Politik | 2016-2020

“Sono stato il sindaco del fare”

Consuntivo finale per Renzo Caramaschi, sindaco uscente di Bolzano e ricandidato a guidare la coalizione di Centrosinistra per il rinnovo del suo mandato.
Renzo Caramaschi
Foto: Salto.bz

È un Renzo Caramaschi elastico e rilassato quello che stamani (4 agosto 2020) si è presentato puntualissimo – poco prima delle 11.00 – per svolgere, assieme al suo vice Luis Walcher (Svp), la conferenza stampa che chiude i suoi primi 4 anni alla guida del Comune di Bolzano e prelude così alla campagna elettorale (per il rinnovo del Consiglio comunale, lo ricordiamo, si voterà il 20 e il 21 settembre). Sono soprattutto le cifre e i dati a tenere banco. Il totale degli impegni finanziati, l'applicazione d'avanzo, il vincolo per le opere future (totale 308.536.806 euro), l'annullamento del debito (“siamo praticamente gli unici in Italia”), e i principali obiettivi raggiunti nei diversi settori (riqualificazione della città e tutela ambientale, infrastrutture e mobilità, servizi di qualità ed efficienza finanziaria, inclusione sociale e sicurezza – elencati diligentemente in una cartellina) illustrano nei dettagli una politica orientata al “fare”, che vorrebbe perciò indicare un cammino da proseguire conservandone l'impostazione. Nella speranza che i cittadini sappiano riconsegnargli la fiducia.

Tra i punti sottolineati con particolare forza, l'esigenza di non fermare i progetti concernenti l'Areale ferroviario (“Non possiamo discutere ancora questo progetto, non è impossibile ricominciare ad improvvisare – affermano Caramaschi e Walcher all'unisono –, sarebbe come fare un insostenibile passo indietro dopo ben nove anni di lavoro, perdendo così un'occasione unica”) e la valutazione estremamente positiva della collaborazione avuta con la Provincia (“I buoni risultati raggiunti sono stati resi possibili anche dal fatto che non ci siamo limitati a chiedere soltanto, ma abbiamo sempre messo sul piatto finanziamenti che a quel punto avrebbero dovuto essere solo integrati, facilitando una trattativa che altrimenti sarebbe stata molto più difficoltosa”). Molta enfasi anche sulle opere di natura simbolica, su tutte l'installazione commemorativa dedicata ai deportati del Lager di via Resia, secondo il sindaco un segno tangibile di come Bolzano sia ormai diventata nella percezione collettiva una città profondamente allergica alle dittature, lontanissima dal passato fascista e nazista che pure ha lasciato molte tracce ancora visibili sul territorio, e un baluardo di civiltà democratica – insomma – in un'epoca peraltro ancora lambita dalle sirene del nazionalismo e del sovranismo.

 

Sparuti cenni di autocritica vengono rintuzzati guardando subito avanti: “Certo, capisco che per la cittadinanza la grande mole di lavori pubblici e l'allestimento dei cantieri possa anche aver causato molte difficoltà – chiosa il sindaco considerando le ricadute provvisoriamente negative dei progetti ai quali si è dato corso negli ultimi quattro anno –, ma sono anche convinto che quando i lavori finiranno i cittadini non potranno esimersi dal considerare positivamente i risultati”. Anche sul fronte della sicurezza – che presumibilmente sarà uno dei cavalli di battaglia dello schieramento di Centrodestra intento a sfidarlo – il primo cittadino rivendica la sua fermezza, rimarcando i confini delle sue competenze (“Io non posso certo procedere all'espulsione delle persone indesiderate o arrestare i delinquenti, un sindaco deve solo collaborare con le forze dell'ordine, perché sono loro ad avere la responsabilità in merito”) ed esaltando invece la distribuzione capillare delle telecamere, tanto che si potrebbe quasi coniare per lui il nomignolo di “Telecameraschi” (“Ne abbiamo messe ben 137, anche in questo caso siamo ai primi posti in Italia. Del resto i numeri parlano chiaro: nella classifica dei reati commessi, Bolzano occupa attualmente la 74esima posizione su 115 comuni, ne abbiamo recuperate ben 19, facendoci superare anche da Trento”).

Poche, così, le note dolenti che affiorano al suo sguardo retrospettivo: l'esito infausto del referendum sul tram (“Ma abbiamo già previsto come muoverci in alternativa, è una cosa che quindi abbiamo digerito, e comunque la riduzione del traffico resta una delle nostre priorità”) e i molti morti a causa della Pandemia: “Sono stato anche criticato, ma per me, davvero, il momento in cui ho visto quelle cento bare allineate al cimitero è stato un momento di grande commozione e tristezza, non lo dimenticherò mai”.

 

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Massimo Mollica Di., 04.08.2020 - 17:40

Concordo pure io con "l'esigenza di non fermare i progetti concernenti l'Areale ferroviario". Sarebbe un danno mortale per la città e il suo sviluppo.

Di., 04.08.2020 - 17:40 Permalink
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Anonymous Südtirol Di., 04.08.2020 - 18:17

Ma che sindaco del fare! Sindaco dell'osservare, piuttosto, visto che ha messo telecamere ovvunque e a sproposito. Un sindaco un po' troppo orientato alla propria immagine e con pericolose fantasie di controllo della popolazione.

Di., 04.08.2020 - 18:17 Permalink