Politik | Intervento

Bolzano, un patto bipartisan per l'Hospice

Quando 25.000 firme non bastano.
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Era maggio 2011 quando l'associazione "Il papavero/der Mohn" consegnava nelle mani dell'allora Assessore provinciale alla Sanità Richard Theiner per la precisione 24.707 firme raccolte in soli quattro mesi perché anche a Bolzano, così come prevede la legge nazionale, si procedesse alla realizzazione di un Hospice e della rete di assistenza domiciliare sul territorio per garantire a tutti l'accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore.

Da allora ad oggi non solo l'Hospice così come era stato auspicato non è stato realizzato nella città capoluogo, ma apprendiamo oggi che sono mancati i fondi per gli arredi del reparto di Cure Palliative presso l'ospedale di Bolzano, reparto che è stato ristrutturato e che riaprirà a giorni. Lodevole l'azione dell'associazione "Il papavero/der Mohn" che coprirà i costi, ma la disattenzione mostrata verso la città capoluogo è a dir poco preoccupante. Martinsbrunn, Vipiteno, la Medicina Complementare a Merano: non voglio fare polemiche sulle priorità che i vertici della sanità altoatesina si sono dati e sulle scelte strategiche che stanno generando aspre prese di posizione sulla riorganizzazione dei servizi.

Siamo tutti grati al Dr. Massimo Bernardo (che non a caso è stato eletto cittadino dell'anno nel 2014) e al suo staff per il lavoro svolto in questi dieci anni, ma con un numero crescente di malati un reparto di 12 letti che senza l'intervento dei privati sarebbe rimasto senza letti appare non solo e non tanto uno schiaffo alla città capoluogo ma una ferita inferta alla categoria più debole, quella di chi soffre. Se un Hospice è una struttura che sta tra l'ospedale e casa propria, se tutti, pazienti e familiari, hanno diritto a quello che stabilisce la legge 38, come fanno a mancare 120.000 euro in un bilancio di un miliardo e 200 milioni di euro all'anno?

Pochi giorni fa ho chiesto per sicurezza e legalità un patto trasversale alle parti politiche, comunque si trovino collocate alle prossime elezioni. Alla luce di quanto accaduto e nella certezza che nessuno può non sentirsi toccato da questa tematica, chiedo che non si lasci passare come se niente fosse, che non si girino le spalle al dolore, perché per usare le parole del Dr. Bernardo "La non sofferenza è un diritto". Per tutti.