Politik | Giorno del Ricordo

10 Febbraio: ricordo o propaganda?

Nelle scuole, tranne alcune eccezioni, si ricorda davvero sempre il Dieci Febbraio? O si leggono le linee guida?
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  • Giorno del Ricordo, 10 Febbraio. A Roma nascerà il Museo dedicato alle vittime del Confine Orientale.

    Il Governo ha finalmente deciso: a Roma nascerà il Museo del Ricordo per testimoniare e ricostruire la storia degli italiani istriano dalmati e fiumani vittime delle foibe e costretti all'esodo. L' immobile della Regione Lazio è già stato trovato: in via Maria Adelaide, dietro piazza del Popolo. 

    Vi si tratterà di una delle più tragiche e dolorose vicende della storia recente. Una memoria negata davvero per troppo tempo. 

    Per cui occorre osservare: peccato non sia stato fatto prima. 

    E peccato, che la tragedia e la sofferenza di migliaia di esuli e poveri infoibati continui a essere inesorabilmente strumento di propaganda e manipolazioni.

    A vent’anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo – il 10 febbraio – a tre dalle Linee Guida del Ministero dell’Istruzione che indicano alle scuole come interpretare la complessa vicenda del Confine Orientale, il museo sembra sarà ora realizzato e gestito da una Fondazione alla quale potranno aderire le associazioni degli esuli che qualcuno definisce "da tempo monopolizzate dall’estrema destra governativa o più radicale".

    O forse no. O forse, esistono anche esuli e associazioni non radicali. Magari nemmeno di destra. 

    Le scuole, tranne alcuni volenterosi, ricordano davvero sempre il Dieci Febbraio? O leggono le linee guida?

    E, una volta di più, il Giorno della Memoria e  quello del Ricordo, nel sentire comune, si confondono e si sovrappongono, come spesso accade: se manca la necessaria conoscenza. Quella di  storie che gli ultimi protagonisti, sparsi in tutta Italia, dalla Sicilia alla Sardegna al Piemonte, negli Stati Uniti e in Australia, raccontano ai loro figli e nipoti, sommessamente.

    Perché, dicono, la nostalgia per i propri luoghi d'origine non passa, ma aumenta, col trascorrere del tempo. 

    L' età rende sentimentali. O forse, con l'età non si ha più volontà di trattenerlo, il sentimento.

    E speriamo che si ricordi veramente tutto, in questo museo: dei giovani slavi che prestavano due anni di servizio militare a Trieste, sotto l'Impero Austrungarico, diventando perfetti bilingui o trilingui. Come i mercanti e i borghesi cittadini.  Di un' occupazione nel ventennio fascista crudele, che non ha confronti in altre zone di confine di questo Paese, pur anch'esse  segnate da annosi conflitti etnici, e che ha compromesso indelebilmente i rapporti tra le popolazioni, creando odi prima non esistenti. Di partigiani e comunisti e soprusi e violenze. Da ogni parte.

    Di un' Italia che non sempre ha accolto a braccia aperte famiglie disperate in fuga, caricate su navi o su carri, o bloccati in "treni della vergogna". E di risarcimenti o scuse ancora dovuti. 

    Otto milioni sembra costerà questo museo. Tre anni di lavoro.

    Si dovrebbe forse piuttosto dare la possibilità agli ultimi esodati di rivedere le loro case, occupate da decenni? Forse non lo vorranno fare.  O raccontare loro di opzioni e esili più fortunati, di cui invece si discute quotidianamente. Ci sono confini e confini. Alcuni comodi e alcuni scomodi. Le vicende del Confine Orientale non sono poi così complesse, se solo si volessero comprendere davvero. Si vorrà? 
     

    Si tratta veramente solo di propaganda? Di una visione ideologica che ignora il contesto di violenza e i crimini fascisti e nazisti precedenti, attribuendo le uccisioni alla «barbarie slava» e adottando la formula della pulizia etnica «anti-italiana»? Dipende. Basterebbe dedicare alcune sale, ad esempio, alla ricca produzione storiografia, letteraria, poetica, musicale, italiana e slovena, per dare una visione più equilibrata. Ci sono immagini e documenti in abbondanza.

    Ma l'Italia è un Paese a volte strano. Non sempre generosissimo con i suoi stessi figli. Trecentomila profughi, più di diecimila vittime, donne, bambini.

    Sperando che questo museo, ormai, non procuri, anche ai loro discendenti , ulteriori amarezze, riaprendo solo ferite che, a fatica, si è riusciti col tempo a rimarginare.

    https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/02/02/news/museo_del_ricordo_o_…