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Vaccini, da 12 a 10?

L’Istituto superiore di Sanità dà l’ok al testo emendato in commissione Sanità al Senato per ridurre le vaccinazioni obbligatorie. Pöder e Artioli fanno tappa a Roma.
Vaccini
Foto: upi

È arrivato ieri sera (4 luglio) il parere favorevole dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) al testo modificato in Commissione Sanità del Senato. L’emendamento, firmato dalla presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi (Pd), riduce le vaccinazioni obbligatorie - per poter iscrivere i bambini a scuola da 0 a 6 anni - da 12 a 10, escludendo gli antimeningococco B e C che, insieme all’antipneumococco e l’anti-rotavirus, diventerebbero “fortemente raccomandati” e sarebbero disponibili gratuitamente.

Le 10 vaccinazioni obbligatorie diventerebbero a questo punto: anti-polio, antidifterica, antitetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. Il testo, si legge nel documento dell’Iss, “appare pienamente rispondente ad affrontare le problematiche epidemiologiche del Paese così come rappresentate dall’Istituto Superiore di Sanità”. Tuttavia, precisa l’Istituto, “si ritiene comunque necessario rafforzare con norma di legge la raccomandazione già contenuta all'interno del Piano Nazionale Vaccini per una offerta attiva e gratuita data l’urgenza di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali, anche per far fronte a possibili eventi epidemici (vedasi il focolaio regionale di malattia invasiva causato dal Meningococco C)”.

L’inclusione nell’obbligo dei 6 vaccini contenuti nella formulazione esavalente (contro polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae tipo b) e tetravalente (contro morbillo, parotite, rosolia e varicella), prosegue il documento, “è giustificata dal carattere di urgenza ed emergenza dettata dal declino delle coperture vaccinali e dalla situazione epidemiologica nazionale come l’epidemia di morbillo”. Incassato l’ok dell’Istituto Superiore di Sanità si attende ora il parere del Consiglio Superiore di Sanità, anche questo chiesto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Il testo prevede che entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto, e successivamente ogni sei mesi, il ministero della Salute dovrà fornire indicazioni operative per l’attuazione della misura in base alla quale le Regioni assicurano l'offerta attiva e gratuita delle 4 vaccinazioni consigliate. L’emendamento verrà discusso oggi in Commissione, ma visto il benestare dell’Iss, l’esito del voto sarà, con ogni probabilità, favorevole. A quel punto ci sarà l'approdo in Senato. E proprio a Palazzo Madama si sono recati ieri i consiglieri provinciali Elena Artioli (Team Autonomie) e Andreas Pöder (BürgerUnion) al fine di cercare sostegno tra i senatori per la cancellazione delle coercizioni dal decreto Lorenzin. I due hanno incontrato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli della Lega Nord che, in quanto medico, si è dichiarato favorevole ai vaccini ma contrario alle coercizioni.