Politik | Bolzano 2016

I Cinque Stelle conquistano la piazza

In piazza Matteotti Di Battista, Di Maio e Fraccaro hanno concluso la campagna elettorale scaldando i cuori e puntando ad un ballottaggio difficile ma non impossibile.

Chiusura della campagna elettorale con il botto per il Movimento 5 Stelle che è riuscito a riempire piazza Matteotti, quasi come ci era riuscito Salvini lo scorso anno. 
L’appuntamento ha visto protagonisti i due parlamentari leader del movimento Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, coadiuvati dal deputato trentino Riccardo Fraccaro

Il primo a prendere la parola è stato appunto Fraccaro, che ci ha messo giusto unsecondo a scaldare il pubblico, dicendo che i cittadini “sono stufi di essere governati da politici ladri e delinquenti” e che “si meritano qualcosa di diverso”. 
Fraccaro ha dato un rapido sguardo alla piazza e alzando la voce ha detto “siamo il doppio dell’anno scorso e siamo onesti e arrabbiati come prima”, ottenendo il primo forte applauso. Rincarando quindi la dose ha fatto riferimento allo scandalo scoppiato l’anno scorso e che ha visto protagonista un’odiata banca (questa volta locale), e nello specifico la Cassa di Risparmio della Provincia di Bolzano. 

"Ci hanno fregati tutti. Anche Sparkasse vi ha fregati. Nel direttivo della Fondazione c’era anche il Procuratore che ha indagato.” 

Quindi il deputato trentino è passato a sintetizzare il mantra del movimento. 

“Ai politici interessa solo il potere, sono corrotti e disposti a tutto. Più hanno potere e più noi diventiamo precari. Quindi a questo punto: o noi o loro.”

Successivamente ha preso la parola il consigliere provinciale grillino Paul Köllensperger che, con voce più pacata, ha aggiunto elementi al ‘ritratto’ realizzato a più mani e dedicato alla filosofia del Movimento fondato da Beppe Grillo. “La nostra è un’idea paese e di società che vuole essere diversa e più giusta” ha ricordato Köllensperger, spostando subito l’attenzione su un tema caldo come quello delle tasse, affermando: “no alle tasse esorbitanti solo perché tanti non le pagano”. 

Sul palco è quindi salita la candidata sindaca Caterina Pifano, che come esordio si è quasi ‘sublimata’ , affermando: “se diventerò prima cittadina sarete voi ad entrare e non io”. Dopo di che Pifano ha sferrato un attacco velenoso contro i Verdi e le opposizioni tradizionali in consiglio comunale a Bolzano, dicendo: “non capiscono niente, non sono mai stati una vera opposizione, sull’inceneritore ad esempio hanno sbagliato tutto”. 

E’ quindi venuto il momento dei big nazionali del M5S. Per primo ha preso la parola Alessandro Di Battista, mostrando grande capacità oratoria e prendendo in pugno la piazza. Anche lui come Salvini ieri in piazza Municipio ha iniziato salutando le forze dell’ordine presenti (“poche, perché tutti sanno che i ladri sono altrove”). Di Battista ha anche provocatoriamente ringraziato i Carabinieri per il lavoro che stanno compiendo in questi giorni per “fare pulizia nel PD”. “Compito nel quale il Partito Democratico invece latita”, ha aggiunto il deputato grillino. 
Il Movimento 5 Stelle rappresenta la rottura dell’intermediazione tra istituzioni e cittadini” ha aggiunto Di Battista, introducendo anche un altro tassello cruciale dell’essenza della formazione politica di cui fa parte. Dopo di che il deputato è rapidamente passato alle tematiche economiche: “anche qui a Bolzano occorre sostenere la piccola e media impresa come abbiamo fatto noi restituendo il finanziamento ai partiti ed il surplus dei nostri stipendi”. “Magari anche abolendo Equitalia”, ha aggiunto Di Battista. 
La bordata successiva ha riguardato i media: “loro hanno in mano la gran parte di questi mezzi eppure noi continuiamo a crescere”. Quella successiva la ‘questione morale’: “da noi nessun indagato e condannato si può candidare, perché gli altri non lo fanno lo sappiamo”. “Il governo di Renzi non ha fatto altro che varare provvedimenti a favore delle banche ed ora anche dei grandi petrolieri”, ha quindi aggiunto Di Battista. 

“Noi non veniamo da Marte, veniamo dalla stessa Italia delle cinque mafie, ma abbiamo delle regole che riducono la possibilità di contaminazione”

A Luigi Di Maio è toccato quindi il compito di avvicinare il discorso ai temi locali. E la scelta è caduta subito sull’emergenza immigrazione. I toni usati in merito dal vicepresidente della camera sono stati davvero durissimi. 

“Voi pagate le tasse per mandare ogni anno 20 miliardi all’Unione Europea. Ne tornano indietro solo 10. Dall’Unione Europea allora pretendiamo rispetto. Questa non è una guerra che si consuma al Brennero tra Italia ed Austria. Noi paghiamo le istituzioni europee per farci proteggere dalla chiusura dei confini, se non lo faranno potremmo anche trattenere un po’ di quei soldi. Con i quali poi in un modo o nell’altro potremo gestire l’emergenza.”

Ma Luigi Di Maio ha anche rincarato la dose, dicendo che “sono in molti oggi in Italia a fare il tifo perché i confini con l’Austria vengano chiusi”. 

“Ci sono tante cooperative e società italiane che gestiscono la cosiddetta accoglienza ma che in realtà fanno business sull’immigrazione perché ogni immigrato che arriva vale 38 euro al giorno, che non prende l’immigrato ma l’intermediario. Più immigrati resteranno in Italia e più si faranno soldi. Il problema non può essere risolto perché sennò la Lega perderebbe gran parte del suo consenso. E i partiti non prenderebbero più soldi dalle cooperative che gestiscono l’accoglienza”.

Insomma. Anche in questo caso si è trattato dei tipici toni da comizi di fine campagna elettorale. Discorsi catapultati su una città stanca, quasi stremata. Quella del Movimento 5 Stelle ha in questo senso ha però quasi il sapore di una proposta da ultima spiaggia. Un gioco di ruolo tutto interno ai cittadini, uniti dall’indignazione nei confronti della politica partitica, ma divisi in due schieramenti labili. Quello dei cittadini che “basta politici, adesso arriviamo noi” e quello dei cittadini che “non c’è niente da fare tanto sono tutti uguali e il mio voto non conta nulla”. 
Tra 48 ore il Movimento 5 Stelle saprà se un’eventuale sua ulteriore crescita rispetto all’anno scorso, lo potrà portare clamorosamante a giocarsi un ballottaggio, tutt’altro che escluso vista la piazza. 
Resta naturalmente l’incognita dell’ovvio diverso spessore degli esponenti locali, rispetto ai big nazionali. Ma questo aspetto naturalmente avrà un peso solo in corso d’opera, sempre che la legislatura che si sta per aprire riesca a produrre una maggioranza. Cosa che a Bolzano avrebbe un che di clamoroso. Con i tempi che corrono.