Wirtschaft | salario minimo

Uno stipendio dignitoso, come minimo

La proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo divide forze politiche, sindacati e associazioni di categoria. Cosa ne pensano le rappresentanze altoatesine?
Lavoro
Foto: Unsplash

Le opposizioni parlamentari hanno presentato una legge sul salario minimo che alzerebbe a nove euro l’asticella della paga oraria. L’accordo tra i partiti di opposizione, con l’eccezione di Italia Viva, raggiunto il 30 giugno si è tradotto in un testo di otto articoli che è stato depositato alla Camera lo scorso 4 luglio con la firma dei leader del Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Azione, Alleanza Verdi-Sinistra, e Più Europa.
Si tratta della settima proposta di legge sul salario minimo dall’ultima legislatura, dopo quella di Sinistra Italiana (prima firma Fratoianni), Movimento 5 Stelle (Conte), Terzo Polo (Richetti) e altre tre dell’area Partito democratico (Serracchiani, Laus e Orlando). 
Sebbene il testo abbia già diviso i commentatori, tra chi si sofferma sui lati positivi e negativi della proposta, la necessità di alzare gli stipendi è diventata oramai un fattore innegabile e che faticosamente è riuscita a conquistare i primi punti dell’agenda politica nazionale.
In Alto Adige, lo scorso anno, il Consiglio provinciale approvava con 26 voti contrari e 5 astenuti, un documento di voto per sollecitare “il Governo e il Parlamento a sostenere, in tutte le sedi istituzionali, gli atti e le misure che prevedono l'istituzione del "salario minimo orario legale" per tutti i lavoratori”.
Ma cosa ne pensano oggi forze politiche, sindacati e associazioni di categoria locali della proposta di legge avanzata dalle opposizioni in Parlamento?

Tra le reazioni negative all’accordo, oltre a quella del governo centrale, c’è quella del sindacato Cisl che, a differenza degli altri confederali, continua a ribadire la propria contrarietà.

Donatella Califano, Dieter Mayr,
La Cisl contro il salario minimo legale: "Sarebbe molto più importante trovare una soluzione che definisce una contrattazione salariale almeno nel biennio e che questa contrattazione deve terminare entro breve tempo".

 

“Un reddito minimo per legge non è la soluzione maestra per la situazione misera delle retribuzioni in Italia – afferma Dieter Mayr –. Sarebbe molto più importante trovare una soluzione che definisce una contrattazione salariale almeno nel biennio e che questa contrattazione deve terminare entro breve tempo, per esempio entro un mese. ​Questo perché un contratto collettivo è molto di più che retribuzione. Nel contratto collettivo si accorgono ferie, trattamento di malattia, permessi, premi, diritto di studio, pagamento delle ore straordinarie e tanto altro. È la combinazione di retribuzione adeguata e di buone condizioni di lavoro che definiscono un buon posto di lavoro. Per l’Alto Adige – aggiunge il sindacalista – questo vuol dire che le retribuzioni si devono contrattare e definire in contratti territoriali per arrivare a tal traguardo. Lo sentiamo ormai quasi ogni giorno: Persone qualificate vanno via dalla nostra provincia e come motivo definiscono in gran parte pessime retribuzioni e condizioni di lavoro non adeguate”.

Cristina Masera
Cristina Masera, segretaria provinciale CGIL, apre al reddito minimo legale:  "Mi aspetto che chi si professa contrario al salario minimo, a partire dal Governo, avanzi una proposta di legge sulla rappresentanza"

 

Di diverso avviso la Cgil che, insieme alla Uil, vede di buon occhio la proposta, pur non ritenendola esaustiva. “Con la Cisl non vedo una distanza enorme – dice Cristina Masera –. Noi siamo per un salario minimo che serva da copertura a tutti quei lavoratori frammentati che non riescono ad avere una rappresentanza. Il salario minimo serve a questo, non sostituire i contratti. E infatti la cosa più importante è che la contrattazione collettiva nella proposta di legge rimane centrale. Mi aspetto – aggiunge Masera – che chi si professa contrario al salario minimo, a partire dal Governo, avanzi una proposta di legge sulla rappresentanza, come chiediamo a gran voce da molti anni. Questo garantirebbe ai lavoratori l’erga omnes dei contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative e non più da organizzazioni che non hanno niente a che fare con la parola rappresentatività. Allo stesso modo, mi aspetto che in questo percorso le organizzazioni dei datori di lavoro siano unite con i sindacati”.

Heiner Oberrauch
Heiner Oberrauch, presidente Assoimprenditori: "Crediamo anche che la strada maestra sia quella del partenariato sociale". (Foto: Europaregion Tirol)


Dall’altra parte, l’associazione di categoria Assoimprenditori non si dice di per sè contraria alla proposta di legge ma, afferma, è necessario guardare altrove “Non poniamo certamente veti su questa proposta. Anche perché non riguarda l’industria – è quanto sostiene il presidente, Heiner Oberrauch –. I contratti collettivi applicati all’industria prevedono già tutte retribuzioni orarie minime superiori. Rispetto al salario minimo, un contratto collettivo regola anche altri aspetti come orari, ferie, riposi, formazione o prestazioni di welfare. Siamo pronti a discutere di tutto. Ma crediamo anche che la strada maestra sia quella del partenariato sociale, così come lo riconoscono anche le organizzazioni sindacali, con cui ci confrontiamo sempre. Quella del dialogo – prosegue Oberrauch – è una strada che paga, sia a livello di rappresentanza, ma anche all’interno delle imprese stesse. Quello che cerchiamo di far capire insieme ai sindacati è che le imprese dell’industria e dei servizi che con l’industria sono collegati, in particolare le imprese più strutturate, hanno un vantaggio di partenza: l’alta produttività. Più alta è la produttività di un’impresa, più margine di manovra c’è per agire sulle retribuzioni di collaboratrici e collaboratori. Se riusciamo a rendere l’Alto Adige ancora più competitivo come business location ci guadagniamo tutti – afferma il presidente di Assoimprenditori – È una missione a cui devono contribuire tutti: le imprese, facendo investimenti in innovazione e cercando di conquistare nuovi mercati, la pubblica amministrazione affrontando finalmente temi come gli alloggi a costo sostenibile, soprattutto per quanto riguarda gli affitti, l’energia a prezzi convenienti o la semplificazione burocratica”.

Nel mondo politico, il Movimento 5 Stelle rivendica la paternità dell’iniziativa e non nasconde qualche nota di biasimo per non aver trovato nel Partito Democratico un interlocutore sul tema durante la parentesi di governo giallo-rosso.

Diego Nicolini, M5s
Diego Nicolini, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle: "Finalmente anche il PD si è unito, dopo aver ostacolato la posizione che avevamo sul salario minimo legale in favore di uno contrattuale​​​​​​​".

 

“Quella sul salario minimo è una battaglia storica dei 5 Stelle che abbiamo portato avanti anche in periodi impopolari, per esempio durante il governo Draghi – è il pensiero del consigliere provinciale pentastellato Diego Nicolini –. Questa nuova proposta la sentiamo nostra, non a caso la prima firma è quella di Giuseppe Conte. Finalmente anche il PD si è unito, dopo aver ostacolato la posizione che avevamo sul salario minimo legale in favore di uno contrattuale, quindi più morbido. Ammetto che questa non è la panacea dei problemi del lavoro – precisa Nicolini – ma un salario minimo da 9 euro migliorerebbe la sorte di tantissimi salari anche da noi. Ricordiamoci che il lavoro povero esiste anche qui, a partire dai luoghi che attraversiamo come consiglieri: dalle guardie giurate al personale delle pulizie. È chiaro che i sindacati sono in difficoltà perché questa legge va a influire sul loro margine di trattativa inserendo per legge un punto di partenza, ma questo è il minimo. È falsa anche la critica della destra che afferma che applicare il salario minimo significa alzare i costi per tutti e abbassare i salari che sono superiori. In ogni caso, questa misura non è la soluzione all’inflazione che, al contrario, si risolve soprattutto con il raffreddamento delle politiche monetarie. cosa che non stanno facendo”.

Carlo Bettio
Carlo Bettio, Segretario regionale del Partito Democratico​​​​​​​: "Questa proposta di legge è indicativa del cambio di paradigma politico".

 

Per Carlo Bettio, segretario regionale del Partito Democratico, la proposta di legge unitaria rappresenta uno salto di qualità rispetto al modo di lavorare dai banchi dell'opposizione. “Il fatto che in maniera unitaria si sia riusciti a presentare un provvedimento per sanare un gap normativo, è un elemento di grande soddisfazione e politicamente rilevante che dimostra come sia possibile costruire un modo nuovo di portare avanti un’opposizione concreta a questo governo – è l’osservazione del segretario dem –. La politica non è un’attività che si svolge in laboratorio ma dentro contesti in cui prevalgono determinate condizioni. Condizioni che, evidentemente, prima non c’erano. I tempi ora sono più maturi e sicuramente il rinnovo della segreteria con Elly Schlein ha contribuito a dare un’accelerata in tal senso. Il Partito Democratico – ricorda Bettio – non è autosufficiente e ha bisogno di costruire alleanze larghe con i 5 stelle e il Terzo polo. Questa proposta di legge è indicativa del cambio di paradigma politico. Per quanto riguarda la proposta in sè, sul salario minimo ci sono vecchie resistenze. Alcune categorie di rappresentanza temono di perdere il pallino della contrattazione. Il Governo, invece, quando si tratta di diritti, che siano sociali e civili, manifesta una chiusura di natura pregiudiziale e sintomo di una sostanziale ottusità rispetto ai bisogni delle persone. Ma questo provvedimento – sostiene Bettio – non ha una configurazione partitica ed è molto chiaro anche per quanto riguarda la contrattazione. Laddove vi siano contrattazioni favorevoli, la norma sul salario minimo andrebbe a cadere in favore della situazione di miglior vantaggio. Ci possono essere opinioni differenti rispetto a tempi e tipologie di misure ma fatico a comprendere le ragioni di tanta ostinazione e cattiveria sociale”.

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Il senatore Luigi Spagnolli: "Il fatto che la Maggioranza e il Governo non vogliono neppure parlarne è un segno di grande arroganza"

 

Per il senatore dem e vicepresidente vicario del gruppo per le Autonomie Luigi Spagnolli, non esiste un'unica ricetta per risolvere i problemi del complesso mondo del lavoro. Tuttavia, dice, la chiusura tout court del governo non può che acuirli: “C'è una proposta di tutta l'opposizione unita per un salario minimo, sulla quale Confindustria non è dichiaratamente contraria. Il fatto che la Maggioranza e il Governo non vogliono neppure parlarne è un segno di grande arroganza – sostiene Spagnolli – dimostra che tutto quello che fa questa Maggioranza è strategicamente pensato esclusivamente affinché appaiano sempre solo i suoi rappresentanti. Alla faccia dei problemi del Paese. Personalmente ritengo che vi siano altri aspetti di grande criticità, come la percentuale di laureati minima rispetto al resto d'Europa e la fuga dei cervelli, oltre che l'incapacità di fare una selezione tra i migranti in ingresso per assorbire nel nostro mondo del lavoro gli specialisti che pure ci sono e che vengono oggi accaparrati da Tedeschi e Francesi anche se sbarcati in Italia. Come si vede sarebbe necessario avere visione di futuro: visione che – conclude il Senatore – la Maggioranza di Governo dimostra assolutamente di non avere".

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Fabio Volpotti Mo., 10.07.2023 - 17:25

Parafrasando Woody Allen "Certo un salario minimo, in assenza di contratti di lavoro dignitosi e non temporanei, forse non daì la felicità ... però aiuta!"

Mo., 10.07.2023 - 17:25 Permalink