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Kultur | Avvenne domani

L'ultimo anno

Alle Gallerie di Piedicastello a Trento una mostra racconta gli ultimi mesi della Grande Guerra.

Il ricchissimo compendio di iniziative con le quali il Trentino ha ricordato il centenario della Prima Guerra Mondiale si completa ora con una mostra allestita dalla Fondazione Museo Storico nello spazio di una delle due gallerie di Piedicastello. La rassegna, inaugurata nei giorni scorsi e che resterà aperta sino agli inizi di dicembre del 2018 racconta gli ultimi drammatici mesi di guerra sul fronte italo-austriaco. Come quello dove precedentemente organizzate a Piedicastello, la mostra, curata da Lorenzo Gardumi, con la collaborazione scientifica di Mauro Passarin, porta il visitatore nel pieno del racconto storico attraverso un sapiente utilizzo di tutte le più moderne tecnologie multimediali. Immagini, filmati, effetti sonori, avvolgono lo spettatore in una sorta di esperienza multisensoriale nella quale la rievocazione di avvenimenti drammatici sanguinosi viene percepita quasi come un fatto immediato e vicino nel tempo. È una scelta particolarmente felice per quel che riguarda il pubblico dei più giovani, abituato a ricevere informazioni attraverso i suoni e le immagini. Un motivo in più per indurre quanti più insegnanti possibile a dedicare qualche ora di lezione alla visita di questa rassegna, nei prossimi mesi. Per le scuole altoatesine, poi, c'è anche l'opportunità di colmare un vuoto dovuto alla quasi totale assenza di iniziative su questo tema in Alto Adige.

Gli studenti che, con i loro professori, si inoltreranno nel buio delle gallerie potranno ripercorrere, con qualche passo, spaventoso massacro delle battaglie dell'Isonzo, il dramma di Caporetto, le battaglie difensive sul Piave ed infine la vittoriosa conclusione del novembre 1918. Il tutto raccontato in modo antiretorico, con ampio spazio alla sorte dei soldati trattati come carne da macello, dei civili profughi fuggiaschi, di un'intera umanità dolente e martoriata. Percorrendo i trecento metri della galleria qualcuno non potrà fare a meno di pensare come solo un frammento di roccia separi in verticale questa rievocazione dalla tomba di Cesare Battisti, vittima tra le tante di quell'inutile strage, eroe consacrato suo malgrado da una retorica patriottarda della quale proprio le mostre come quella di Piedicastello giungono a svelare gli inganni.