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Alto Adige: fine della zona rossa

Dal 30 novembre riaprono negozi, mercati, parrucchieri ed estetisti. Dal 4 dicembre tocca a bar e ristoranti e si passa alla zona gialla. Ancora incognita sullo sci.
Arno Kompatscher
Foto: ASP/Fabio Brucculeri

È ufficiale: lo spiraglio c’è. L’Alto Adige può concedersi una riapertura parziale e allentare le restrizioni anti-coronavirus. Durante la videoconferenza stampa odierna il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha annunciato infatti che “l’analisi dello screening di massa - che ha permesso di isolare 3.400 positivi asintomatici - e degli effetti delle misure precedentemente introdotte che hanno richiesto grandi sacrifici da parte dei cittadini, ci dicono che negli ultimi giorni, già prima dei test di massa, si è abbassata la curva dell’indice Rt (che misura la trasmissione del contagio, ndr) e continuerà ad abbassarsi, come ci assicurano gli esperti, ciò ci permette di adottare nuovi provvedimenti”.

Nello specifico da lunedì prossimo, 30 novembre, apriranno alcune attività economiche, negozi, mercati, parrucchieri ed estetisti. E inoltre riprenderà anche la didattica in presenza per la prima media. Venerdì 4 dicembre l’Alto Adige, visti gli attuali dati sanitari, sarà classificato zona gialla e dunque ciò “potrà consentirci di allinearci alle norme previste a livello nazionale, ovvero con la riapertura della gran parte delle attività commerciali al dettaglio, nonché di bar e ristoranti (fino alle ore 18)”, così Kompatscher. Le lezioni in presenza a quel punto riguarderanno anche le seconde e le terze classi delle scuole medie, mentre per le superiori ci sarà ancora da attendere fino a verso metà dicembre, dato il loro impatto sui mezzi pubblici.

 

Un primo passo

 

“Abbiamo posto le basi di partenza - spiega il governatore -, fra oggi e domani approfondiremo la possibilità di anticipare un ulteriore alleggerimento delle misure al 30 novembre e per il periodo dopo il 4 dicembre”. Non si tratta tuttavia di un “libera tutti”, puntualizza Kompatscher, “potremo fare di più solo se continuiamo a osservare le regole di contrasto alla diffusione del Covid-19 ”.

Prima di firmare la nuova ordinanza il Landeshauptmann si confronterà con gli esperti della Provincia e con il governo sui dettagli in merito alle riaperture e sugli spostamenti fuori dall’Alto Adige, del resto la mobilità tra le regioni dipende esclusivamente dall’esecutivo nazionale, ricorda Kompatscher.

 

La questione sci

 

Nuovi scambi con Roma si renderanno necessari anche per risolvere il nodo dello sci. “Sapevamo che non avremmo avuto una stagione sciistica normale a Natale, ma non ci può essere un rinvio sine die, bisogna capire se e come potrà ripartire l’attività, quando potranno aprire gli impianti e quale collegamento ci sia tra l’apertura degli impianti e quella degli alberghi - afferma il governatore -. Gli operatori turistici, impiantisti e albergatori devono avere un indirizzo chiaro su come il governo intenda muoversi, così da potersi organizzare”.  

Le previsioni, però, non sembrano ottimali. Il quotidiano Repubblica fa sapere che il premier Giuseppe Conte starebbe lavorando a un accordo con i Paesi transfrontalieri (anche per evitare che si crei concorrenza tra le zone alpine) per mantenere chiusi almeno fino al 10 gennaio gli impianti sciistici. E, possibilmente, senza fissare neanche una data per la riapertura.