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Grandi carnivori, i piani per convivere

Il convegno a Trento con gli esperti. Spazio all'esame sull'orso, ma preoccupa di più il lupo. “Agire in fretta con pastori, cani da guardia e recinzioni elettrificate”.
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Foto: GreenMe

A 21 anni dall’avvio del progetto iniziale Life Ursus (1997-2000), e in una fase in cui in tutte le Alpi si assiste anche al ritorno naturale, massivo del lupo, in Trentino si fa il punto sui grandi carnivori. In agenda dal 20 al 22 marzo a Trento la conferenza dell’associazione “Large Carnivore Initiative for Europe” (Lcie) alla quale parteciperanno i maggiori esperti del settore. “Sarà l’occasione – precisa la Provincia di Trento – per valutare l’esperienza trentina con un supporto tecnico autorevole”.

Il pomeriggio del 21 marzo in particolare sarà dedicato alla presentazione agli esperti dello stato dell’orso in Trentino e nelle Alpi centrali. Stando allo scorso rapporto (quello sul 2016, presentato nel marzo 2017) in Trentino gli orsi bruni sono circa 50-60 esemplari, in sostanziale stabilità. L’edizione 2017 dello studio verrà invece illustrata il 6 marzo alle 20.45 al Muse.

Nel convegno si parlerà delle attività gestionali condotte fino ad ora e di quelle in programma per il prossimo futuro. Ad un gruppo ristretto di esperti della Lcie verrà inoltre richiesto di produrre un documento di sintesi sul progetto trentino, come parere tecnico indipendente, che riporti utili indicazioni sugli aspetti gestionali più importanti.

L’orso però non è l’unico “grande carnivoro” che popola i boschi della provincia (sconfinando talvolta a livello regionale). “Sul tavolo – aggiunge Piazza Dante – c’è anche la questione del lupo”. Secondo l’amministrazione trentina l’anno appena trascorso “ha dimostrato infatti come il lupo costituisca ormai una realtà che va consolidandosi e con la quale è necessario adottare un approccio tempestivo, tecnicamente valido e che tuteli non solo la specie ma anche il settore della zootecnia di montagna”.

La preoccupazione tra l’altro è condivisa dai colleghi sudtirolesi. A Bruxelles il governatore Arno Kompatscher aveva chiesto più poteri alle Regioni per la gestione dell’animale, sostenendo la proposta del Comitato delle Regioni volta a dare maggiori margini di manovra a livello locale. Inoltre, incontrando Jürgen Müller, capo di gabinetto del Commissario europeo all'ambiente, si era detto convinto che l’Unione europea alla fine “riconoscerà la portata delle sfide legate alla crescente presenza di lupi e orsi nell’area alpina”.

Le amministrazioni provinciali sono quindi impegnate ad individuare le misure necessarie per assicurare la convivenza uomo-animale, tutelando le specie della zootecnia e le attività economiche montane collegate.  Tornando al Trentino, si nota la mancanza di un quadro a livello centrale. “In assenza di un piano nazionale di riferimento sulla gestione del lupo – continua la Provincia – sarà realizzato un progetto organico di prevenzione dei danni, coinvolgendo i servizi forestali, quelli dell'agricoltura, gli allevatori, i parchi provinciali oltre a esperti nella materia”.

I lavori per la realizzazione del progetto di prevenzione, aggiunge Piazza Dante, sono già partiti e produrranno un primo documento entro il prossimo mese di maggio (con ricadute concrete in termini di prevenzione su alcuni alpeggi prima dell'inizio della monticazione), mentre il documento finale sarà disponibile entro la fine dell’anno.

Lo studio partirà da un censimento della vulnerabilità degli allevamenti agli attacchi da lupo ed individuerà “una serie di misure di contenimento del danno i cui capisaldi sono costituiti dalla custodia degli animali grazie alla presenza del pastore, dall’installazione di recinzioni elettrificate per la notte per alcune tipologie di bestiame e dalla presenza di cani da guardianìa specificatamente addestrati per difendere gli animali dal lupo”.

 

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Massimo Mollica Fr., 09.02.2018 - 10:48

In Südtirol invece la sentenza è già stata scritta. Morte al LUPO! Questo perché lo hanno deciso i contadini e i cacciatori che portano parecchi voti alla SVP. E pazienza se ci sono altre vie e metodi per poter arginare il problema. Alla faccia della propagandata natura incontaminata della nostra terra l'uomo vuole scegliere chi può vivere o meno qui da noi. Oggi sia il lupo domani chi lo sa. Comunque segnalo l'ottimo articolo di Mauro Fattor de l' Alto Adige (http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/gli-alpeggi-d-oro-e-il-lupo-gua…) che spiega molte cose. Cose che chissà perché non vengono spiegate qui su SALTO.BZ

Fr., 09.02.2018 - 10:48 Permalink