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Gesellschaft | standard etici

Protestare in modo civile. Pro e contra.

Protestiamo in modo civile, e questo è il nostro errore?
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
  • La distorsione giornalistica e la manipolazione di argomenti sensibili riguardanti i conflitti interetnici e le minacce della propaganda da parte dei despoti orientali del loro modo di governare non sono una novità. Ma possiamo ancora fare affidamento sul giornalismo che solo simula la presentazione delle informazioni, presentando solo il punto di vista di una parte? Non ci sorprendiamo se l'interesse per la stampa sta diminuendo sempre più, dato che alcuni i giornalisti dimenticano e violano sistematicamente lo standard di presentazione delle opinioni di entrambe le parti, specialmente quando si tratta di eventi sensibili.

    Appello al rifiuto di ascoltare e comprendere i motivi. Le mie spiegazioni ho offerto al canale RAI venerdì mattina prima di andare alla presentazione della "grande cultura russa a Merano", ma nel servizio su di presentazione dell'evento non è stato incluso neanche un singolo passaggio dei nostri argomenti, esposti prima. Ho portato con me diverse copie del testo stampato e le ho offerte a tutti gli interessati, ma non c'erano interessati al di fuori del cerchio dei partecipanti ucraini. Un piccolo circhio degli amici del “club di russia”, ovviamente, non vuoleva sentirci o vederci. L'operatore del canale RAI, che fortunatamente era lì, il che ha impedito una distorsione completa, ha detto che non poteva intervistare. E così, abbiamo almeno il video come registrazione dell'evento e del nostro comportamento. E se non fosse stato per il canale televisivo RAI, ci saremmo sentiti completamente isolati dai media.

    Invece, il giornalista Jimmy Milanese del giornale Alto Adige, che non era presente all'evento (!), ha scritto un articolo pubblicato nell'edizione del Alto Adige sabato del 1 marzo, presentando solo il punto di vista della "parte russa". Dopo aver ricevuto le nostre foto tramite whatsapp da Natalia Ravliv, membro della consulta comunale di Merano, il giornalista, non ha voluto prendere i miei commenti, quando Natalia, gli ha offerto il mio contatto. Aveva risposto che l’ha “gia fatto”. Ma davvero? Una piccola "innocente" bugia che genera una più grande, e supera i confini del lecito ed etico.

    La reazione della parte ucraina e le nostre emozioni e esperienze possono essere comprese da tutti. Ma allora perché nessuno vuole ascoltare i nostri argomenti? 

    Ho informato correttamente la questura prima dell'evento, spiegando i nostri motivi ed intenzioni e che cosa stiamo a fare. Da uno rappresentante della Questura ho dovuto ascoltare una lezione riguardo al mantenimento dell'equilibrio e ai metodi civilizzati di discussione, ma vediamo un trattamento simile verso di noi, agendo in modo civile?

    E poi...Immaginiamo la reazione della comunità musulmana se, in questi giorni, quando le loro manifestazioni rumorose passano sotto le mie finestre a Bolzano ogni sabato, qualcuno organizzasse una presentazione della "grande cultura israeliana"? 

    Protestiamo in modo civile, e questo è il nostro errore?

     

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Salto User
Ksanna Mo., 04.03.2024 - 15:07

Uno degli standard più importanti del lavoro di un giornalista è il diritto dei lettori di conoscere i punti di vista dei protagonisti dell'evento. Il giornalista Alto Adce si è attenuto a questo standard nello scrivere l'articolo? NO.

Mo., 04.03.2024 - 15:07 Permalink
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Valentyna Mo., 04.03.2024 - 20:42

Non riesco a capire come si possa essere così ignorante da chiudere gli occhi e dire „già fatto“ e questo non sapendo nulla. Le informazioni nel articolo sono poco chiare e dalla formulazione di esso si capisce che il giornalista non sapeva nulla. Lui voleva solo mettere tutti gli ucraini in brutta luce.

Mo., 04.03.2024 - 20:42 Permalink
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Inna Lawyer Mo., 04.03.2024 - 22:04

Gli ucraini hanno protestato nella città di Merano contro il terrorismo informativo delle "matrioske" e la promozione della propaganda dittatoriale sotto il pretesto di "cultura" . Spero che il giornalista Jimmy Milanese chieda pubblicamente scusa a tutti e pubblichi un nuovo articolo vero, dove metterà in luce l'autenticità della "cultura" russa che uccide gli ucraini e porta con sé la morte. Spero che il giornalista non rovini la valutazione della pubblicazione in futuro...

Mo., 04.03.2024 - 22:04 Permalink
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Inna Lawyer Mo., 04.03.2024 - 22:07

Gli ucraini hanno protestato nella città di Merano contro il terrorismo informativo delle "matrioske" e la promozione della propaganda dittatoriale sotto il pretesto di "cultura" . Spero che il giornalista Jimmy Milanese chieda pubblicamente scusa a tutti e pubblichi un nuovo articolo vero, dove metterà in luce l'autenticità della "cultura" russa che uccide gli ucraini e porta con sé la morte. Spero che il giornalista non rovini la valutazione della pubblicazione in futuro...

Mo., 04.03.2024 - 22:07 Permalink
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Profil für Benutzer veronika dapra
veronika dapra Di., 05.03.2024 - 06:22

Ich habe das erste Mal in den Nachrichten von der Veranstaltung „über russische Kultur“ gehört. Ich unterstütze den Protest der ukrainischen Gemeinschaft voll und erinnere a den unglaublichen Kommentar des Meraner Bürgermeisters, als die ersten ukrainischen Flüchtlinge ins Land kamen. Ihm wurde vorgeschlagen, diese Menschen im leerstehenden Zarenbrunn unterzubringen, Del Medico: das können wir der Borodine nicht antun. Dieser Sager wurde nie zurückgenommen oder korrigiert, deshalb wiederhole ich ihn auch. Was „die große russische Kultur“ betrifft, halte ich mich gerne an Prof Karl Schlögel, der meint, dass es für den „Russenkitsch“ erst einmal vorbei ist; man kann sich nicht ewig hinter Tolstoi oder Puschkin verstecken. Слава Україні! Героям слава!

Di., 05.03.2024 - 06:22 Permalink
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Profil für Benutzer veronika dapra
veronika dapra Di., 05.03.2024 - 06:56

Man erinnere sich auch an das große Theater in Mariupol, hunderte Menschen flüchteten sich in die Keller, vor dem Theater wurde sehr groß auf den Platz „Kinder“ geschrieben. Trotzdem (oder vielleicht gerade deswegen?) wurde das Theater mit einer enormen Bombe zerstört, bis heute weiß man nicht, wieviele Menschen darin ermordet wurden, 200? 300?
Bald danach bauten die Schlächter einen großen Bauzaun drum herum. Mit großen Bildern von: Tolstoi, Gogol, … DAS ist die große russische Kultur aus der Sicht des Regimes und seiner Unterstützer. Слава Україні! Героям слава!
Man findet das Foto sehr leicht im Netz

Di., 05.03.2024 - 06:56 Permalink
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Profil für Benutzer veronika dapra
veronika dapra Di., 05.03.2024 - 08:20

Antwort auf von veronika dapra

Gerade heute ist in der FAZ ein großer Artikel von Anna Narynskaja, Moskau empört sich gerne, wie der böse Westen russische Musik, Literatur boykottiert, aber sie selbst setzen russische Werke ab, wenn sie nur etwas von der Kremllinie abweichen, dass westliche Literatur von Proust bis Murakami und hunderte andere, sogar Stephen King, aus den Läden, Bibliotheken verschwinden, fällt hier nicht ins Gewicht.

Di., 05.03.2024 - 08:20 Permalink
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Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Mi., 06.03.2024 - 08:56

Per correttezza e rispetto verso le vittime della guerra in Ucraina, gli organizzatori di questa manifestazione avrebbero dovuto iniziarla con una breve introduzione in cui condannano apertamente la guerra iniziata dal regime russo.

La mancanza di una presa di posizione chiara da parte della Signora Panteley e da parte del l'Upad li iscrive automaticamente nelle fila dei sostenitori del regime criminale della Russia.

Condannare delle azioni criminali non significa dover per forza stare dalla parte degli usa, o essere ciechi davanti a crimini da loro commessi. Condannare un crimine significa stare dalla parte del Buon Senso e della difesa dei Diritti Umani.

Nessuno ha nulla contro la cultura russa, a patto che però i suoi rappresentanti non siano collaboratori di un associazione criminale.

Mi., 06.03.2024 - 08:56 Permalink
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Profil für Benutzer Jura Shevchenko
Jura Shevchenko Do., 07.03.2024 - 20:18

Journalism that somehow interacts with the mystifying and myth-making machine of lies, whose name is Muscovy, ceases to be journalism forever. It grunts and barks, digs with its snout and pees on fences, hiding its swampy hooves under Byzantine robes. But the mission of real reporters is all the more noble! Even if you just provided this platform for the sake of fairness…

Do., 07.03.2024 - 20:18 Permalink