Ci sono laboratori locali, maker spaces o repair café in zona? Chiediti se puoi autoprodurre oppure riparare qualcosa anziché acquistarlo. Altrimenti, puoi individuare negozi di seconda mano o mercatini dell’usato per comprare vestiti ed altri oggetti di uso quotidiano.

Acquistare nei commerci locali evita di rafforzare il monopolio delle grandi aziende internazionali. Per non cadere nella trappola del greenwashing, puoi informarti su quali imprese intorno a te sono veramente etiche (commercio equo e solidale, cooperative, ecc.).

E se si potesse evitare di acquistare parte del proprio cibo? Basta cercare degli orti comunitari nelle vicinanze. Essi permettono di imparare a coltivare, di mangiare cibo sano e di creare relazioni con altre persone e con la natura.

Ci sono probabilmente delle iniziative di agricoltura solidale nella tua zona, come i GAS (gruppi di acquisto solidale), CSA (community supported agriculture) o food coop che garantiscono sostenibilità e qualità dei prodotti, e giustizia nelle condizioni di lavoro per chi produce.

Tra vicini ci si può aiutare a vicenda per risolvere piccoli problemi del quotidiano, come quando d’improvviso ti manca un ingrediente per una ricetta, oppure ti serve qualcuno che annaffi le piante o che si occupi dei figli. I legami di comunità che si creano tramite associazioni come le banche del tempo possono migliorare la qualità della vita. 

Se dai e ricevi favori, tempo o altro, scegliendo di non calcolare con precisione chi deve cosa a chi, puoi creare rapporti di solidarietà. Non c’è imbarazzo nel chiedere cose o aiuto agli altri, purché si sia disposti a ricambiare in futuro!

Ci sono gruppi locali di volontariato che lavorano per la solidarietà, la giustizia e/o la sostenibilità? Collaborare con altre persone attive può essere più efficace e gradevole che agire da soli. Ma si può anche influenzare il proprio contesto attraverso pratiche quotidiane di cura.

Né la negazione, né il conformismo ci aiutano ad affrontare le crisi. L’equilibrio è quello di riconoscere i problemi del modello socioeconomico dominante e credere che le soluzioni esistano e possano essere sviluppate con attenzione, collaborazione e creatività.

Sviluppare piani di sicurezza di gruppo può mitigare l’impatto di crisi impreviste. Un esempio sono le casse di resistenza, in cui ogni membro di un gruppo mette da parte una piccola somma di denaro al mese che può essere utilizzata in caso di necessità. Oppure la ROSCA (Associazione per il risparmio e il credito a rotazione), in cui ogni membro contribuisce mensilmente con una somma fissa di denaro al fondo comune. Ogni mese, uno dei partecipanti riceve l'intero importo accumulato, e la rotazione continua fino a quando tutti hanno ricevuto l'intero importo. Questo sistema offre una forma di risparmio e fornisce un'opportunità di accesso a una forma di credito basata sulla fiducia nel momento del bisogno.

Ci sono proposte di politiche pubbliche che danno tempo e spazio alla cura e ai beni comuni. Puoi promuovere, attraverso strumenti come il lobbying, quelle che vorresti vedere implementate. Ad esempio, settimana lavorativa di 4 giorni, reddito e servizi di base universali, ecc.