Cronaca | Servizi

“Poste privatizzate? No grazie”

Fabrizio Tomelleri della Slc-Cgil spiega i motivi dello sciopero delle Poste, in programma per venerdì prossimo 4 novembre.
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Foto: Salto.bz

salto.bz : Quali sono i motivi dello sciopero?
Fabrizio Tomelleri - Segnaliamo con forza la nostra contrarietà alla possibile privatizzazione paventata a livello nazionale. Una privatizzazione che solo per il momento è stata sospesa, lasciandoci comunque molto preoccupati perché si tratterebbe di una svendita che comporterebbe 20mila esuberi e quindi in proporzione un centinaio a livello provinciale. E poi non è assolutamente detto che la privatizzazione comporterebbe un miglioramento del servizio. 
L’azienda nei suoi due tronconi del recapito e dello sportello di per sé è produttiva. La privatizzazione porterebbe allo stato circa 5 miliardi, comunque una goccia nel mare del deficit. Ed un privato non avrebbe nessun interesse a proseguire il recapito nelle zone disagiate e mantenere la sportelleria nella situazione attuale. Privilegiando invece la prospettiva di una nuova banca privata. Si tratta di un cambiamento radicale nella filosofia dell’azienda. 

Come stanno le Poste in provincia di Bolzano? Meglio o peggio che nel resto d’Italia?
Una complicazione è data dall’orografia del territorio per cui il recapito è reso un po’ più difficile. Però è vero che in Alto Adige abbiamo una mole di lavoro e di punti di consegna superiori rispetto agli altri territori. Soprattutto grazie al quotidiano di Athesia e in futuro forse anche il quotidiano Alto Adige che è stato appena acquisito. Questi grandi clienti non ci sono nel resto d’Italia dove a prendere piede è la rivoluzione digitale. Però viviamo anche noi la crisi legata alla diminuzione della corrispondenza. 

A fronte del ‘problema’ la Provincia com’è noto sta pensando di coinvolgersi in prima persona per garantire anche in futuro il servizio di recapito. Questa prospettiva voi come la vedete?
Di certo non ci preoccupa. Questo da quanto leggiamo sui giornali, perché al momento non esiste ancora una convenzione scritta, ma le finalità che la Provincia si pone sono senz'altro del tutto condivisibili. Vuole venire incontro alla fascia più debole della popolazione che si relaziona con gli sportelli nel territorio come gli anziani che ritirano la pensione. Questa cosa è giusta ed è uno degli elementi per cui ci contrapponiamo alla privatizzazione che senz’altro non manterrebbe la medesima sensibilità nei confronti di questi servizi e del loro ruolo sociale. 
Condividiamo anche l’impegno manifestato dalla Provincia sul recapito, cercando di evitare la prospettiva della consegna a giorni alterni. 
In ogni caso un punto di domanda in prospettiva però viene rappresentato dalla prospettiva che un ente pubblico metta a disposizione dei fondi ad un’azienda privata. In un regime di libera concorrenza la cosa appare quanto meno discutibile.
In ogni caso non pensiamo certo di ‘diventare provinciali’. 

I cittadini comunque un coinvolgimento della Provincia possono forse vederlo di buon occhio. Con un ente pubblico territoriale che prende il posto dell’ente pubblico nazionale che fa un passo indietro per fare cassa…
In parte le finalità dei sindacati e della Provincia coincidono. Noi ne abbiamo anche altre naturalmente, ma intanto siamo molto interessati a capire come potrebbe funzionare il coinvolgimento della Provincia. E quale utilizzo possa essere fatto dei 10 milioni annui di cui si parla in questi giorni quantificando e localizzando il ‘coinvolgimento’ dell’ente pubblico provinciale. 

La Provincia molto spesso ha puntato il dito contro il bilinguismo degli operatori delle Poste in Alto Adige, non sempre garantito.
E’ un problema che si trascina da anni. Con paradossi come quello legato al fatto che le Poste richiedono il bilinguismo nel caso di nuove assunzioni, ma poi non sono disposte a delle corresponsioni in questo senso. 

Con 10 milioni all’anno la Provincia non può certo pensare di rilevare per intero i servizi delle Poste in Alto Adige…
Infatti. Sono i conti che facciamo anche noi senza avere però in mano ancora nulla. Se inseriscono denari nella macchina del recapito con le assunzioni che mancano da tempo allora effettivamente potrebbe accadere qualcosa di positivo. Ma non è la salvezza. La preoccupazione resta.