio intorno a questo accesso pubblico si è riempito in un attimo di bagnanti, e così è stato chiuso con grande rapidità per eccessivo assembramento”, riassumono le due esponenti dei Verdi.

Non può succedere che a causa del coronavirus il diritto a godere della natura spetti ora solo a coloro che se lo possono permettere

“Che ora però venga dato il via libera all’apertura degli accessi a pagamento è un’amara ironia. Perché da sempre noi Verdi e i/le rappresentanti della Dorfliste Kaltern Caldaro chiediamo che l’accesso libero al lago venga ampliato e che vengano aggiunti altri passaggi per raggiungere l’acqua. Purtroppo, sempre senza successo, nonostante il consiglio provinciale si sia espresso a favore della nostra proposta”. Il riferimento è quindi alla Legge di tutela della natura, lil cui articolo 2 prevede che “chiunque ha diritto al godimento delle bellezze naturali e alla ricreazione nell’ambiente naturale”. Ciò, concludono Foppa e Pernstich, “dovrebbe valere anche per il nostro lago più grande, anche in tempi di Covid. Non può succedere che a causa del coronavirus il diritto a godere della natura spetti ora solo a coloro che se lo possono permettere”.

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alfred frei Mon, 06/08/2020 - 17:37

Die Kalterer Gemeindeverwaltung arbeitet zur Zeit an einem neuen Gemeinwohlbegriff für den freien Zugang zum Kalterer See:
für das Verhältnis zwischen öffentlichen zugänglichen und zu zahlenden Stränden wird die Sozialpflichtigkeit des See-Eigentums aufgehoben; mittellose Bürger der Dorfgemeinde werden im Interesse des Wasserschutzes einem numerus clausus unterworfen. Der zeitlich begrenzte Zugang (von 22 Uhr bis 2 Uhr früh) wird durch ein Auswahlsystem festgelegt.

Mon, 06/08/2020 - 17:37 Permalink
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alfred frei Tue, 06/09/2020 - 09:27

non ti arrabbiare, ma il lago è un bene comune di tutti i cittadini, il che comporta che l'accesso non dovrebbe essere limitato solo a chi paga; ecologicamente parlando i ricchi non inquinano meno dei poveri, analisi quantitative e qualitative a parte.

Tue, 06/09/2020 - 09:27 Permalink