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Economia 2020

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del DEF. È il documento propedeutico alla legge nuova di bilancio 2020. Stop all'aumento dell'Iva.
Conte, Gualtieri
Foto: upi

Lunedì 30 settembre il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2019. "Il nuovo governo è stato formato con rapidità e si è trovato a dover aggiornare il Def e impostare l'imminente sessione di bilancio in tempi strettissimi" scrive il ministro Gualtieri nella premessa che apre la Nadef, riporta ANSA. "Siamo convinti di poter imprimere un cambio di passo alla politica economica già con la prossima legge di Bilancio e che si sia aperta un'opportunità di disegnare riforme incisive e preparare un vero rilancio dell'economia italiana", aggiunge.

La situazione al presente, descritta nel NaDef, non è delle migliori: "Nel 2019 l’economia italiana presenta ancora una dinamica di crescita inferiore al potenziale. I livelli di disoccupazione, soprattutto con riferimento alle sue componenti giovanili e femminili, sono ancora elevati, così come le diseguaglianze sociali e territoriali, nonostante gli interventi posti in essere" spiega il documento. E aggiunge: "Nel periodo 2007-2018 il Pil pro-capite italiano (base 2010) si è contratto del 7 per cento, mentre nell’Area euro è cresciuto del 5,4 per cento; poco sotto si attestava l’economia francese (4,8 per cento), mentre in Germania la crescita dell’aggregato è stata di quasi il 12 per cento. Confronti su altre variabili mostrano divergenze altrettanto preoccupanti”.

Nel 2019 l’economia italiana presenta ancora una dinamica di crescita inferiore al potenziale. I livelli di disoccupazione, soprattutto con riferimento alle sue componenti giovanili e femminili, sono ancora elevati, così come le diseguaglianze sociali e territoriali, nonostante gli interventi posti in essere

La Nota è il documento che definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio. Gli interventi del governo saranno prevalentemente volti ad assicurare la crescita economica, cercando di garantire al contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche. In particolare, gli strumenti saranno l’incremento degli investimenti pubblici, in particolare di quelli per l’innovazione, per la conversione all’economia verde e per il potenziamento delle infrastrutture materiali, immateriali e sociali, a partire dagli asili nido. È previsto anche l’azzeramento delle clausole di salvaguardia sull’IVA per il 2020, e la loro riduzione per il biennio 2021-2022; la riduzione del carico fiscale sul lavoro; l’aumento della produttività del sistema economico, della pubblica amministrazione e della giustizia; la digitalizzazione dei pagamenti; il rafforzamento delle politiche di riduzione delle disuguaglianze e della disoccupazione, a partire da quella giovanile e femminile. Non può mancare un cenno alla lotta all’evasione fiscale.

"Per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche - spiega in una nota la presidenza del Consiglio dei ministri -, per il 2020 la NaDef fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 2,2% del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che determinerebbe un rapporto deficit/PIL pari all’1,4%, si configura quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 0,8 punti percentuali di PIL (circa 14,5 miliardi di euro)". Rispetto al 2019, nel quadro programmatico di finanza pubblica, l’indebitamento netto risulta invariato, mentre il rapporto tra debito e PIL diminuisce di 0,5 punti percentuali. L’indebitamento netto strutturale registra una riduzione di 0,1 punti percentuali.

Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, la stima per il 2020 è di una crescita del PIL pari allo 0,6%. Dovremmo assistere anche a una riduzione del tasso di disoccupazione e un incremento sia delle unità standard di lavoro sia del numero di occupati.

Spiega Luigi Marattin, economista, deputato di Italia Viva: "Lo schema previsto include una piccolissima riduzione delle tasse sul lavoro (il cosiddetto "cuneo fiscale"), a partire da luglio 2020. Il budget destinato a questa finalità è 2,5 miliardi di euro, che dovrebbe tradursi in un paio di decine di euro al mese in più in busta paga. Purtroppo le tasse sul lavoro sono una brutta bestia: per far sì che l’impatto sia quantomeno notato dal lavoratore o dall’imprenditore, devi spenderci dai 10 miliardi in su. Lo sappiamo molto bene noi: nella scorsa legislatura il governo Renzi ha speso 16 miliardi all’anno per ridurre le tasse sul lavoro (10 a vantaggio dei lavoratori, 6 a vantaggio delle imprese)". Secondo Marattin, che ha svolto la sua analisi in un post su Facebook, "noi pensiamo che alzare l’IVA di 5 o 7 miliardi a gennaio e abbassare le tasse sul lavoro di 2,5 miliardi a luglio non sia un grande affare in questo momento. E abbiamo proposto di risparmiare quei 2,5 miliardi sul 2020 per approvare, invece, una legge-delega per la riforma completa dell’IRPEF in modo da vincolare il governo a una riforma complessiva delle tasse sul lavoro dipendente, autonomo e pensioni nel 2021, con una spesa ben più consistente (secondo noi ne sussistono le condizioni macroeconomiche per farlo in sicurezza)".
 


Secondo l'esponente di Italia Viva, che è stato consigliere economico di Matteo Renzi, quando l'ex leader del Partito democratico era presidente del Consiglio, il governo dovrebbe lavorare per "abolire ‘quota 100’: abbiamo sempre pensato che fosse un errore spendere così tanti soldi per mandare in pensione anticipata tutti, indipendentemente dal lavoro che fanno (il poeta o il minatore)".

Nel NaDef c'è qualche riferimento al tema dei cambiamenti climatici, anche se la parola clima torna più volte con riferimento al "clima di fiducia" del mercato. C'è un rimando all'esigenza di lanciare "un 'Green New Deal' orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità, alla riconversione energetica, alla promozione della rigenerazione urbana e delle cosiddette smart cities". Sarà la legge di bilancio a indicare se questa svolta verde è destinata a restare sulla carta. Come nota su Twitter Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, "la svolta green è scomparsa dal dibattito politico, ma la transizione climatica non può aspettare".