Chronicle | Il caso

Thun denuncia CasaPound

4 militanti della tartaruga frecciata a processo: avevano diffuso un volantino con un angioletto decapitato per denunciare la delocalizzazione dell’azienda.

Dovranno rispondere dell’accusa di diffamazione aggravata nei confronti della celebre azienda altoatesina Thun i consiglieri comunali di CasaPound Andrea Bonazza e Maurizio Puglisi Ghizzi, e i militanti Patrik Stecher e Mirko Gasperi. Compariranno davanti al giudice Oswald Leitner il prossimo 7 luglio. Il motivo: avrebbero distribuito in piazza Walther, il 28 novembre 2013, durante il mercatino di Natale alcuni volantini che raffiguravano uno dei tipici angioletti della Thun con la testa mozzata e sanguinante e la scritta: “Entro il 2013 conto di delocalizzare il 50% in Thailandia, e di arrivare all’80% nel 2014”, in calce la firma di Peter Thun, amministratore unico della ditta. Nel mirino dei fascisti del terzo millennio, dunque, i progetti di delocalizzazione della produzione della Thun all’estero che avrebbero avuto effetti dannosi sull’economia locale. Era poi intervenuta la Digos, anche a seguito della querela dell’azienda e a quel punto l’iniziativa dei militanti di CasaPound era stata sospesa.

Secondo la difesa la frase riportata sul volantino era già comparsa a ottobre 2012 in un’intervista sul Sole 24 ore, la notizia della delocalizzazione era uscita in seguito anche su salto.bz. Fernando Pontecorvo, legale di Puglisi Ghizzi, al Corriere dell’Alto Adige ha dichiarato che “tale affermazione rientra nell’azione politica portata avanti dai militanti di CasaPound, come è provato dal fatto che lo stesso volantinaggio era stato annunciato dagli stessi militanti alle forze dell’ordine, e dunque l’azione rientra nel diritto di critica”, garantito dalle norme costituzionali. Tuttavia il capo d’imputazione fa riferimento esclusivamente all’immagine dell’angioletto decapitato e non alla frase citata, ma il volantino - precisa Pontecorvo - va considerato nel suo complesso.