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“Contento che si faccia il mio nome”

Paolo Bassani, ex assessore, medico di Caramaschi, sfidante del suo paziente alle comunali? “Io di centrodestra, lusingato. Se son rose fioriranno ma siamo in alto mare”.
Paolo Bassani
Foto: Studio dentistico Bassani

Comincia con un nome il 2020, anno delle elezioni comunali a Bolzano e di molto altro, a partire dalle regionali in Emilia Romagna che saranno cruciali per l’evolversi del quadro nazionale. Paolo Bassani è uno dei profili affidati al gossip della politica come possibile candidato del centrodestra di Renzo Caramaschi. Ex assessore a cavallo degli anni ’80 e ’90, con Marcello Ferrari (Dc) alla guida della città, esponente del Partito liberale, poi di Forza Italia e infine Lega nord (da cui uscì in polemica), Bassani è conosciuto in città anche per la sua professione. Da medico di base - ma è specializzato anche in ginecologia e odontostomatologia ed è titolare dello studio dentistico omonimo - ha tra i suoi pazienti proprio l’attuale sindaco, che stima: “È una persona onesta” dice di lui. Sul suo coinvolgimento nel toto-candidati precisa: “Io sono sempre stato di centrodestra e mi fa piacere che giri il mio nome - afferma -. Se son rose fioriranno, ma siamo ancora in alto mare”.

 

Moderato, anche per l’Svp

 

Una pura speculazione, un profilo fatto apposta per bruciarlo o ancora diffuso prima che inizino i giochi veri all’interno della Lega e tra gli eventuali alleati. Oppure qualcosa in più. Di certo il nome di Paolo Bassani è stato sentito nelle conversazioni informali da più di un consigliere provinciale. Potrebbe rispondere all’identikit del candidato “civico” per la sfida a Caramaschi. Esperto, affidabile, abbastanza moderato da piacere all’Svp, in previsione del ballottaggio. 

Voci interne alla Lega però dicono che non è un’opzione sul tavolo. Lo stesso Filippo Maturi, rimasto il protagonista del Carroccio bolzanino dopo l’uscita di Carlo Vettori, ripete ai suoi che è ancora presto. Conta infatti la tempistica. Molto dipende dallo scenario nazionale, che a sua volta determinerà quello locale. Occorre aspettare il verdetto delle regionali in particolare in Emilia Romagna, dove il confronto tra Bonaccini e Bergonzoni è aperto e Pd e M5s sono divisi. Poi ad animare il quadro ci saranno anche il referendum sulla riforma costituzionale del taglio dei parlamentari e l’eventualità sempre presente delle elezioni anticipate. 

 

 

Tutto insomma si basa su un incastro con tante variabili. Il confronto con gli eventuali alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, nella veste del nuovo coordinamento regionale passato da Michaela Biancofiore a Giorgio Leonardi, inizierà davvero dopo il voto del 26 gennaio. In base alle evoluzioni si andrà a decidere la forma in cui presentarsi a Bolzano. Tre gli scenari considerati dai salviniani coordinati dal commissario Maurizio Bosatra. Lista unica con un candidato sindaco di bandiera, Luigi Nevola, per fare un esempio, ma c’è chi non esclude possa spuntarla alla fine Maturi. Ancora, la lista della Lega più una lista civica, modello Zaia o Bergonzoni, che sarebbe lo scenario caldeggiato dal deputato. Infine un candidato sindaco di coalizione con tre liste a supporto, di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, se ci sarà l’accordo. In ogni caso, come candidati consiglieri la Lega intende schierare i militanti “fidati”, vedi Sergio Fizzotti, Luca Dalpiaz, Roberto Selle e gli eletti uscenti.

Solo al culmine di questi ragionamenti politici, si va ripetendo, uscirà il profilo “giusto”, che la Lega conta di affidare ad una conferenza stampa e non alle indiscrezioni. Nomi messi lì senza coperture politiche lascerebbero quindi il tempo che trovano. 

 

Assessore quando Bolzano cambiò

 

Nel frattempo Bassani, classe 1950, quattro anni in meno di Caramaschi, si gode l’attenzione. La sua figura è conosciuta. Già consigliere comunale, è stato assessore dal novembre 1989 al giugno 1995 a igiene e sanità, dall’aprile 1990 anche all’inceneritore e discariche. La giunta era del democristiano Marcello Ferrari, che prese la guida della città per la morte improvvisa, a causa di un infarto in ufficio, del sindaco Valentino Pasqualin (anche lui Dc). Erano gli anni del governo del capoluogo al Pentapartito assieme all’Svp. 

Un periodo travagliato, gli anni di Tangentopoli e del passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, nel quale tuttavia Bolzano fece “un bel passo in avanti” nel suo sviluppo, come ricordano alcuni osservatori: si citano il piano del traffico con l’arginale risale ad allora, il piano urbanistico, il teatro in piazza Verdi, l’auditorium. 

 

 

Sfida medico-paziente? 

 

Il professionista ha poi frequentato la politica successiva. Alle provinciali del 2003 si è candidato con Forza Italia, arrivando terzo dietro Michaela Biancofiore e Alberto Pasquali. Nel 2008 invece con la Lega nord di Elena Artioli, da cui due anni dopo è stato espulso per dissapori con la rivale Maria Teresa Tomada. 

Caramaschi è una persona onesta e il rapporto medico-paziente è al di sopra delle ideologie. Riguardo a me, nessuno mi ha detto nulla, ma sono contento che giri il mio nome. Se son rose fioriranno

Negli ultimi anni, spiega invece il diretto interessato, si è allontanato dai partiti per dedicarsi agli impegni della vita professionale, ma è sempre rimasto vicino al centrodestra. “Mi onora il fatto che adesso pensino a me, ma non sono stato informato di nulla, né interpellato ufficialmente, né mi sono posto il problema se accetterei o no”. Il medico si lascia andare ad alcune considerazioni. Sul suo paziente che potrebbe sfidare in una contesa tra “senior” della politica locale: “Il rapporto medico-paziente è al di sopra dell’ideologia”. Di Caramaschi sindaco cosa pensa? “Mi sembra una persona onesta”, risponde.

Non ho tessere, mi sento un uomo libero, pur ideologicamente vicino al centrodestra. Ho lasciato la politica per gli impegni professionali, purtroppo in questo Paese è appannaggio dei dipendenti, non degli autonomi

Bassani non dice per chi parteggia, se per Salvini, Meloni o l’appannato Berlusconi. “Non ho tessere, mi sento un uomo libero, pur ideologicamente vicino al centrodestra. Ho lasciato la politica attiva perché non riuscivo a gestire tutti gli impegni professionali. La politica in questo Paese infatti è difficile per gli autonomi, è riservata molto ai dipendenti che possono andare in aspettativa e maturare la pensione, mentre io non avevo nessuno che gestisse la mia attività”. 

Un commento finale sulla situazione della città tradisce la suggestione: “Vedremo - conclude in modo aperto -, se son rose fioriranno”.

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Martin Aufderklamm Fr., 03.01.2020 - 11:49

Sulla falsariga del sommario anno 2019 a elezioni concluse propongo alla redazione di Salto di fare un' analisi su quanti articoli siano stati scritti sulle elezioni comunali e soprattutto quanti solamente con riferimento a persone e senza contenuti programmatici. Grazie.

Fr., 03.01.2020 - 11:49 Permalink