Gesellschaft | Cooperative sociali

Un lavoro vero

Coopattiva realizza percorsi di reinserimento lavorativo offrendo alle imprese e ai territori servizi di valore per una società sempre più inclusiva.
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Foto: Coopattiva
  • Recentemente Coopbund ha organizzato una tavola rotonda che ha avuto come ospite la cooperativa sociale Coopattiva di Modena. Si è trattato di un momento di confronto tra le cooperative sociali del territorio altoatesino e la realtà modenese. In questa occasione è stato approfondito come viene applicata in Regione Emilia Romagna e nello specifico in provincia di Modena l’art 14 della Legge Biagi (L. 276/03) che offre ulteriori possibilità di adempimento per la legge 68 del 1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. Questo articolo di legge prevede la possibilità per l’impresa di adempiere alla quota d’obbligo attraverso l’esternalizzazione di una commessa di lavoro. Tali rapporti vanno normati da apposite convenzioni definite e approvate a livello regionale. Il Trentino Alto Adige non ha attivato la convenzione, come invece è stato fatto in Emilia Romagna e anche in altre regioni quali ad esempio la Lombardia e il Veneto.

    A quanto abbiamo potuto apprendere dalle parole di Roberto Gatta, responsabile controllo di gestione di Coopattiva, le aziende con oltre 15 dipendenti che hanno l'obbligo di assumere persone con disabilità e in generale le aziende che sono obbligate alla copertura della quota d’obbligo, possono coprire fino al 30% della suddetta quota, esternalizzando un servizio a una cooperativa sociale, che si fa carico al posto suo dell'assunzione della persona. Il meccanismo, sancito dall'articolo 22 della legge regionale 17 del 2005, ci ha raccontato Roberto Gatta, funziona molto bene. “La collaborazione tra cooperativa sociale e azienda cliente nasce da una Convenzione Regionale che ha una validità biennale, finalmente omogenea e unica sul territorio dell’Emilia Romagna, ovvero da un documento denominato proprio Convenzione ex art. 22 L.R. 17/2005. Essa può avere durata annuale o biennale e risulta molto flessibile con riferimento al legame che intercorre tra la/e persona/e assunta dalla cooperativa e la commessa di lavoro o servizio richiesto dall’azienda. Infatti la persona assunta, che deve comunque possedere alcuni prerequisiti di gravità rispetto alla propria condizione o comunque deve appartenere a categorie di difficile inserimento nel mercato del lavoro, può essere o meno impiegata direttamente sull’attività oggetto della commessa. Dal punto di vista dell’azienda, questa può richiedere alla cooperativa un servizio, una attività o serie di attività anche tra loro differenti, che vengano svolti presso i propri locali, presso i locali della cooperativa o anche esternamente, in relazione alle esigenze e ai propri bisogni. Tali servizi e/o attività possono variare da un anno all’altro e da convenzione a convenzione. Allo stesso modo la persona con disabilità assunta “in convenzione” dalla cooperativa può essere impiegata sullo specifico servizio richiesto dall’azienda, presso i locali del cliente o presso i locali della cooperativa, o può essere invece impiegata su altri servizi svolti dalla cooperativa se si ritiene che questi siano più consoni al suo percorso. Senza dubbio la soluzione più logica e coerente che si cerca di perseguire prevede che la persona assunta venga impiegata prevalentemente sulla commessa di lavoro richiesta dall’azienda, in quanto vi è coerenza tra l’assunzione e il rapporto commerciale che nasce dalla stipula della convenzione. Questa modalità, attuata presso la cooperativa e/o in squadre di lavoro con educatori dell’inserimento lavorativo, tutor e capisquadra appositamente preparati consente l’inserimento in un setting protetto e dedicato ponendo al centro il percorso umano e professionale del lavoratore. Lo strumento lascia quindi una importante flessibilità rispetto alle esigenze delle aziende e alle competenze dalle persone inserite, spesso non compatibili, mirata a trovare soluzioni diverse, che tutelino da un lato il lavoratore con disabilità impiegato in un servizio coerente con il proprio profilo e dall’altro le esigenze commerciali dell’azienda cliente”.

    Coopattiva, forte di quasi quarant’anni di relazione con il mondo delle imprese nei settori della meccanica, della ceramica, della gomma plastica e dei servizi, riesce a porsi sul mercato come fornitore ad alto valore sociale aggiunto garantendo professionalità, qualità e competitività ad un livello molto alto. Ad oggi infatti ha in essere 21 aziende clienti con le quali è stata stipulata una Convenzione ex art 22 L.R 17/2005 e può contare 44 lavoratori con disabilità assunti per le relative coperture delle quote d’obbligo, di cui 32 sono impiegati all’interno della cooperativa e 12 presso le sedi delle aziende clienti.
    Coopattiva è una cooperativa sociale nata nel 1984 la cui missione è “lavorare per unire” utilizzando il lavoro come occasione di inclusione. Oltre alle attività più tradizionali, negli anni ha sviluppato nuovi ambiti d’intervento e attualmente ha quattro sedi: Modena, Nonantola, Pavullo e Sant’Antonio di Pavullo e alcuni presidi direttamente presso aziende clienti. La persona che vive un disagio fisico, psichico, sociale entra in Coopattiva per lavorare in una realtà che, proprio come ogni altra azienda, opera direttamente sul mercato. Ai clienti, che per circa l’80% sono privati, la cooperativa offre elevati standard di qualità e chi vive il disagio può trovare in Coopattiva un’autentica e sfidante possibilità lavorativa. Nel 2022 il valore della produzione ha superato i 2,6 milioni di euro, mentre i dipendenti oggi sono 118, il 61% dei quali persone con forme di svantaggio fisico, psichico o sociale.

    Il tessuto economico della provincia di Modena presenta settori importanti di sviluppo tra cui la meccanica, l’automotive, la ceramica, il tessile e non da ultimo anche il biomedicale. Coopattiva è riuscita negli anni a instaurare degli ottimi rapporti con il tessuto imprenditoriale locale fino ad arrivare a porsi sul mercato come un fornitore al pari degli altri in grado di offrire un eccellente rapporto qualità-prezzo e un elevato valore sociale aggiunto. Coopattiva collabora infatti ogni mese mediamente con circa 30 aziende appartenenti ai settori economici più rappresentativi del distretto e può fornire lavorazioni conto terzi, servizi di digitalizzazione, servizi amministrativi da remoto, consulenze in tema di diversity management e counseling, cercando di coniugare le esigenze del lavoratore e del cliente per una crescita complessiva della società. La mission della cooperativa è accogliere le donne e gli uomini in situazioni di svantaggio, promuovendone dignità, inclusione e integrazione attraverso un lavoro di qualità, che dia senso all’attività delle persone.

    “Per noi il lavoro è un elemento fondamentale nella costruzione e nel rafforzamento dell’identità della persona. Per questo motivo puntiamo ad un lavoro vero che ci ponga a confronto diretto e non mediato con il mercato. Il lavoro rappresenta per noi lo strumento per attuare i nostri valori: accoglienza, centralità e dignità della persona, ricerca del benessere e del ben vivere, crescita umana e professionale, armonia con l’ambiente, cultura dell’integrazione e della diversità” ha raccontato Roberto Gatta.

    Esempi come questo sono da stimolo per le cooperative del nostro territorio: lavorare sempre più con clienti privati ponendosi sul mercato come fornitori affidabili e di qualità è uno sforzo che ripaga. Naturalmente, auspichiamo che venga stipulata al più presto anche nella nostra provincia una convenzione che permetta al datore di lavoro privato di adempiere all’obbligo di cui alla Legge 68/99, ossia l’assunzione di un certo numero di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro a cooperative sociali di tipo B o coprendo, attraverso l’assunzione da parte della cooperativa di uno o più lavoratori disabili, la sua quota d’obbligo.